La democrazia energetica come scalabilità

La democrazia energetica come scalabilità di Roberta Nutricati

In Italia le comunità energetiche rinnovabili aumentano: progetti di “buon vicinato” per l’indipendenza energetica

Il concetto di democrazia energetica racchiude due anime: una più ideale, la democrazia partecipata e un’altra più pragmatica, le comunità energetiche. Le due facce incarnano un nesso che si dipana attorno a una triade di princìpi: il senso di comunità, di responsabilità e di condivisione.

Alla base della democrazia energetica è l’appartenenza a un gruppo o una categoria e l’agire per il bene proprio e altrui, prendendo le distanze dall’economia di consumo lineare a favore di uno stile di vita più sostenibile. È quel che propongono le comunità energetiche rinnovabili (CER), divenute realtà a dicembre 2020, con il decreto “Milleproroghe”. Cittadini, enti locali, cooperative possono diventare comproprietari di impianti di energia pulita, a scopo di autoconsumo o rivendita presso il gestore dei servizi energetici.

Chiunque scelga di associarsi ha il diritto di produrre energia. L’ultimo rapporto Legambiente ha censito 35 comunità energetiche in Italia, che – benché non paragonabili con la diffusione europea (1.700 in Germania) – spiccano per la scalabilità del modello… Continua a leggere su L’Ecofuturo Magazine…

Redazione

Articoli correlati