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Motori diesel: un futuro nel segno dell’idrogeno?

Nel futuro degli attuali motori diesel c’è l’idrogeno? E’ su questa possibilità che stanno lavorando alcuni scienziati dell’University of New South Wales, in Australia. Un team di ingegneri, guidato dal professor Shawn Kook, ha lavorato allo sviluppo di un sistema ibrido a doppia alimentazione con cui attuare il retrofit delle macchine a gasolio. Conseguendo, come mostra l’articolo pubblicato sull’International Journal of Hydrogen Energy, risultati più che convincenti.

Un vettore per la decarbonizzazione l’idrogeno, che incarna anche la possibilità di mantenere in vita infrastrutture e impianti oggi legati alle fonti fossili, rendendoli disponibili per la transizione ecologica in maniera più rapida rispetto a tecnologie sviluppate ex novo. 

E’ proprio la parola rapidità a costituire la chiave di lettura del team di ricerca di Kook. I ricercatori sostengono infatti che qualsiasi motore diesel potrebbe essere riqualificato con il loro sistema ibrido nel tempo di un paio di mesi.

“Essere in grado di adattare i motori diesel già disponibili [all’idrogeno] richiede molto meno tempo che aspettare lo sviluppo di sistemi di celle a combustibile completamente nuovi che potrebbero non essere disponibili in commercio su scala più ampia per almeno un decennio”

professor Shawn Kook

Il team australiano ha mantenuto l’iniezione diesel originale nel motore, aggiungendovi un secondo sistema d’alimentazione a idrogeno direttamente nel cilindro. E trovando una modalità di risoluzione di uno dei principali problemi legati a questo approccio. Infatti come ha sottolineato il capo del team di ricerca “Se metti l’idrogeno nel motore e lo lasci mescolare, otterrai un aumento delle emissioni di ossido di azoto (NOx), causa significativa di inquinamento atmosferico e piogge acide. Il team ha scelto un approccio da definire “stratificato” che permettesse cioè di avere aree con differenti concentrazioni di idrogeno. 

La ricerca ritaglia così uno spazio per i motori diesel nel futuro di medio termine, con l’obiettivo di ridurre da subito le emissioni di CO2. Il sistema può funzionare utilizzando fino al 90% di idrogeno come carburante. Ed è in grado di ridurre le emissioni di carbonio a circa 90 g/kWh. Corrispondente all’85,9% in meno rispetto alla quantità prodotta dai motori a gasolio convenzionali.

Tra i punti di forza della tecnologia di ibridazione messa a punto vi è il non richiedere idrogeno puro (condizione essenziale per le fuel cell). Con un’efficienza del 26% migliore dei tradizionali motori monocilindrici. Gli scienziati hanno già brevettato la loro invenzione e ora contano di poter commercializzare il nuovo sistema nei prossimi 12-24 mesi.

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Redazione

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