Intelligenza Artificiale & piccoli reattori nucleari: quale sostenibilità?

Proponiamo oggi una riflessione su Intelligenza Artificiale, Piccoli Reattori Nucleari e Sostenibilità di Mario Agostinelli ecologista, politico e sindacalista.

Vi si evidenzia il ruolo chiave dell’Intelligenza Artificiale (IA) nello sviluppo dei c.d. piccoli reattori nucleari (SMR), presentati da molti come “nuovo nucleare pulito”. Questi SMR mirano a fornire energia ininterrotta per alimentare data center che supportano l’IA, ma sollevano forte preoccupazioni riguardo all’aumento del consumo energetico e alla gestione delle scorie nucleari. Il testo si interroga quindi sulla sostenibilità ambientale, la democrazia e la giustizia sociale nell’adozione di questa ennesima formula per la crescita.

PICCOLI REATORI MODULARI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ENNESIMA FORMULA PER LA CRESCITA. Che ne sarà del clima, della democrazia e della giustizia sociale?

Sulla transizione energetica il nostro governo procede per annunci, spesso contraddittori e quasi sempre proiettati in decenni successivi alle scadenze cui saremmo chiamati a rispondere riducendo l’impatto climatico del nostro sistema. Sia che si trattasse della fusione nucleare con cui imitare il sole, che del piano Mattei con cui ricolonizzare il sud del Mediterraneo o, infine, dell’”hub europeo” creato per raccattare e sequestrare la CO2 emessa dai residui turbo-gas rimasti in Europa, non c’è proposta di politica energetica che ci abbia riabilitati come diligenti esecutori del Green Deal UE.

Adesso, però, rientriamo volentieri nell’alveo della “ritirata” della Von der Leyen, timorosa di essere danneggiata dalla “frenesia verde” (secondo la “grammatica” di Vox, Fpoe, Fidesz e Afd) che l’aveva fatta conoscere come alfiere delle rinnovabili, invise alle destre europee in crescita nei sondaggi e, insieme, oppositrici di qualsivoglia inclinazione ecologista.

Così’, sta prendendo piede, con un protagonismo italo-francese, una tacita rinascita dell’atomo attraverso un consorzio europeo di rilancio del nucleare a cui la Commissione Europea non sembra insensibile.

E come sfuggire a questa occasione che il ministro Pichetto Fratin definisce “nuovo nucleare pulito, fatto di piccoli reattori nucleari sparsi per il territorio” e tanto allettanti da far dimenticare l’enorme mole di controindicazioni che provengono ormai da decine di anni di studi scientifici, oltre che da spaventosi incidenti nelle centrali esistenti e dall’esito di due referendum popolari? Insomma: qualsiasi soluzione, purché, in una penisola ricca di sole, di bacini di stoccaggio e di vento che spira sui mari che la contornano, si lasci a languire la riconversione della seconda manifattura d’Europa verso il sistema delle energie rinnovabili.

Dopo l’insediamento di una commissione nazionale per lo sviluppo di piccoli reattori nucleari (SMR) (vd. il fattoquotidiano.it: Rilanciare il nucleare serve solo a prender tempo sulle rinnovabili. O per ragioni più prosaiche), il Ministro del MASE ad inizio febbraio, come racconta La Stampa dell’8 Febbraio 2024, ha incontrato i vertici di Ansaldo Nucleare per affidare loro un ruolo da primattore nell’alleanza europea, che si avvarrà del know-how e delle competenze tecnologiche dell’impresa, che aveva contribuito in maniera determinante alla creazione del consorzio. Infatti, il Gruppo Ansaldo Energia ha firmato negli ultimi mesi accordi strategici per la cooperazione specifica nella costruzione di SMR di diverse tipologie in collaborazione con EDF, Edison, Westinghouse e altri attori internazionali.

Vale la pena a questo punto di inquadrare lo sviluppo (quasi sottotraccia) di questa nuova tecnologia che ha tutta l’apparenza di una chiamata alle armi. E la ragione di tanto interesse sta nelle speranze di nuova crescita che sono affidate allo sviluppo impetuoso dell’Intelligenza Artificiale (IA).

In effetti, nella prospettiva di una rivalutazione del nucleare diffuso di piccola taglia, lo sviluppo dell’IA ha un ruolo rilevantissimo, in quanto questi reattori minori (attorno ai 400 MW) assicurerebbero la fornitura di elettricità 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 agli innumerevoli data center in cui vengono conservati i cloud con i big data e vengono alimentati i chip di ultimissima generazione. I consumi di energia per l’IA sono stati finora trascurati, ma l’aumento medio per l’elaborazione e il raffreddamento dei sistemi ad apprendimento automatico è valutato dell’ordine del 43% rispetto agli analoghi sistemi di computazione tradizionale. Ad oggi si stima che i data center consumino tra l’1 e il 2% dell’elettricità mondiale, ma l’ascesa di strumenti come ChatGPT innesca già previsioni del consumo energetico globale che potrebbe aumentare di cinque volte.

Secondo Carlos Gómez Rodríguez, professore di Informatica e Intelligenza Artificiale presso l’Università di La Coruña: “L’IA generativa produce più emissioni dei normali motori di ricerca, che pure consumano molta energia perché, dopotutto, sono sistemi complessi che si tuffano in milioni di pagine web. Ma l’intelligenza artificiale genera ancora più emissioni, perché utilizza architetture basate su reti neurali, con milioni di parametri che devono essere per lunghi tempi addestrati”.

Nel panorama attuale l’Intelligenza Artificiale è considerata la strategia decisiva per la quarta rivoluzione industriale e per la potenza delle forze armate. I data center delle compagnie di informatica potrebbero diventare un segmento di mercato significativo a livello globale per gli SMR nei prossimi decenni e non a caso sono oggetto di ricerca e di prototipizzazione da parte anche delle imprese leader dell’informatica proprietaria, in particolar modo negli Usa, in Inghilterra, Belgio, Taiwan e Giappone.

Già in un post precedente ho posto la questione della novità di una diffusione pervasiva di scorie nucleari sul territorio: analogamente a quanto è avvenuto nel settore chimico, dovremmo fare i conti con un controllo altrettanto capillare, con una variante di tossicità e di militarizzazione impressionante. Peraltro, in uno studio della Stanford University intitolato “Nuclear waste from small modular reactors”, la gestione e lo smaltimento dei flussi di rifiuti nucleari prodotti dagli SMR, rivelano che i progetti SMR, comparati con i PWR a scala di giga watt, aumenteranno i volumi equivalenti dei rifiuti nucleari, che necessitano di gestione e smaltimento, con il volume dei rifiuti ad alta attività che aumenterà addirittura di un fattore 30.

E poiché le proprietà del flusso di rifiuti sono influenzate dalla fuoriuscita di neutroni dal nocciolo ridotto, gli SMR aggraveranno anche le problematiche legate allo smaltimento degli impianti a fine corsa.

Mario Agostinelli

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Redazione

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