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Il Ponte sullo Stretto da evitare

Chi può negare che un ponte sullo Stretto di Messina sarebbe una ottima soluzione per assicurare una rapida comunicazione tra le due sponde? Ma è evidente, anche al più sprovveduto che non abbia altri interessi da coprire, che prima di lanciarsi nel realizzare un’opera bisogna valutare accuratamente se è fattibile e quali rischi si corrono. Ed in definitiva se i costi sono inferiori ai benefici.

Oggi con i traghetti veloci si impiegano circa 20 minuti a cui però va sommato il tempo per imbarcarsi e sbarcare che può far lievitare il tempo ad un ora. Tempi che sono stati ridotti recentemente grazie alla messa in funzione di nuovi traghetti che possono imbarcare i treni senza dover staccare e riattaccare la motrice come avveniva sino a poco tempo fa.

Io sono un geologo che ha letto gli articoli sulla situazione dello Stretto e sa che lo Stretto è attraversato da una grande faglia che separa le due sponde. Questa faglia è stata responsabile del devastante terremoto di Messina nel 1908. Con una magnitudo di 7,3 Richter rase quasi al suolo le città e creò tra 75.000 e 82.000 morti. Fu il terremoto più devastante del secolo scorso.

Guardando poi la geomorfologia del fondale mi è stato semplice stabilire la presenza di frane di grandi dimensioni che impediscono di mettere un pilastro al centro dello stretto. Tra le due sponde ci sono ca.3,3 km. Il ponte a campata unica più lungo del mondo realizzato in area sismica è di ca. 2,2 km attraverso i Dardanelli in Turchia. Quello di Messina diventerebbe dunque il ponte a campata unica più lungo del mondo. Un ponte di questa lunghezza sarebbe inoltre sottoposto a sforzi immani durante i giorni di vento forte che a Messina possono occupare oltre un terzo dell’anno. In quei giorni il ponte dovrebbe essere chiuso.

In genere molti ingegneri pensano che tutto possa essere realizzato con la tecnica adeguata. Ma c’è da chiedersi sempre se questa cieca fiducia nella tecnica sia ben riposta. E soprattutto quanto costi ed in definitiva se il gioco valga la candela. Però nel momento in cui si deciderà di fare il ponte, cosa che sembra già decisa sia dallo “Sministro” Salvini che dallo “Spresidente” Schifani, potrà essere lanciata la gara per tutte le opere a supporto del tracciato. In particolare sono previste ca. 25-30 km di nuovo tracciato ferroviario ed autostradale che si raccorderanno al ponte. Insomma gallerie, ponti, viadotti che aumenteranno a dismisura il costo dell’opera di cui non si conosce ancora il costo. Non si conosce neppure l’impatto ambientale dell’opera ma cosa volete che sia. Un tecnico o un gruppo di tecnici che dichiarino che l’impatto è “relativamente” basso si trova sempre!!

Inoltre le opere faraoniche sono quelle migliori per fare affari!! Gli imprevisti sono dietro l’angolo e possono bloccare l’opera in qualsiasi momento per un adeguamento dei costi. In genere i “furbi” partecipano ad una gara d’appalto con ribassi stratosferici per aggiudicarsi il lavoro. Poi al primo imprevisto fanno il pianto greco e chiedono l’adeguamento dei costi. Ed è facile immaginare quanti imprevisti/adeguamenti possano rendersi “necessari” per un’opera di questa importanza. Poi se l’opera, come è già avvenuto, per qualsiasi motivo non si conclude, si possono sempre chiedere indennizzi per l’impegno profuso!!

La saggezza inviterebbe a non rischiare ed a investire il denaro per le tante infrastrutture dell’isola ancora veramente “problematiche” e per mettere in sicurezza gli edifici che in caso di terremoto cadrebbero come birilli. Ma come sappiamo bene la saggezza non è di questo mondo e soprattutto di questo periodo storico. E poi “piatto ricco mi ci ficco”!!

On. Prof.Mauro Coltorti, Presidente Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato, , XVII Legislatura

Foto di copertina: NASA – Leggi anche: No al ponte sullo Stretto, Sì alle Vie del Mare!

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