Industria pesante: gravi ritardi nella decarbonizzazione

L’industria pesante sta facendo registrare ritardi pesanti nel percorso di decarbonizzazione, con uno studio condotto da Tpi, gruppo globale di investitori appoggiato dall’ONU, che ha analizzato le strategie di 111 compagnie, operative in cinque settori chiave e quotate in borsa, con ben 95 delle quali che non hanno piani adeguati per affrontare le problematiche connesse con il riscaldamento globale. (Foto di Michael Gaida da Pixabay)

Appena il 14% quindi le industrie pesanti quotate in borsa e operative nei settori dell’acciaio, del cemento, dell’alluminio, della carta e in quello minerario, è davvero allineata con gli obiettivi dall’accordo di Parigi sul clima, con la decarbonizzazione come orizzonte molto lontano. Si tratta dei settori più  impattanti tra quelli definiti con emissioni hard-to-abate, cioè quelli per i quali è più difficile implementare soluzioni a bassa intensità di carbonio alternative a livello di processo industriale, frequentemente per difficoltà di elettrificazione spinta oltre un certo punto.

Sulle 111 compagnie analizzate da Tpi, appena 16 hanno avviato una procedura interna per la revisione dei propri processi industriali, per poterli modificare allineandosi al vincolo dei 2°C di riscaldamento globale entro fine secolo previsto dall’accordo di Parigi del 2015, con il decennio della transizione energetica, per queste industrie, sostanzialmente ancora al palo.

Un dato ancor più significato se contestualizzato al numero di compagnie invece allineate all’obiettivo di Parigi da qui al 2030 che sono invece il 22%. Questo si traduce nel fatto che, mentre molte aziende negli scorsi anni hanno lavorato per mettersi in linea con la soglia dei 2°C, questi sforzi sono rimasti a uno stato embrionale. In sostanza dopo il 2030 si registra una sorta di plateau sul piano nell’abbattimento delle emissioni di tali aziende.

Sullo studio il punto di Adam Matthews, co-presidente di TPI, secondo il quale Mentre entriamo nel decennio di transizione, questi settori hard-to-abate sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di neutralità di carbonio entro il 2050. Sebbene sia preoccupante che così poche aziende industriali siano pronte, è chiaro che i nuovi processi industriali basati sui principi dell’economia circolare ci danno un punto di svolta soluzioni tecnicamente praticabili ed economicamente interessanti .

Link studio TPI

La Redazione di Ecquologia

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