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Fermiamo la guerra e liberiamoci dal gas russo con le rinnovabili

Ho negli occhi le immagini di corpi carbonizzati da un’invasione a lungo programmata dalla Russia di Putin, ormai fuori di testa, e scagliata anche dalla Bielorussia del buffonesco Lukašenko. Questi guerrafondai siano maledetti dalla storia.

Non ci sono ragioni o giustificazioni per giocare così tragicamente sulla pelle della gente comune schiacciata da carri armati e bombardamenti, già testati in molte altre parti del mondo.

Non ci sono ragioni per non liberarci dal giogo del gas russo programmando una svolta rinnovabile del nostro paese e dell’Europa. Purtroppo classi dirigenti incapaci e inette sono andate a far baldoria a Mosca per collezionare la più colossale figura di mxxxa della loro vita facendo finta di trattare. Mentre un altro avventurista, il presidente ucraino Zelensky, proclamava che mai avrebbe rinunciato ad entrare nel patto atlantico.

Vediamo già Tabarelli di Nomisma e Draghi annunciare il prolungamento o la riaccensione delle centrali a carbone e ovviamente l’impossibile (ma questo lo dicono Salvini, Meloni e Casa Pound) raddoppio degli altri metanodotti. Così come l’immediata riapertura dei pozzi di gas chiusi da una legge imbecille voluta dal centrodestra “per salvare Venezia dalla subsidenza” nell’alto Adriatico.

Eccolo il senso di questa guerra che macina vite giovanissime. Creare il panico mondiale e farci dimenticare dell’altra guerra: quella climatica che minaccia il futuro di ognuno sulla Terra.

A noi, oltre a gridare giustamente assieme il nostro sgomento nelle piazze e a urlare con quanto fiato in gola PACE, PACE, PACE, tocca il compito di proporre quello che andava detto da tempo. Ovvero un’Ucraina denuclearizzata e neutrale. Con una struttura statale federale che sappia contenere le diversità e le storie, come quella della numerosa popolazione che si sente russa. Un impegno internazionale per la sua ricostruzione dalla strage di oggi.

LE MANIFESTAZIONI PER LA PACE DI SABATO 26 FEBBRAIO

A noi inoltre spetta disinnescare la pistola del gas russo puntata sul nostro futuro con una svolta rinnovabile. Una svolta che coinvolga ognuno in ogni angolo del paese, con le comunità energetiche e tutti gli altri strumenti possibili. Come la sostituzione delle caldaie a metano con le pompe di calore. Enormemente più efficienti ed in grado per questo nei prossimi anni di consentirci di smettere progressivamente di importare gas. Gas oggi è non più blu, ma rosso di sangue.

Non ci sono se e ma. Non ci sono altre soluzioni più rapide ed efficaci. Bisogna agire ed autorizzare ogni forma di energia rinnovabile in ogni parte del nostro paese. Non rinunciando in questo momento neppure a incrementare dove possibile l’autoproduzione di gas naturale, comunque sempre più pulito del metano da fracking proveniente dagli USA.

Tra le energie rinnovabili il nostro paese ha saputo imboccare unitariamente la strada del biogas e del biometano. Bisogna ora, senza comprimere ma anzi sostenendo la produzione di alimenti, svilupparlo con forza.

La strada rinnovabile quindi di fotovoltaico, eolico, biometano, geotermia, biomasse, idroelettrico, mareale. Il tutto accompagnato anche dalle nuove caldaie a legna, dalla cogenerazione e dalle pompe di calore di produzione italiana ad alta temperatura. Questa è la nostra via verso la pace, sono le nostre armi per vincere la guerra del clima in una nuova coesione popolare. Oltre le divisioni politiche.

E’ un momento di rabbia, lutto e dolore. Ma non abbandoniamoci alla disperazione e non perdiamo la speranza. Come dice sempre Jacopo Fo, alla fine vinceremo noi e con noi la nostra patria umana: LA TERRA.

Fabio Roggiolani

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Redazione

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