Sussidi ambientalmente dannosi: pubblicato nuovo catalogo

La quinta relazione Mase sui sussidi ambientalmente dannosi e favorevoli. Pichetto: dal prossimo anno le proposte per la “progressiva eliminazione” dei Sad

Tra il quarto trimestre del 2021 e il secondo trimestre 2022 il governo Draghi ha adottato 25 misure da 17,7 miliardi di euro complessivi per contenere il costo dell’elettricità, del gas naturale e dei carburanti. Alcune di queste misure, come l’Iva agevolata sul gas naturale, sono ancora in vigore. Tuttavia, scrive il ministero dell’Ambiente nel quinto Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, aggiornato ai dati del 2021, questi dati “non sono inclusi nelle serie storiche, dato il loro carattere emergenziale e straordinario, verosimilmente transitorio e comunque in rapida evoluzione”.

Il catalogo, inviato ieri alle Camere, dedica comunque un capitolo all’elenco e alla quantificazione economica delle misure taglia-bollette e taglia-accise.

Se 18 miliardi di interventi sui costi di luce, gas e carburanti non sono sussidi ambientalmente dannosi, lo sono invece 58 misure per 22,4 miliardi di euro, di cui 42 per 14,5 miliardi di euro sono ritenute sussidi ai fossili. Nel 2021, i sussidi incerti erano 33 per 11,5 miliardi di euro, quelli ambientalmente favorevoli 77 per 18,6 miliardi di euro. I numeri sono in linea con il quarto catalogo con i dati del 2019 e del 2020 (v. Staffetta 28/01/22).
Dal catalogo risulta “Sad”
• una misura per un milione di euro nel settore Agricoltura e pesca;
• 31 misure per 11,2 miliardi di euro nel settore Energia;
• 4 misure per 1,3 miliardi di euro nel settore Trasporti;
• 7 misure per 1,7 miliardi di euro tra gli Atri sussidi e 15 misure per 8,2 miliardi di euro nel settore dell’Iva agevolata (sul punto, il ministero dell’Ambiente nota che il ministero delle Finanze ritiene che le agevolazioni sull’Iva non vadano conteggiate come sussidi).

Tra i sussidi ambientalmente dannosi, i più pesanti per le finanze pubbliche sono
• la differenza di accisa tra diesel e benzina (3,4 miliardi, il Mase chiede di aumentarle al livello della benzina);
• l’Iva agevolata per l’acquisto di case nuove (perché consuma suolo, vale 2,6 miliardi di euro);
• le quote gratuite Ets (salite a 2,4 mld per l’aumento del costo della CO2);
• l’Iva agevolata per le case non di lusso (anche qui perché consuma suolo, vale 2,3 miliardi);
• l’Iva al 10% per l’elettricità per uso domestico (perché incentiva il consumo di energia, vale 1,8 miliardi);
• il credito d’imposta per i beni strumentali nelle aziende del Mezzogiorno (i beni strumentali consumano energia, vale 1,7 mld);
• lo sconto sul gasolio autotrasporto (1,4 miliardi), le agevolazioni sulle auto aziendali (incentiva l’acquisto e l’uso di auto, vale 1,2 miliardi).

Notiamo quindi che vengono considerate “sussidi ambientalmente dannosi” alcune misure analoghe a quelle varate dal governo Draghi, e in parte confermate dal governo Meloni, per tagliare i costi dell’energia.
Nella premessa firmata dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto si legge infine che “dalla prossima edizione del presente documento saranno prioritariamente trattate ed approfondite le ‘proposte per la progressiva eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e per la promozione dei sussidi ambientalmente favorevoli’”. Per conseguire l’apprezzabile risultato di una “progressiva eliminazione” degli incentivi che fanno male all’ambiente, sarebbe certamente auspicabile chiarire di che cosa parliamo quando parliamo di Sad.

Scarica il nuovo elenco dei SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi)

Redazione

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