Chi ha paura delle pale eoliche? La sfida delle associazioni

Chi ha paura delle pale eoliche? la sfida lanciata dalle associazioni Rinascimento Green, EcoLobby e Cittadini per l’Italia rinnovabile

È andato in scena giovedì 6 luglio, l’evento online organizzato dalle associazioni ambientaliste Rinascimento Green, EcoLobby e Cittadini per l’Italia rinnovabile sul tema degli impianti eolici.

Le tre organizzazioni, attive da anni nella lotta ai cambiamenti climatici, hanno unito le forze, promuovendo a chiare lettere un concetto fondamentale: l’unica speranza per il futuro del pianeta e dell’attività umana è procedere ad una ormai inderogabile transizione ecologica.

Le tecnologie eoliche, sostengono gli organizzatori, rappresentano una delle risposte chiave a questa esigenza.

“Secondo le analisi scientifiche di ciclo vita (LCA) – che tengono conto dell’impatto complessivo di ogni tecnologia, dall’estrazione dei materiali allo smaltimento a fine vita – gli impianti eolici sono il modo più pulito in assoluto di produrre energia. Forse è questo che dà fastidio ed è il motivo di tutti gli attacchi e i pregiudizi di cui è vittima. Nostro dovere è smontarli uno ad uno, e questa iniziativa non è che il primo passo”. Ha spiegato Mauro Romanelli, fondatore di EcoLobby e Cittadini per l’Italia Rinnovabile.

GUARDA Il webinar Chi ha paura delle pale eoliche? link VIDEO

Il webinar, che ha visto la partecipazione di esperti del settore attivi in chiave nazionale e di esponenti di associazioni provenienti da diverse regioni d’Italia, in particolare Sicilia, Calabria e Sardegna, si è sviluppato intorno a due direzioni principali. Da un lato la risposta ad alcuni dei pregiudizi e delle fake news più diffuse intorno all’eolico e le strategie virtuose di integrazione tra impianti e territori.

Dall’altro l’approfondimento delle potenzialità offerte dalle tecnologie eoliche in termini di produzione energetica, lotta alla povertà e tutela per l’ambiente. Dalla Sicilia chiara la presa di posizione di Stephanie Brancaforte, direttrice di Rinascimento Green ed esponente di Transistor Siracusa.

Coinvolgere sempre più persone

“Per influenzare i decisori politici affinché prendano iniziative concrete volte ad attuare una reale lotta al fossile a favore di un modello energetico rinnovabile, è necessario coinvolgere sempre più persone, spiegare i risvolti positivi di questo cambiamento in maniera concreta. Il guadagno per la salute, i risparmi in bolletta, la condivisione di ricchezza nelle comunità. Qui nel polo industriale di Siracusa i danni enormi alla salute delle persone dovuti all’industria di energia fossile ci ricordano ogni giorno che non dobbiamo prendere in considerazione soltanto i possibili impatti portati dagli impianti rinnovabili, ma anche e soprattutto l’impatto devastante dell’economia fossile già in atto. Un impatto dalle conseguenze terribili: sulla salute dei bambini, sulla salute degli operai che lavorano presso il polo petrolchimico, e sull’ecosistema del mare”. Incalza Brancaforte.

Energie rinnovabili e impatto sulle realtà locali

“Troppo spesso vige un’idea distorta delle energie rinnovabili e degli impatti sulle realtà locali, alimentata talvolta dall’industria del fossile, a volte invece dalla semplice mancanza di conoscenza su questi argomenti. È nostro dovere promuovere una governance positiva, spiegare potenzialità ed esempi virtuosi, per far capire alla popolazione che impianti eolici e tutela dei territori possono convivere in maniera serena e proficua per tutti e tutte”. Tra i relatori dell’evento spicca il nome di Fulvio Mamone Capria, Presidente della neonata Aero, associazione fondata da 13 grandi aziende impegnate nella filiera italiana delle energie rinnovabili offshore.

L’Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano

“L’Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano nella promozione e nello sfruttamento delle energie rinnovabili offshore. Proprio per questo stiamo accelerando il percorso di filiera tra sviluppatori e imprese del settore che stanno coraggiosamente unendo le forze per accelerare questo strategico progetto innovativo. Al Governo chiediamo di elaborare un piano di gestione dello spazio marittimo, di approvare gli accordi relativi alle Zone Economiche Esclusive con i Paesi confinanti e di pianificare idonei interventi infrastrutturali nelle zone portuali strategiche”. Spiega Mamone Capria.

Politiche per la transizione energetica

Focus quindi sulle politiche per la transizione energetica e le strategie che coinvolgono le aziende di settore. “Senza un percorso pubblico-privato il rischio è che gli investimenti, pari a 30 miliardi di euro, correlati a un obiettivo di 10 GW di eolico offshore al 2030, possano essere dirottati altrove, disincentivando la creazione di una filiera italiana, costituita da aziende che sono il fiore all’occhiello del sistema paese che creeranno oltre 150mila posti di lavoro. Gli impianti eolici offshore accelereranno la transizione ecologica, con la riduzione di emissioni pari a 15 milioni di tonnellate di CO2, rafforzando le nostre imprese ed è per questo che vogliamo essere ottimisti e siamo certi che nei prossimi mesi ci saranno momenti di confronto e di dialogo con il Mase e gli altri dicasteri per approfondire il tema delle rinnovabili dal mare, recuperando quel gap culturale, strategico, industriale e di visione necessario per diversificare la produzione energetica italiana nell’interesse della sicurezza e dell’indipendenza nazionali”. Ha concluso il Presidente di Aero.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia e rappresentante Sardegna Rinnovabile

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia e rappresentante Sardegna Rinnovabile, è intervenuta citando il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.

“Per il WWF, l’energia rinnovabile offshore costituisce una parte essenziale della transizione energetica verso un’economia resiliente e completamente decarbonizzata. Alla luce dei più che allarmanti dati sul clima e alla vigilia dell’apertura (speriamo) del dibattito pubblico sul PNIEC, appare di tutta evidenza che bisogna fare molto di più per aumentare sostanzialmente la capacità di energia rinnovabile entro il 2030 e arrivare a un sistema elettrico carbon free entro il 2035. E’ possibile, lo dimostra anche uno studio specifico sull’Italia che abbiamo commissionato insieme alle altre principali associazioni ambientaliste”.

Le maggiori obiezioni sollevate dai detrattori di queste tecnologie risultano spesso legate all’impatto paesaggistico e ambientale degli impianti

Uno degli obiettivi principali dell’evento è stato proprio quello di confutare questa accusa. Citando nuovamente Midulla:

Lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore raggiungerà il suo obiettivo se offrirà soluzioni per la crisi climatica che siano pienamente compatibili con la tutela della biodiversità marina, la resilienza degli oceani e una giusta transizione energetica. L’Italia è in ritardo sulla pianificazione dello spazio marittimo e si stanno accumulando progetti. Ambientalisti e operatori dell’eolico possono agire insieme per uscire da questa situazione di stallo; anche attraverso un confronto sulle Linee Guida messe a punto dal WWF per assicurare la minimizzazione degli impatti dei progetti di eolico offshore. Noi riteniamo che, appaiando una politica seria contro gli sprechi e per l’efficienza energetica, si possano fare tutte le rinnovabili che servono; e più saranno fatte bene, più facile sarà raggiungere l’obiettivo. Coloro che oggi, in Sardegna o altrove, si oppongono a tutte le rinnovabili in modo pretestuoso, sono un ostacolo per chi vuole che le cose vengano fatte bene, oltre ad aiutare i fossili ”.

Marco Giusti, esperto nella progettazione di parchi eolici on-shore:

Chiude, infine, sul clima e sulla linea politica da adottare per Marco Giusti, esperto nella progettazione di parchi eolici on-shore:

“Abbiamo assoluta urgenza di compiere una rapida e completa transizione energetica, azzerando l’uso delle fonti fossili per sostituirle integralmente con le rinnovabili” spiega Giusti. “Urgenza e rapidità perché il surriscaldamento globale continuerà ad innalzare le temperature sino a quando non arriveremo ad azzerare le emissioni. Quindi prima lo facciamo meglio è, perchè il surriscaldamento raggiunto sino a quel momento è irreversibile. Abbiamo tre strumenti per vincere questa immensa sfida: efficientamento, fotovoltaico, eolico. Efficientamento, per arrivare prima a zero emissioni. Fotovoltaico, perché disponibile ovunque. Eolico, perché di inverno il fotovoltaico fa pochissimo, mentre l’eolico fa moltissimo”.

Per scoprire di più su Rinascimento Green, visitate il sito web:

Home – Rinascimento Green

Per scoprire di più su Transistor, visitate il sito web:

Home – Transistor

Link articolo originale SardegnaReporter – Leggi anche Eolico: ancora pochi gli impianti in Europa

Redazione

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