2023 alluvione

La Belva Umana sta distruggendo il Pianeta: la doppia alluvione in Emilia-Romagna

Gli eventi avvenuti in Emilia-Romagna, come possiamo controllare dagli annali del Servizio Idrogeologico, sono veramente eccezionali. Sia per il tempo di ritorno, sia per la potenza delle precipitazioni. 

DOPPIA ALLUVIONE 

Già il primo singolo evento aveva una ricorrenza millenaria, ma se addirittura in una settimana ne avvengono due evidentemente possiamo considerare una ricorrenza totale pluri-ultra millenaria, quasi geologica. E solo il riscaldamento della atmosfera lo può aver causato.

APPENNINO TOSCO EMILIANO ARGILLOSO/MARNOSO

L’Italia è un paese fragile e l’Emilia Romagna in particolare. Le frane più importanti sono presenti in Appennino Tosco Emiliano dove le formazioni geologiche sono prevalentemente argilloso marnose. 

Le precipitazioni di questo periodo hanno accentuato i fenomeni franosi che alla meno peggio abbiamo cercato di controllare e mitigare. Purtroppo l’acqua, la benefica acqua, quando precipita con volumi non controllabili ruscella e non penetra nel sottosuolo. Ciò a causa anche dell’uso del territorio, in primis della cementificazione delle aree urbane e della coltivazione intensiva dei poggi con l’uso dell’aratro sovvertitore, antitesi dei metodi conservativi del terreno usati dai nostri padri, come descritto nel libro “La terra che salva la terra” di recentissima uscita. 

TERRE BASSE  

L’acqua precipitata ha poi difficoltà a defluire in quelle aree ove la quota di base è vicina o addirittura inferiore al livello del mare. Mare pertanto impedito a ricevere come dovrebbe quel flusso di scarico che purtroppo dovrà evapotraspirare o infiltrarsi (non facilmente nei terreni argillosi impermeabili), rimanendo per giorni o settimane ove accumulato. 

Noi spenderemo ordini di grandezza in più, rispetto a fare opere di prevenzione idrogeologica, per rimediare parzialmente i danni post evento. 

LO SCARICABARILE INDEGNO 

Tutti danno la colpa ai Governi precedenti, ma poi fanno voli pindarici per mettere in ballo opere assurde e prive di senso. E con spese inquantificabili e non sostenibili e tempi biblici di completamento. Tutto ciò solo per rendere favori a personaggi ambigui e movimentare capitali aggredibili dal malaffare.

POLITICA DEGLI ANNUNCI 

Le risorse vanno utilizzate per mettere in sicurezza più possibile il nostro territorio. Soltanto dopo aver fatto questo possiamo pensare, ma solo per “spes ultima dea”, alle “seghe mentali” tipo Ponte sullo Stretto.

Poi è evidente, solo dei decerebrati non si rendono conto che queste tragedie sono figlie dei cambiamenti climatici. E che solo una politica accorta, ma immediata, sulle rinnovabili e il blocco delle fossili potrà mitigare, visto che siamo sulla china del non ritorno, gli eventi estremi, sia di siccità che alluvionali. 

Poi non diciamo bugie, ma soprattutto “cazzate”!!!

Le Autorità dei Bacini hanno avuto, da questo Governo, un decurtamento in media del 40% del budget sul contrasto al dissesto idrogeologico. Quindi non tutto dipende dai vecchi governi. 

Salvini vuole cementificare il territorio per costruire nuovi bacini idroelettrici (non siamo contrari), quando invece la migliore e risolutiva soluzione è l’ECODRAGAGGIO con il quale si possono eliminare i sedimenti accumulati nei nostri bacini (500 grandi bacini), riportando così le dighe a essere efficienti e potenzialmente ai valori di invaso originali. 

Questo fatto potrà laminare le piene, riducendo le alluvioni, e contrastare la siccità, produrre molta più energia pulita e soprattutto ottenere materia prima seconda, come sabbie e ghiaie per costruzione (limitando le cave e il relativo consumo del territorio) e limi fertili per l’agricoltura. 

Invece di dire la bugia che gli ambientalisti hanno bloccato tutto, il Ministro farebbe meglio a rivolgersi a tutti i partiti, destra in primis, che troppo spesso votano leggi in parlamento e  poi sostengono i comitati locali contro le casse di espansione e gli impianti di energie rinnovabili (l’escavazione dei fiumi è una boiata pazzesca).

Giuliano Gabbani, Docente Scienze della Terra Unifi e presidente del comitato scientifico Ecofuturo 

Leggi anche Clima: temperature record nei prossimi 5 anni

Redazione

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