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Accelerare sulle Rinnovabili o continuare a difendere le Fossili?

L’Europa si trova di fronte a un bivio: accelerare sulle rinnovabili o continuare a difendere le fossili. Articolo a cura di Marco Benedetti, vice presidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution.

Durante un weekend di trekking nei pressi di Monghidoro, nei boschi dell’Appennino Tosco-Emiliano, un compagno di escursione che conosce bene la mia passione per la Natura, mi ha indicato un esteso impianto solare, collocato su un terreno agricolo (magari un ex vigneto o uliveto) come se fosse ben più di una aberrazione paesaggistica: un vero segno di inciviltà. Un segno dei tempi? Più che una soluzione tecnologica? In grado di rispondere, nel suo piccolo, al fabbisogno energetico individuale a sua volta legato al ciclo economico e utilizzato senza adeguata ponderazione sul suo perché? Certamente il suo commento è parso un ammonimento all’estetica più che alla funzionalità.

Dall’altro canto, ci siamo già assuefatti all’estetica “funzionale e omologante” degli anni del boom economico tra il 1950 e il 1980, tra la crescita frequente di vere brutture urbanistiche di asfalto mai sufficienti e quella di elettrodomestici anche per raccogliere le briciole dal tavolo. Non da meno ci stiamo assuefacendo anche alle più recenti pale eoliche dei crinali, senza rimorsi quotidiani al contrasto tra la Natura di sempre e la storia dell’umanità. E così faremo per i pannelli solari sui colli.

Perché? Perché spesso ci è più utile consumare piuttosto che rinunciare a qualcosa che lo eviterebbe: nei mille gesti del quotidiano, per esempio.

Fortunatamente non sarà così per tutti, ma forse occorrerebbero incentivi formativi per smettere di perderci in luoghi comuni su quelle certamente poco estetiche, moderne centrali solari che occupano terreni coltivabili, o sulle pale eoliche che sibilando sui crinali, nell’immaginario intercettano gli uccelli più del vento o sulle centrali idroelettriche che richiedono sbancamenti e tanto cemento. O ancora sulle centrali a biomasse che puzzano, ma se poi mangiamo carne in questa quantità, le biomasse prodotte da animali e relative coltivazioni sono da smaltire. L’idrogeno è difficile da controllare, si pensa, rivolgendosi alle centrali elettriche, mentre a Bolzano gli autobus cittadini si muovono a idrogeno da anni con efficienza, non producono gas di scarico e non sollevano polemiche particolari ecc.

Troppo spesso sono le comodità che annichiliscono la nostra individuale volontà di ridurre il quotidiano contributo al consumo energetico e di conseguenza al moltiplicarsi dei produttori di energia. Sarebbe dunque il piccolo gesto, di cui spesso sottovalutiamo la portata sull’ecosistema, che dovrebbe farci ridurre il consumo di suolo per creare energia.

Corriamo sul tapis-roulant della palestra guardando uno schermo che simula la nostra corsa in un bosco o lungo la costa di una isola, passando accanto ad un parco eolico, senza minimamente realizzare che per far girare il tappeto sotto i piedi e illuminare lo schermo stiamo consumando energia. Sembra poco più di niente (ci si auto-giustifica), ma moltiplicato per milioni di persone che lo fanno contemporaneamente è decisamente uno spreco, al di là del gusto di correre nel parco o nel bosco.

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Redazione

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