Gianni Girotto

Bollette energia: alcune informazioni molto, molto importanti

Vorrei tentare di fornirvi alcune informazioni a mio avviso molto, molto importanti, riguardo il futuro dell’energia in Italia, e quindi delle relative bollette. E’ già legge il DECRETO LEGISLATIVO 8 novembre 2021 n. 199. Stabilisce che lo Stato, sentite le Regioni, tutte le Regioni, dovrà indicare per ciascuna di esse QUANTI impianti a fonti rinnovabili dovranno essere installati, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Tecnicamente, sempre con i soliti inglesismi, potreste leggerlo negli articoli delle riviste specializzate, indicato come “burden sharing“, cioè “condivisione del peso/onere/carico”. Pertanto, NON ESISTE IL PERICOLO CHE UNA REGIONE PRODUCA PER TUTTA L’ITALIA, che venga “devastata dalla Rinnovabili”. Perché appunto Stato e Regioni concorderanno una suddivisione dello sforzo necessario.

Non solo, sempre nello stesso provvedimento è previsto un’altra importante “rivoluzione”, cioè il superamento del Prezzo Unico Nazionale (PUN appunto). Cosa significa ciò? Significa che si passerà ad un prezzo per gli utenti finali, ora eguale per tutti, in tutta Italia, che sarà invece agganciato maggiormente ai “Prezzi Zonali”, cioè ai prezzi di produzione locali. E pertanto i cittadini/imprese delle Regioni che avranno tanti impianti Rinnovabili, che producono ad un prezzo inferiore, godranno di un prezzo più basso rispetto a chi invece continuerà ad acquistare l’energia prodotta dalle fossili.

Ora siamo tutti d’accordo che gli impianti Rinnovabili debbono “disturbare” il meno possibile. Ma attenzione che ciò dovrebbe valere per qualsiasi altra attività umana, a partire dagli impianti fossili sino ad arrivare a qualsiasi impresa/fabbrica/centro commerciale ecc.. Per cui partiamo dai bacini artificiali di raccolta acqua, elemento indispensabile per conservare questo bene, il più prezioso in assoluto. Ebbene, installare degli impianti di fotovoltaico galleggiante consentirebbe di ridurre l’evaporazione della stessa, e non comporterebbe alcun spregio del suolo, in quanto lo stesso è già occupato appunto dal bacino, tra l’altro indispensabile pure per l’agricoltura. E pensate che con una copertura in media del 3-5% delle superfici dei bacini idroelettrici si può installare un impianto fotovoltaico galleggiante di potenza pari a quella delle turbine idroelettriche di tale bacino.

Per quanto riguarda i tanti problemi del settore agricolo, ricordiamoci che essi non sono GENERATI dalle Rinnovabili, ma sono relativi alle sperequazioni delle rendite lungo tutta la filiera produzione/trasformazione/distribuzione/vendita. Ed è qui pertanto che si deve intervenire. In ogni caso, come sottolineato anche dalla grandissima maggioranza delle stesse  Associazioni ambientaliste, l’agrivoltaico è una soluzione che, se ben progettata, molto spesso permette di  “salvare capra e cavoli”. Ribadiamo inoltre che anche il “classico” fotovoltaico “a terra” non cementifica, non distrugge affatto il territorio. Anzi l’ombreggiatura generata dai pannelli permette l’instaurarsi di un microhabitat vegetale/animale prospero, e combatte la DESERTIFICAZIONE, il vero enorme problema delle Regioni del sud Italia.

Un’ultima informazioni importante. Molti cittadini ed amministratori pubblici sono preoccupati dal fatto che osservano una lista di “prenotazioni”, o più tecnicamente di “richieste di Connessione”, quantitativamente molto ingente. Però è giusto sapere che nel mercato vi sono anche operatori poco corretti. Questi inoltrano la richiesta di Connessione solo per “saturare” la “capienza” di quella determinata zona geografica. E quindi “bloccare” le richieste “vere”, temporalmente successive, degli operatori corretti. E quindi di fatto bloccare lo sviluppo delle Rinnovabili. Insomma utilizzano una “falla” burocratica per lasciare tutto così com’è.

Ora come se ne esce? Bene, sempre in quella legge citata all’inizio è già previsto che Stato/Regioni dovranno individuare, cioè mappare con precisione, le cosiddette “Aree idonee”. Cioè aree geografiche in cui chi vorrà costruire impianti a fonti rinnovabili potrà farlo con grande speditezza. Perché appunto la zona è già stata classificata come idonea, ed è già stato stabilito di considerare idonee una serie di zone come le aree bonificate, le cave e le miniere cessate, le aree a disposizione di Ferrovie ed Autostrade, Aeroporti, i terreni agricoli immediatamente a ridosso di zone industriali….

Quindi gli strumenti e le Aree per poter procedere ci sono. Ora dipende solo dalla politica locale di non bloccare questo processo virtuoso che porterebbe alla creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. E come detto, all’abbassamento del prezzo dell’energia, presupposto indispensabile per abbassare tutti i costi di qualsiasi altro bene/servizio.

Articolo di Gianni Girotto, ex portavoce M5S Senato. Coordinamento Comitato Transizione Ecologica.

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Redazione

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