Dialogo tra Tecno Ecologisti e Mondo Cattolico

Quando Ettore Valzania della Fondazione Fratelli tutti mi ha chiamato per invitare la rete di Ecofuturo ad un confronto in preparazione del Giubileo ho risposto con gioia immediatamente sì.

La Chiesa con il Papato di Francesco è la più grande potenza ecologista sociale del Pianeta. Lo è nelle considerazioni di fondo, teologiche e filosofiche e nelle considerazioni scientifiche. A partire dal riconoscimento della crisi climatica fino ad analizzare il valore della preservazione degli ecosistemi naturali e della ricostruzione di un rapporto di rispetto della presunta potenza umana verso le risorse della Terra e verso gli altri animali che popolano, oltre all’umanità, il mondo.

Lo è anche perché affronta con coerenza il dilemma delle energie rinnovabili anche nelle città storiche con l’impianto fotovoltaico sopra all’aula Nervi di 200 kw che fa bella mostra di sé dalle foto aeree, senza che nessuno o quasi lo noti guardando da Google Earth. Ed appronta un impianto agrivoltaico in campagna per proseguire la strada del Vaticano Rinnovabile.

Ettore Valzania poi, che ha diretto la Cooperativa Fratelli è Possibile, pioniera delle costruzioni in legno e nella prevenzione sismica sempre con innovazioni in legno, è esso stesso il segno di una chiesa militante, ecologista e sociale che riserva le prediche alla fede e che applica la fede cercando di ricostruire nuove solidarietà e nuove fratellanze. A partire dal sentirsi parte di una Arca di Noè che attraversa la tempesta climatica cercando di ampliare le soluzioni per la resilienza o la resistenza agli eventi estremi, alle bolle di calore estivo, alle siccità, alle alluvioni e alle tempeste e contemporaneamente combattere l’impoverimento e la fame portati nel mondo dall’era fossile, dalla chimica nei campi, dalla agricoltura sovvertitrice della terra e dall’aver per questa via fatto sparire antiche conoscenze e sapienze con cui vivevano i nostri padri e i nostri nonni.

Ecofuturo è la cassetta degli attrezzi per riparare in maniera permanente il pianeta. E’ l’idea che l’energia non deve essere centralizzata, ma decentralizzata al massimo e condivisa in comunità perché non sia dispersa. Ecofuturo, ovviamente è anche 75 ecotecnologie di sistema che abbracciano tutte o quasi le attività umane per uscire dalla crisi climatica tutti meno poveri, più sani, più solidali e più in pace con il creato.

Ecco perché nei tavoli del convegno noi porteremo questi attrezzi, che, sia chiaro, non nascono per gemmazione dallo stesso capitalismo, ma dalla immaginazione, dalla ricerca scientifica, dalla generosità tecnologica e umana di tanti inventori, ricercatori e imprenditori che hanno pagato per decine di anni (ed ora sono di nuovo sotto attacco nel nostro paese e non solo) con l’esclusione dalle carriere universitarie, con la marginalizzazione nelle grandi aziende, oppure con fallimenti delle proprie imprese perché strangolati da un mercato fossile che ha sollevato cavalli di frisia d’oro per restare inattaccabile e con le cui pepite ha pagato politici, giornalisti e comunicazione per ritardare il cambiamento.

In meno di due secoli il pianeta è passato dall’inferno ecologico al tentativo di ritorno. E’ proprio di questi giorni la notizia della chiusura dell’ultima centrale a carbone del Regno Unito, che, con le sue asfissie metropolitane e con l’inquinamento delle sue fognature, imparò per primo a fare i conti con il mostro che aveva risvegliato.

Oggi possiamo tutto in termini ecotecnologici. Possiamo e dobbiamo, ma forze mediatiche si stanno insinuando nelle popolazioni grasse e tronfie delle democrazie occidentali in cui ormai i pensionati comandano, essendo il doppio dei giovani, con un risveglio contro le energie rinnovabili che secondo loro deturpano il paesaggio dei garantiti. Non vogliono che nulla davanti alla propria finestra cambi, come novelli feudatari che nascondevano fuori le mura i maiali e le pecore insieme ai contadini per non vedere e non sentirne il puzzo.

Possiamo con l’agricoltura conservativa senza aratro coltivare anche il sud del mondo ottenendo migliori risultati dell’agricoltura chimica. Possiamo fornire un orto semplice non faticoso e produttivo ad ogni famiglia del pianeta. Possiamo illuminare ed elettrificare ogni più piccolo e remoto luogo con le energie rinnovabili senza costruire reti al di fuori delle comunità locali. Possiamo risanare le aree metropolitane ricche, che stanno soffocando nel rumore e nell’inquinamento, con pompe di calore, fornelli ad induzione, auto elettriche o a biometano (senza accelerare le rottamazioni delle auto che devono durare finché hanno vita per essere ammortizzate).

Possiamo mettere un pannello sopra ogni casa e sopra ogni spazio, ovviamente rispettando la produttività agricola con l’agrivoltaico (isolando i nuovi squali entrati nel mondo rinnovabile dalla stessa porta dei fondi di investimento). Possiamo fare del pianeta un pianeta 100% rinnovabile e ad energia democratica in cui ognuno è prosumer e non consumatore. Possiamo combattere la siccità e le alluvioni difendendo i suoli e recuperando l’acqua piovana che non piove più quando Dio la manda, ma quando la pellicola trasparente di co2 e metano con cui stiamo avvolgendo l’atmosfera si squarcia rovesciando ciò che doveva cadere in una regione in pochi comuni, distruggendoli.

Possiamo diventare consumatori consapevoli. Ad esempio nessun pellegrino che viene a Roma dovrà utilizzare contenitori usa e getta. Distribuiremmo volentieri con la Chiesa le informazioni affinché ognuno porti la sua borraccia ed eviti di acquistare bottigliette in giro per la città, ma la riempia ai 2000 nasoni (come si chiamano le fontanelle di Roma) o ai fontanelli di acqua naturizzata ecotecnologici da installare anche in Vaticano per far riempire le borracce nei momenti di raduno collettivi, nelle stazioni dei trasporti pubblici e in tantissimi altri luoghi per lasciare dopo il Giubileo una Roma migliore.

Possiamo attivare il car pooling del Giubileo per consentire di venire a Roma con auto piene ed individuare una serie di parcheggi periferici in cui prendere navette o taxi collettivi e far fermare i bus turistici per non invadere la città. Possiamo indicare i mezzi pubblici per raggiungere i luoghi del pellegrinaggio. Possiamo attivare l’ospitalità solidale per accogliere pellegrini meno abbienti anche nelle famiglie. E possiamo lasciare in dono ad ogni visitatore un opuscolo scaricabile anche da internet e visitabile dentro Ecofuturo World che racconti la Conversione Ecotecnologica.

Possiamo proporre per il 2025 di ampliare al massimo il lavoro in smart working per chi lavora nella metropoli e possiamo proporre alla ristorazione di utilizzare prodotti bio e a filiera corta… e tante altre proposte che insieme appronteremo.

Affinché questi nostri segnali siano recepiti, dedicheremo il titolo e molti contenuti del prossimo Ecofuturo Festival del 2025 all’enciclica di Papa Francesco ed alla sua applicazione concreta nel pianeta: LA CONVERSIONE ECOTECNOLOGICA.

L’evento come al solito si terrà presso La Città dell’Altra Economia a Roma al Testaccio dal 7 al 10 maggio.

Fabio Roggiolani, cofondatore di Ecofuturo

https://ecquologia.com/fratello-sole-papa-francesco-sceglie-lagrivoltaico/

Redazione

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