Verso la rete fiorentina delle Comunità energetiche

Firenze: verso la rete delle comunità energetiche

Sabato 3 dicembre, dalle 10 alle 13, a Firenze si terrà un’assemblea cittadina dal titolo “Verso la rete fiorentina delle Comunità energetiche”. Il tutto presso lo spazio eventi della Fondazione Est Ovest in via Girolamo Vitelli 20.

Firenze

Un evento fondamentale per il territorio che vuole far nascere un raccordo tra tutte le realtà di Firenze e provincia (ci saranno realtà di Bagno a Ripoli, Campi, Calenzano, Vicchio, Sesto e Impruneta) interessate alla prospettiva rivoluzionaria della produzione dal basso e dello scambio orizzontale di energia.

Il programma prevede, dopo i saluti istituzionali, interventi di Giulio Signorini da Capornia (Legambiente Firenze), Simone Tartaro (Coordinatore Area Energia Agenzia Regionale Recupero Risorse), Filippo Carlà Campa (Sindaco del Comune di Vicchio) e Gabriele Bindi (giornalista Terra Nuova).

Previsto anche un intervento di Unicoop Firenze. Hanno inoltre aderito varie forze politiche e liste civiche. Tra queste: Ecolò Firenze, Firenze Città Aperta , MoVimento 5 Stelle Firenze e l’onorevole Andrea Quartini, Europa Verde Firenze, Ugs Firenze e Sinistra Italiana Rossoverde, con Vincenzo Pizzolo Consigliere Q5 Sinistra Progetto Comune.

Organizzano l’assemblea
Ecolobby, Fondazione Est Ovest e Terra Nuova Edizioni

Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’ Ordine degli Architetti di Firenze

Con Arci Firenze, Extinction Rebellion Firenze, Fridays For Future Firenze, WWF Firenze, Legambiente Firenze, Ideale Ambiente, Libera Firenze, Progetto Firenze, Change For Planet, FIAB Firenze Ciclabile, Italian Climate Network, SenzaSpreco, ènostra, Valdisieve in Transizione, La Città invisibile – Rivista di PerUnaltracittà Firenze

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Gli obiettivi di decarbonizzazione impongono un rapido passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. E tale trasformazione non può prescindere da un cambiamento radicale del modello in grado di affrontare non solo questioni energetiche, ma anche questioni economiche e sociali.

Uno strumento importante per una transizione corretta è rappresentato dalle comunità energetiche rinnovabili CER. Sono comunità intese come dono (cum-munus), certo, ma anche come obbligo morale per il raggiungimento di un obiettivo condiviso. Quello che l’Agenda 2030 dell’ONU ha definito energia pulita per tutti. Ciò comporta un rinnovato comportamento dell’individuo. Non più semplicemente e passivamente consumatore ma anche produttore attivo. In definitiva è quello che permette il recupero di una responsabilità individuale realizzata in termini sociali, vero cardine del nuovo modello energetico.

Le CER sono strumenti di cittadinanza attiva necessaria per assicurare la centralità del prosumer e l’importanza della generazione distribuita dell’energia e dell’autoconsumo. Con una valorizzazione del territorio in cui sorgono e delle sue risorse (vento, sole, biomassa, ecc.). Con una coincidenza geografica tra produzione e consumo che è ulteriore risparmio di energia. Le CER grazie alle incentivazioni economiche possono rappresentare un significativo sostegno alle famiglie in povertà energetica. E forniscono un’importante funzione in termini di consenso locale per l’autorizzazione e la realizzazione degli impianti.

Anche le recenti direttive europee sottolineano questi aspetti, definendo le CER come un soggetto giuridico fondato sulla partecipazione volontaria e aperta. Con lo scopo principale di offrire ai suoi membri e al territorio in cui operano benefici ambientali, economici e sociali senza generare profitti finanziari. I benefici saranno di altra natura. Andranno nella direzione di rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria agendo anzitutto sulle cause strutturali dell’iniquità. E’ una azione decisiva verso quella che abbiamo chiamato democratizzazione dell’energia, con un primo passo verso l’energia come bene comune.

Entro 5 anni sono previste 40mila CER. Con il coinvolgimento di più di un milione di famiglie e con una proiezione di 5-6 GW installati al 2030. Più o meno un decimo della capacità richiesta dall’Europa per gli obiettivi del clima.

Redazione

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