Rapporto Civico 5.0 2021 di Legambiente: oltre 2mln di famiglie in precarietà energetica

Giunto alla terza edizione il Rapporto Civico 5.0 di Legambiente fornisce una radiografia del patrimonio edilizio nazionale e dello stato delle famiglie in rapporto ai consumi energetici.

Un patrimonio edilizio quello italiano, composto da oltre 12 milioni di immobili ed oltre la meta di questi che ha più di 45 anni ed è stato realizzato prima di ogni normativa sia sulla sicurezza sismica che sull’efficienza energetica. 

Un contesto questo, nel quale le politiche di riqualificazione e ristrutturazione devono avere un ruolo centrale sia per il rilancio di una nuova edilizia orientata alla riqualificazione che nel più ampio processo di transizione ecologica, con l’efficienza energetica in edilizia che assurge a questione sociale.

Nonostante che dall’inizio del 2021 gli interventi di retrofit abbiano registrato un incremento del 514%, questi hanno interessato soprattutto le fasce più agiate di popolazione. Infatti nell’edilizia popolare, che conta oggi 836mila alloggi, gli interventi procedono a ritmi davvero rallentati, soprattutto nelle periferie. E altrettanto lenti, se non del tutto assenti, gli strumenti per facilitare l’accesso agli incentivi per i cittadini in difficoltà.

Rapporto Civico 5.0, restituisce i risultati delle indagini condotte su consumi energetici e il comfort interno a partire da un gruppo di 38 famiglie delle città di Torino, Modena, Roma, Napoli e Reggio Calabria, monitorate nell’arco di un anno intero, con un focus particolare per l’edilizia pubblica e ai temi del disagio abitativo. Nello specifico, la campagna di Legambiente ha visto il coinvolgimento nei monitoraggi anche di 9 famiglie residenti in case popolari nelle 5 città pilota, con i risultati che non soddisfano richiamando la priorità per una robusta politica di riqualificazione energetica.

Come osserva Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente Gli immobili considerati ci restituiscono un quadro d’inefficienza a più livelli che si ripercuote soprattutto sulle famiglie in condizioni di maggiore disagio abitativo, ancor più in tempi di pandemia”. le carenze ricorrenti nell’edilizia popolare, rilevate dai volontari di Legambiente sono dispersioni termiche, elevati consumi elettrici, scarso ricambio d’aria, umidità, perdite dalle reti idriche, sistemi elettrici obsoleti e precari: queste sono solo una parte delle criticità.

Sil tema povertà energetica e Superbonus la stessa Eroe precisa che ““Il Superbonus al 110% […] è utile per far partire i cantieri e dare sollievo al comparto edile, non altrettanto nel ridurre i consumi, dato che per accedervi è richiesto il salto di sole due classi energetiche. E ancor meno nella riduzione dei gas climalteranti e nell’innovazione del settore. Mancano interventi e politiche focalizzati sugli edifici con residenti in povertà energetica, senza dimenticare scuole e uffici dove i processi sono più lenti.

Al riguardo, secondo Legambiente vi sarebbero oggi in Italia oltre 2,2 milioni le famiglie che vivono in condizioni di precarietà energetica, con una tendenza in netto peggioramento a causa degli effetti della crisi da Covid-19. Inoltre l’edilizia popolare, normalmente collocata nelle periferie, risulta slegata da infrastrutture culturali ed è mal servita dai mezzi di collegamento, accentuando fenomeni di ghettizzazione, disuguaglianze e fragilità.

Nel Rapporto di Legambiente si legge testualmente che Il diritto a vivere in case in Classe A non è solo un’opportunità ambientale e climatica ma anche una politica di welfare. Interviene in tema di aumento della capacità di spesa per le famiglie […] ma anche in tema di disuguaglianze, contrasto alla povertà energetica e di miglioramento della qualità di vita e del senso di comunità”. 

Nel Rapporto si rileva comunque anche il cattivo stato dell’edilizia privata, evidenziando una situazione di edifici disperdenti e poco efficienti, ad iniziare dalle disomogeneità termiche che obbligano i cittadini a un sovrautilizzo dei sistemi di riscaldamento, a tal punto che la bolletta termica può arrivare, in casi eccezionali, a andare oltre i 3mila euro all’anno.

Scarica il Rapporto Civico 5.0 di Legambiente

La Redazione di Ecquologia

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