Inquinamento luminoso: meno luci artificiali in UE entro il 2030
L’inquinamento luminoso incide negativamente sulla biodiversità, con conseguenze su animali e insetti. L’obiettivo a cui puntare per il 2030 è ridurre l’illuminazione artificiale esterna. A dirlo è il Parlamento europeo nella risoluzione sulla “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita”, approvata il 9 giugno in seduta plenaria.
Nel documento per la prima volta si riconosce la questione dell’inquinamento luminoso. La troppa luce altera i livelli di illuminazione notturna naturale per gli uomini, gli animali e le piante, incidendo negativamente sulla biodiversità con effetti, ad esempio, sull’attività migratoria, notturna e riproduttiva degli animali e sulla vita di insetti e impollinatori.
Per queste ragioni, il Parlamento europeo invita la Commissione a fissare un obiettivo ambizioso: ridurre l’uso di illuminazione artificiale esterna per il 2030 e proporre orientamenti per limitare l’uso dell’illuminazione artificiale notturna da parte degli Stati membri. Inoltre, il Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a includere la questione dell’inquinamento luminoso e acustico nel prossimo piano d’azione per l’inquinamento zero, che comprenderà gli obiettivi della Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030.
La strategia dell’Ue per la biodiversità
Sul tema Arpa Veneto è impegnata da anni con controlli sul territorio, monitoraggio del cielo notturno e verifiche sui nuovi impianti. L’agenzia veneta organizza anche attività formative per i tecnici del settore e divulgative per scuole e cittadini per diffondere la consapevolezza che la luce può inquinare e che deve essere utilizzata solo quando e dove serve.
Inquinamento luminoso sul sito di Arpa Veneto
Foto di copertina: inquinamento luminoso della pianura veneta ripreso dal Parco Regionale dei Colli Euganei, di Andrea Berolo – Arpa Veneto