Bioeconomy Day: un giorno per costruire lo sviluppo sano, coinvolgendo i giovani
Il 27 maggio si terrà il terzo Bioeconomy Day. Re Soil Foundation, Apre, Novamont e il Cluster nazionale per la Bioeconomia organizzano un evento online per presentare alcuni suggestivi progetti dedicati alle nuove generazioni. Per il cambio di modello cruciale il ruolo delle scuole.
Decine di eventi, iniziative e manifestazioni in diverse città d’Italia e ovviamente sul web, visto il momento storico. Unico il filo conduttore: raccontare la nuova economia che impiega risorse biologiche rinnovabili, le sue caratteristiche e le opportunità che offre.
Il 27 maggio torna per il terzo anno il Bioeconomy Day, promosso da Assobiotec-Federchimica e da SPRING, il cluster italiano per la promozione della bioeconomia. L’importanza dell’appuntamento è facilmente comprensibile: “la bioeconomia è oggi universalmente riconosciuta come un’occasione per rispondere alle sfide ambientali, come la scarsità di risorse, il cambiamento climatico, la desertificazione, la degradazione dei suoli. Temi che vengono affrontati anche dalla scuola in quanto grazie alla bioeconomia si produce sviluppo economico sostenibile e lavoro dignitoso anche in aree marginali o a rischio abbandono, mettendo al centro salute e benessere collettivo in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030” spiega Daniela Riganelli, consulente per Novamont.
Scuole protagoniste del cambiamento
Proprio l’azienda novarese, leader mondiale nel campo delle bioplastiche, in occasione del bioeconomy day sarà tra i promotori di un webinar in programma dalle 11 alle 13. Il suo obiettivo è chiaro fin dal titolo: “A scuola di futuro con la bioeconomia” (la diretta sarà disponibile gratuitamente, previa registrazione). Tra i promotori, anche Re Soil Foundation e APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea).
“Abbiamo costruito questo evento online per dare visibilità ad alcune delle iniziative che in Italia stanno cercando di coinvolgere gli studenti nel processo di sviluppo della bioeconomia circolare” spiega Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation e docente del Politecnico di Torino. “Il coinvolgimento di tutto il nostro sistema scolastico è infatti fondamentale per aumentare la consapevolezza delle nuove generazioni su queste tematiche. Solo in questo modo possiamo permettere alla bioeconomia di fare passi avanti. E insieme a lei sarebbe l’intero sistema-Paese a progredire”.
Frenare il consumo di materiali
Il potenziale di crescita della bioeconomia è effettivamente enorme, nonostante già oggi l’insieme delle attività connesse ad essa registri un fatturato che supera i 312 miliardi di euro e dia lavoro a quasi 2 milioni di persone. Tuttavia, come ricorda l’ex ministro dell’Ambiente e presidente del Circular Economy Network, Edo Ronchi, “il consumo di materiali cresce a ritmo doppio rispetto a quello della popolazione mondiale. Dei 30 chili di materiali che ognuno di noi usa ogni giorno (11mila chili l’anno), solo un terzo è in circolazione dopo appena 12 mesi. La parte restante – il 66% – è già diventato rifiuto”.
Cinque progetti da raccontare
Il cambio di rotta è inevitabile e urgente. Coinvolgere i più giovani per centrare l’obiettivo è altrettanto indispensabile. Nell’evento del 27 maggio quindi si darà voce a cinque esempi di progetti sviluppati da istituti superiori, associazioni ed enti locali.
Interverranno i rappresentanti di tre scuole del Piemonte, Emilia Romagna e Umbria. I loro studenti sono stati direttamente protagonisti dell’uso dei principi della bioeconomia per la realizzazione di percorsi didattici e prodotti bio-based. Verranno poi illustrate due altre iniziative: una di LazioInnova, società in house della Regione Lazio dedicata all’innovazione, al credito e allo sviluppo economico che ha sviluppato la Startupper School Academy. L’altra del WWF.
La storica organizzazione ambientale ha realizzato la piattaforma One Planet School: un servizio online gratuito di lifelong learning per mettere a disposizione degli utenti corsi di approfondimento e materiale per sviluppare la consapevolezza in ambito ambientale e della conservazione degli ecosistemi.
Durante la giornata sarà anche presentato il libro “Scopriamo la Bioeconomia”, ideato da APRE per spiegare i vantaggi concreti per la vita quotidiana e l’ambiente ai più piccoli. I destinatari sono infatti i bambini dai 5 agli 8 anni.
L’incontro verrà poi concluso da una tavola rotonda alla quale prenderanno parte Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione; Giovanni Sannia, componente del Comitato Tecnico Scientifico di SPRING; Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation; Vanessa Pallucchi di Legambiente Scuola e di Eleonora Gardini, in rappresentanza della Fondazione Raul Gardini.
Link articolo originale di Emanuele Isonio (Re Soil Foundation)