Laguna di Orbetello: Una Proposta per Risolvere la Crisi Ecologica

All’indomani dell’annuncio del governatore della Toscana, Eugenio Giani, della richiesta dello stato di calamità per l’emergenza legata alla moria di pesci nella laguna di Orbetello e la promessa di sostegno all’amministrazione comunale, torniamo anche noi sulla vicenda (ne avevamo già scritto nei giorni scorsi). Ma perché in copertina una foto del Lago di Ginevra in Svizzera? Scopriamolo insieme con questo importante contributo scritto da Giancarlo Busti in collaborazione con Fabio Roggiolani di Ecofuturo.

Moria di Pesci nella Laguna di Orbetello: Una proposta per risolvere la Crisi Ecologica

La Laguna di Orbetello, una delle aree umide più significative e delicate d’Italia, è stata recentemente teatro di una grave moria di pesci, suscitando preoccupazioni ambientali e economiche nella comunità locale e tra gli esperti di ecologia. Questa tragedia ecologica ha sollevato numerosi interrogativi sulle cause e le conseguenze a lungo termine per l’ecosistema lagunare e per le attività economiche ad esso legate.

Le cause principali della moria di pesci nella Laguna di Orbetello sono state identificate come una combinazione di fattori naturali e antropogenici.

Gli eventi climatici estremi e le variazioni delle condizioni meteorologiche, dovuti all’aumento fuori controllo della CO2 nell’atmosfera, sono fattori sempre più frequenti che incidono negativamente sugli ecosistemi fragili come quello della laguna. Le ondate di calore estivo hanno causato un aumento delle temperature dell’acqua, riducendo i livelli di ossigeno disciolto e creando un ambiente ostile per la fauna ittica.

La presenza di inquinanti provenienti da attività agricole e urbane ha contribuito alla deteriorazione della qualità dell’acqua, rendendo l’habitat ancora più inospitale.

La tendenza della laguna ad insabbiarsi e la mancata pulizia dei canali da molti anni hanno fatto si che la profondità media dello specchio d’acqua si sia ridotta sempre di più. Un basso fondale provoca un veloce surriscaldamento dell’acqua che incamera energia solare rilasciandola molto lentamente. Questa energia non si può dissipare attraverso il basso (fondo) ma solamente per contatto dell’aria che la sovrasta. Ma se l’aria (sopra) non si raffredda per circostanze climatiche eccezionali derivanti da una bolla calda, il raffreddamento non avviene. Ed ecco che l’acqua accumula temperatura che non riesce a dissipare.

Inoltre le condizioni di basso fondale protratte hanno aggravato la situazione, concentrando i pesci in aree con acqua stagnante e ulteriormente impoverita di ossigeno. Altro fattore importante è che più la temperatura dell’acqua è elevata e meno si ha il discioglimento dell’ossigeno e il liquido va in anossia di ossigeno. La curva del discioglimento dell’ossigeno può essere rappresentata da una parabola con una curva esponenziale logaritmica accelerata: a valori alti di temperatura corrispondono valori sempre più bassi di discioglimento.

Se a questo aggiungiamo il proliferare delle alghe (sono organismi vegetali e come tali si comportano), il poco ossigeno disciolto viene sottratto proprio dalle alghe in decomposizione ai pesci.

In questo sistema lagunare dall’equilibrio definitivamente compromesso è bastato poco per scatenare la catastrofe e tonnellate di pesci morti si trovano a galleggiare nelle acque della laguna con conseguenze immediate e devastanti.

La morte massiccia di pesci ha compromesso la biodiversità della laguna, mettendo a rischio specie autoctone e alterando ancora di più l’equilibrio ecologico.

Alla crisi ambientale drammaticamente sta facendo seguito quella economica. La pesca è una delle attività economiche principali nella regione. La perdita di pesci ha colpito duramente i pescatori locali e le industrie ittiche, causando perdite economiche significative. Stesso dicasi per il turismo. I cattivi odori proveniente dalla laguna stanno facendo letteralmente scappare i turisti dalle spiagge dei tomboli di Feniglia e Giannella. Un problema che non può che peggiorare dalla decomposizione delle tonnellate di pesci morti che incrementerà la proliferazione di alghe nocive e batteri, deteriorando ulteriormente la qualità delle acque.

La moria dei pesci non è un fatto nuovo ad Orbetello. Analogamente a quanto successo nei giorni scorsi, nel 2015 milioni di pesci morirono andando a creare un precedente. Non si può quindi gridare all’evento straordinario per giustificare quanto accaduto di nuovo in questi giorni.

Per affrontare l’anossia delle acque nella laguna di Orbetello, si potrebbe prendere ispirazione dalla soluzione adottata nel lago di Ginevra. In passato, il lago di Ginevra ha risolto problemi simili attraverso l’installazione del Jet d’Eau. Trattasi di una grande fontana che spruzza un getto molto alto, permettendo all’acqua di dissipare calore e di ossigenarsi. Questo sistema ha non solo risolto l’anossia, ma è anche diventato un simbolo iconico della città.

Questa proposta venne presentata nel 2016 da parte dell’Architetto Bertolotto che, nella sua lunga carriera, si è occupato di bioarchitettura ed è stato Presidente dell’OPAM (Organizzazione Produttori Acquacoltori Maremmani) quando la laguna produceva il 70% del pesce di acquacultura italiana. Si progettò l’istallazione nella laguna di Orbetello di sei fontane simili al Jet d”Eau al centro della laguna di Orbetello. Le fontane spruzzando acqua in altezza, migliorano l’ossigenazione grazie al maggiore scambio di ossigeno durante la caduta. Questo approccio migliorerebbe significativamente la qualità dell’acqua, prevenendo ulteriori morie di pesci e favorendo la salute dell’ecosistema lagunare.

Oltre ai benefici ecologici, una fontana di questo tipo potrebbe diventare un’attrazione turistica, promuovendo il turismo locale e sensibilizzando il pubblico sull’importanza della sostenibilità ambientale. La fontana potrebbe utilizzare tecnologie sostenibili per il funzionamento delle pompe, come pannelli fotovoltaici flottanti che contribuirebbero ulteriormente alla protezione dell’ambiente, ombreggiando alcune aree dei 27 kmq della laguna e rendendole particolarmente idonee alla riproduzione di specie ittiche.

Seguendo l’esempio del lago di Ginevra, l’installazione di fontane di ossigenazione nella laguna di Orbetello rappresenta una soluzione pratica ed efficace per contrastare l’anossia delle acque. Questa iniziativa migliorerebbe l’ambiente naturale e potrebbe diventare un simbolo di sostenibilità e innovazione per la comunità.

Purtroppo il progetto non fu preso in considerazione al tempo. Ed oggi ci troviamo a fare i conti con un nuovo disastro ambientale dalle conseguenze che non siamo ancora in grado di valutare.

Con delle stazioni di pompaggio di filtrazione a carboni attivi si provvederebbe poi anche all’eliminazione di elementi inquinanti quali i metalli pesanti la cui presenza è stata riscontrata nei fanghi e nelle acque della Laguna di Levante. Una presenza causata dagli stabilimenti chimici, attivi fino al 2006, che attualmente sono oggetto di un Sin (Siti di Interesse Nazionale), ovvero un sito individuato per legge in quanto comportano un elevato rischio sanitario ed ecologico e sono oggetto di studio per la bonifica ai sensi dell’Art. 252, comma 1 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. comunemente indicato come Testo Unico Ambientale TUA.

Oltre a ciò, la cura della laguna non può prescindere dalla pulizia dei canali esistenti ormai interrati e dalla creazione di un sistema di vie d’acqua che possano garantire un efficace scambio con il mare ed evitare l’eccessiva stagnazione.

Tra le tecniche che è possibile adottare per la rimozione dei sedimenti, spiccano, attraverso una comprensione globale dei criteri di valutazione, in termini ambientali, sociali ed economici, i benefici derivanti dall’applicazione dell’Ecodragaggio.

La soluzione che non ci stanchiamo mai di promuovere è quella di intervenire con la tecnologia proprietaria Limpidho della Decomar di Massa. Consiste in un sistema di ecodragaggio a depressione che consente l’asportazione dei sedimenti senza contatto con il fondale, evitando fuoriuscite di materiale e il conseguente fenomeno della risospensione dei sedimenti, come avviene nelle operazioni di dragaggio tradizionale. Il sistema si basa sul principio che i sedimenti sono una risorsa irrinunciabile del nostro ecosistema.

Questa tecnologia, a differenza del tradizionale dragaggio, garantisce una serie di vantaggi in termini ambientali, sociali ed economici, rendendola la scelta migliore per la gestione sostenibile delle risorse idriche.

In particolare, l’Ecodragaggio permette di rimuovere i sedimenti senza compromettere l’ecosistema acquatico. E’ capace infatti di evitare l’intorbidimento delle acque, l’anossia e la diffusione di eventuali contaminanti. Inoltre, questa tecnica preserva la risorsa idrica poiché non richiede l’utilizzo di acqua, ma impiega un fluido in circuito chiuso. Infine, consente di valorizzare i sedimenti estratti, destinandoli in maniera differenziale ad un nuovo utilizzo.

L’applicazione dell’Ecodragaggio è stata testata e comprovata in ambito marino costiero e in contesti di bacini interni e dighe, dimostrando di essere l’unica tecnica applicabile in caso di elevato livello di tutela ambientale e di sostenibilità nella gestione delle risorse, in pieno rispetto della normativa vigente.

L’altro problema attuale nella laguna di Orbetello è il proliferare delle alghe, che causa anossia e gravi danni all’ecosistema lagunare, soprattutto durante la stagione turistica, penalizzando l’economia locale. La raccolta delle alghe è ostacolata dalla mancanza di mezzi adeguati e dalla salinità delle stesse, rendendo difficile il trattamento e il recupero. Questa situazione di stallo persiste fino a diventare emergenza, momento in cui è troppo tardi per intervenire efficacemente. È quindi urgente trovare una soluzione definitiva per prevenire tali crisi ecologiche e supportare il settore turistico ed economico del Comune di Orbetello.

Una proposta di partenariato pubblico-privato (PPP) mira a realizzare un impianto HTC (Hydrothermal Carbonization) utilizzando la tecnologia proprietaria di Ingelia per il recupero delle alghe della laguna e la loro trasformazione in biocarbone. Questa tecnologia, riconosciuta come eccellenza dalla Commissione Europea e adottata da grandi multiutility come ACEA e IREN, permette di trattare efficacemente ogni matrice organica secondo i principi dell’economia circolare. A differenza degli impianti tradizionali di digestione e compostaggio, il sistema HTC di Ingelia può gestire anche matrici con alto livello di salinità, come le alghe, che nei processi tradizionali inibiscono la degradazione biologica.

Inoltre non si parla di un impianto dedicato. Quindi potrà essere utilizzato anche per processare la frazione organica dei rifiuti urbani e dei rifiuti agricoli, fanghi biologici, sfalci del verde urbano ed il compost fuori specifica, ottimizzando i costi di gestione.

Vogliamo ridere? Tutto quanto scritto finora si potrebbe arrivare a realizzarlo gratis o quasi senza impattare con il bilancio del comune attingendo ai fondi per lo sviluppo e per la salvaguardia ambientale della Banca d’Investimento Europea o con fondi gestiti dalle agenzie statali italiane.

La necessità di recuperare un ciclo virtuoso di integrazione tra attività antropiche e salvaguardia ambientale è fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile e preservare le risorse naturali per le future generazioni. Le attività umane, se non gestite in modo consapevole e responsabile, possono causare danni irreversibili agli ecosistemi, compromettendo la biodiversità e la qualità della vita. Pertanto, è cruciale promuovere pratiche che riducano l’impatto ambientale, come l’uso di energie rinnovabili, la gestione sostenibile delle risorse e la tutela delle aree protette.

Un approccio integrato deve considerare la collaborazione tra governi, imprese e cittadini, incentivando politiche di green economy e investimenti in tecnologie pulite. Solo attraverso una stretta cooperazione e una visione a lungo termine è possibile creare un equilibrio tra progresso economico e conservazione dell’ambiente, garantendo un futuro sostenibile e prospero per tutti.

La moria di pesci nella Laguna di Orbetello rappresenta un campanello d’allarme sull’urgenza di proteggere e gestire in modo sostenibile gli ecosistemi lagunari. È fondamentale implementare misure preventive e di mitigazione per evitare il ripetersi di tali eventi e garantire la salute ecologica e economica della regione. La cooperazione tra enti locali, comunità scientifica e cittadini sarà essenziale per affrontare le sfide future e preservare la ricchezza naturale della Laguna di Orbetello.

NDR… Nel frattempo non c’è ancora nessuna tempistica certa sul via libera definitivo alla Legge che prevede l’istituzione – tra lo Stato, la regione Toscana, la provincia di Grosseto, il comune di Orbetello e il comune di Monte Argentario – del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello. E ciò nonostante siano passati mesi dalla trasmissione del testo unificato bipartisan della Commissione.

Redazione

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