Roma

Un po’ di chiarezza sul progetto di termovalorizzatore di Roma

Sul sito Castelli Notizie la lunga riflessione dell’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Albano, Luca Andreassi, professore Universitario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata, in merito alla dibattuta realizzazione del termovalorizzatore di Roma sul territorio di Santa Palomba, a poca distanza dal territorio di Albano e dal sito della discarica di Roncigliano.

In dieci punti l’assessore albanense confuta alcune affermazioni che in questi giorni hanno caratterizzato il dibattito sul tema, aprendo poi ad alcune soluzioni per il problema dei rifiuti di Roma, che ad oggi continua ancora a gravare sul territorio della provincia.

Risolverà tutti i problemi di Roma

Falso. La chiusura del ciclo dei rifiuti passa attraverso una programmazione che parte dalla riduzione dei rifiuti prodotti e termina con la valorizzazione dei materiali recuperati. Nel mezzo un servizio di efficiente raccolta dei rifiuti. Serve un piano industriale serio con numeri, tecnologie all’avanguardia, emissioni inquinanti e costi economici. Invece si è solo lavorato al grande bluff di far credere che, se ci sarà un termovalorizzatore, i rifiuti magicamente spariranno dalle strade e si trasformeranno in oro.

Si integrerà con la raccolta differenziata

Falso. Una tecnologia che prevede la combustione del tal quale è intrinsecamente alternativa alla raccolta differenziata, che si continua a sventolare come vessillo ambientalista ma a cui, di fatto, si è rinunciato nel momento in cui si sono installati per Roma quei contenitori stradali enormi, sei volte più grandi di quelli tradizionali. Con un impianto che brucia il tal quale, è naturale andare verso una minimizzazione della differenziata che è più complessa e costosa da attuare. Basti comunque vedere la storia dell’impianto di Copenhill a Copenaghen. Non appena in Danimarca il livello di differenziata è cresciuto, il termovalorizzatore ha iniziato a funzionare malissimo tanto da essere costretto ad importare rifiuti da UK e utilizzare sempre più gas naturale per stabilizzare la combustione.

Il fatto che i termovalorizzatori sorgano spesso al centro delle Città dimostra che non inquinano

Falso. Uno dei vantaggi principali di un termovalorizzatore è il recupero di energia termica sotto forma di acqua calda e vapore, che può essere usata per riscaldare e fornire acqua calda a complessi residenziali posti in prossimità. E’ quindi naturale ubicarlo nei pressi di aree residenziali che possano trarre vantaggio dal recupero di energia termica. E’, infatti, impensabile far viaggiare acqua calda in tubazioni lunghe chilometri senza disperdere il calore. Pertanto, è difficile capire, relativamente al termovalorizzatore di Santa Palomba, dove e come verrà effettuato questo recupero di energia termica, data la lontananza con le aree residenziali di Roma.

Il termovalorizzatore semina morte e distruzione

Falso. Gli attuali sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti garantiscono un’ottima depurazione dei gas combusti dagli inquinanti principali prodotti nella combustione. Inoltre, i numerosi controlli a cui sono soggetti fanno sì che l’efficienza di tali sistemi sia continuamente certificata e verificata. Non è questa la ragione per essere contrari al termovalorizzatore. Che probabilmente impatterebbe sull’ambiente allo stesso livello se non meno di fabbriche presenti nello stesso territorio.

Il termovalorizzatore è la soluzione più avanzata tecnologicamente per il trattamento impiantistico dei residui secchi

Falso. La termovalorizzazione dei rifiuti con produzione di energia termica è una soluzione tecnologica consolidata ed era all’avanguardia un paio di decenni fa. L’orientamento attuale e lo stato dell’arte della tecnologia, invece, sono diretti verso tecniche di ossidazione parziale e riciclo chimico. Tecniche, cioè, in cui la combustione non avviene ed il processo si interrompe producendo, anziché energia termica, dei gas: etanolo, metanolo, idrogeno. Che possono essere stoccati e utilizzati altrove. Peraltro, la tecnica del riciclo chimico è perfettamente integrata con la raccolta differenziata, in quanto entrambe mirano al recupero di materia. Infine, la quantità di CO2 prodotta da questi impianti è di meno e, soprattutto, facilmente separabile e anch’essa riutilizzabile. Dato fondamentale per la gestione economica di questi impianti, visto che da qui a tre anni anche i termovalorizzatori saranno chiamati a pagare proporzionalmente alla quantità di CO2 emessa.

Il termovalorizzatore (di Gualtieri) risponde alle indicazioni dell’Unione Europea

Falso. L’Unione Europea non ritiene che la termovalorizzazione sia la migliore soluzione da attuare nella gestione dei rifiuti. Lo si evince dalla gerarchia delle azioni suggerite (la termovalorizzazione sta in fondo). Lo si evince dal fatto che gli impianti di termovalorizzazione, in nome del principio di matrice europea –Do not significant harm (DNSH), sono categoricamente esclusi dalle tipologie di progetti finanziabili, perché ritenuti dannosi per l’economia circolare. Insomma, neanche un euro dei fondi PNRR è destinato alla termovalorizzazione. Per di più, uno dei principi fondamentali europei è la prossimità. Ovvero fare in modo che i rifiuti vengano trattati in prossimità di dove vengono prodotti e non “viaggino troppo”. L’impianto da 600.000 tonnellate a Santa Palomba comporta inevitabilmente decine e decine di autoarticolati viaggianti per molti chilometri su e giù per la Città.

Il termovalorizzatore verrà bloccato dall’Unione Europea

Falso. La gerarchia comunitaria, infatti, colloca prevenzione e riciclaggio ai primi due posti e la termovalorizzazione al terzo posto (seguita solo dallo smaltimento in discarica o incenerimento senza recupero di energia). Questo perché la termovalorizzazione, pur svolgendo una funzione utile attraverso la produzione di energia, consuma risorse e provoca alterazione ambientale. Nonostante ciò, per la Ue non esiste un divieto formale, ma si può ricorrere ai termovalorizzatori solo come opzione residuale, per i rifiuti che non si possono evitare e non si possono riutilizzare o riciclare in base alle prime due opzioni.

Il termovalorizzatore produrrà un beneficio economico per i cittadini di Roma

Falso. O meglio, tutto da dimostrare. Al risparmio che si otterrà evitando di mandare in giro i rifiuti romani in Italia ed in Europa, vanno sottratte le spese di gestione dell’impianto e, soprattutto, i costi legati alla CO2 prodotta. Infatti, come detto, fra tre anni anche questi impianti saranno chiamati a pagare proporzionalmente alla CO2 prodotta.

La costruzione del termovalorizzatore renderà non necessarie altre discariche

Falso. Gli scarti del termovalorizzatore non possono che essere smaltiti in discarica.

Il termovalorizzatore verrà costruito in tre anni

Falso. I tempi medi di realizzazione per impianti del genere oscillano tra i 5 e i 6 anni.

SETTE CONSIGLI (NON RICHIESTI) AL SINDACO GUALTIERI

  • Suddividere Roma in distretti il più possibile geograficamente e socialmente omogenei.
  • Rendere ogni distretto indipendente. Ovvero il rifiuto prodotto nel distretto va gestito nel distretto.
  • Effettuare la raccolta differenziata in modo diverso a seconda della zona, utilizzando le modalità più adatte al distretto (porta a porta, isole ecologiche informatizzate, separazione a valle).
  • Attivare azioni (informazione ed incentivi) sul territorio per la separazione prioritariamente della frazione organica.
  • Realizzare impianti di digestione anaerobica per trattare la frazione organica producendo biogas e, eventualmente, biometano.
  • Effettuare una riconversione del parco mezzi di AMA per poterli alimentare con il biometano prodotto dalla digestione della frazione organica.
  • Realizzare un impianto per ogni distretto per trattare la frazione residua secca. Impianti non a fiamma ma ad ossidazione parziale e riciclo chimico. Tecniche, cioè, in cui la combustione non avviene ed il processo si interrompe producendo, anziché energia termica, dei gas: etanolo, metanolo, idrogeno che possono essere stoccati e utilizzati altrove”.

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Redazione

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