Del perché non bisogna distruggere i funghi #connessioni

Trovare connessioni (a partire dai funghi). Un articolo a cura di Marco Benedetti, esperto di bioeconomia, Vicepresidente Associazione Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution.

Ciò che contraddistingue l’uomo è la sua capacità di leggere contesti complessi

Le uniche informazioni trovate sui siti Internet sono l’opposto di quello che stavo cercando. Una spiegazione qualunque alla pratica di mio nonno di andare per boschi in settembre e di rovesciare i funghi chiaramente non commestibili, velenosi o semplicemente non buoni. Pratica che di questi tempi super-tecnologici imperversa immutata nei nostri boschi, senza una spiegazione.

Si legge invece che «[…] I funghi essendo privi di clorofilla si nutrono di sostanze elaborate da altri organismi con i quali possono creare rapporti differenti. Si parla di simbiosi quando si instaura una collaborazione da cui entrambi i soggetti traggono benefici. Di saprofitismo quando i funghi si nutrono di sostanza organica in decomposizione favorendo i processi di alterazione della sostanza organica e diventando importanti fattori nel ciclo dei nutrienti. Di parassitismo quando attaccano individui già deboli o ammalati. Favoriscono così processi di senescenza e morte garantendo maggiori possibilità di sopravvivenza ad altri individui. In tutti i casi, anche se non sono commestibili per l’uomo, i funghi svolgono un ruolo essenziale nell’ecosistema in cui vivono. E sono fonte di cibo per molti animali del bosco, piccoli e grandi».(Perché non bisogna distruggere i funghi? https://bit.ly/45VAn9h)

Che cosa c’entra con il tema di questo numero di Ecofuturo Magazine? Tutto!

Possiamo discutere dei massimi sistemi con la scienza e la filosofia, ma ciò che contraddistingue l’uomo dalla massa degli altri esseri viventi è la capacità di mettere assieme punti anche lontani di un sistema, come per esempio quelli presenti in un paesaggio, e trovarci delle connessioni che diventano non solo storia, ma evoluzione del pensiero e dell’azione.

Così possiamo assemblare reti essenziali, come proposto in questa edizione di Ecofuturo: “acqua, luce, gas e digitale…”, con cui l’essere umano interagisce e delle quali sfrutta le interazioni. Ma se agiamo così superficialmente, ingenuamente o per sentito dire su cose del quotidiano, essenziali invece per la vita, incluso l’andare per i boschi, con i suoi profumi e i colori, pensare di ascoltare un silenzio che invece è ricco di suoni, godere dei frutti che ci “sembrano” solo i più utili per nostra la sopravvivenza e non porci il problema che è quel piccolo scrigno di combinazioni vincenti che il fungo rappresenta, moltiplicato per milioni di volte in un bosco, che garantisce la sopravvivenza all’ecosistema, come possiamo pensare che gli sforzi compiuti dall’ingegno umano non siano vani o destinati solo a riempire le tasche di qualcuno a danno di altri?… continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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