ENI: M5S, IMPIANTO STOCCAGGIO CO2 A LARGO RAVENNA INUTILE, NO FONDI PUBBLICI

Impianto ENI CCS Ravenna – la posizione di Cingolani

La vicenda dell’impianto di stoccaggio di CO2 previsto da ENI a largo di Ravenna è stata oggetto di un’interrogazione del M5S in Commissione Ambiente alla Camera. Un progetto di cui abbiamo recentemente parlato in differenti articoli. Eni: niente fondi europei per il CCS di RavennaSistemi CCS – CCUS: inutili per la decarbonizzazioneGreenpeace in azione contro il patto della finzione ecologica. Purtroppo la risposta del Ministro Cingolani è stata “evasiva”. Non ha escluso che nella prossima Legge di Bilancio attualmente in discussione vi siano fondi per il sequestro e riutilizzo della CO2. Aggiungendo che il sostegno o meno di progetti di CCS sarà demandato ad una ulteriore disposizione attuativa del Governo.

Come rete di Ecofuturo non possiamo che dichiararci insoddisfatti. Questi progetti di Cattura e Sequestro del Carbonio non vanno bene. Ci sono altresì ottimi progetti, innanzi tutto la liquefazione e il riuso della C02. E per questo vanno chiusi i pozzi di estrazione della C02 mineraria. Mentre i fondi per lo stoccaggio andrebbero usati per le riforestazioni e l’agricoltura biologica senza aratro sovvertitore!

Nota di Luca SUT, M5S: Impianto ENI stoccaggio CO2 a largo Ravenna inutile, no fondi pubblici

“Il progetto di Eni per lo stoccaggio di CO2 a largo di Ravenna si basa su una tecnologia sperimentale. Una tecnologia che non ha dimostrato la sua efficacia né la sua capacità di raggiungere economie di scala per rientrare dagli investimenti iniziali”.

“Con un’interrogazione in commissione Ambiente ci siamo rivolti al ministero della Transizione ecologica. Chiedevamo conferma dell’esclusione dei progetti basati sul Ccs (Carbon capture and storage) dai sussidi di natura pubblica. Non abbiamo avuto indicazioni precise sull’articolo 153 della legge di Bilancio che prevede l’istituzione di un Fondo per il sostegno alla transizione industriale. Quelle risorse vanno indirizzate su strumenti e tecnologie realmente funzionali alla decarbonizzazione. La nostra posizione è chiara: il Ccs non rientra nelle tecnologie che realmente possono accompagnare la transizione ecologica“.

“I progetti Ccs hanno grossi limiti dal punto di vista economico. E, inoltre, poco hanno a che fare con la strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici. Vista l‘incidenza irrisoria rispetto al fabbisogno di riduzione delle emissioni. Sarebbe un errore grave sperperare fondi per questo progetto“.

Il testo dell’Interrogazione e la risposta del Ministro

5-07217 – Interrogazione sul progetto di Eni di realizzare un mega deposito di Carbon Capture and Storage (Ccs) al largo di Ravenna. Di MARAIA, SUT, DAGA, DEIANA, D’IPPOLITO, DI LAURO, LICATINI, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIGNAROLI, ZOLEZZI, GIARRIZZO, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, MASI, ORRICO, PALMISANO, PERCONTI e SCANU.

Al Ministro della transizione ecologica — Per sapere – premesso che:

  • Diversi quotidiani online hanno riportato la notizia che il progetto di Eni di realizzare un mega deposito di Carbon Capture and Storage (Ccs) al largo di Ravenna, candidato dalla stessa società al Fondo europeo per innovazione, è stato scartato dalla Commissione europea. Non rientrando tra i sette progetti aggiudicatari e neppure tra i quindici che riceveranno assistenza dalla Banca europea per gli investimenti;
  • si tratta di un’opera ingente con un costo stimato attorno a due miliardi di euro. Per la quale la società petrolifera sta cercando da tempo di accedere a fondi pubblici. Costo non giustificato neppure sotto il profilo prettamente economico, laddove le ricadute sull’occupazione e la capacità di garantire un reale efficientamento energetico appaiono estremamente incerte;
  • il «no» dell’Europa mette, pertanto, seriamente in discussione la credibilità di quest’opera. Tanto più che l’articolo 153 della legge di bilancio 2022 ha previsto l’istituzione di un apposito Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro, a decorrere dall’anno 2022. E le cui risorse sono destinate a concedere agevolazioni alle imprese per investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra dei processi produttivi. Tra i quali rientrano anche la cattura, il sequestro e il riutilizzo della CO2. Norma che, alla luce delle valutazioni fatte da Bruxelles, andrebbe pertanto riconsiderata;
  • il Ccs è una tecnologia sperimentale che, non solo, non ha ancora dimostrato la sua efficacia né la sua capacità di raggiungere economie di scala per ridurre gli investimenti iniziali. Ma che mal si concilia con la strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici. Data l’incidenza irrisoria rispetto al fabbisogno di riduzione delle emissioni. Ad oggi i progetti realizzati, sia in Italia che all’estero, non hanno dato alcun risultato rilevante a fronte di elevati costi;
  • occorre inoltre valutare gli effetti ambientali secondari, non direttamente ricondotti all’abbattimento delle emissioni di CO2 concernenti la protezione dai rischi e i danni economici, sociali e alla salute. Ai quali si aggiungono i rischi legati alla sicurezza geologica in aree sismiche caratterizzate dalla presenza di faglie. Per le quali, ad oggi, non si può escludere che eventuali terremoti possano modificare la capacità futura di un sito di stoccaggio di trattenere affidabilmente il contenuto:

Se il Ministro interrogato intenda confermare l’adozione di iniziative per l’esclusione dei progetti basati sul Ccs dai sussidi di natura pubblica, così allineandosi alle recenti valutazioni operate in sede di Ue.

Risposta scritta pubblicata Martedì 7 dicembre 2021 nell’allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente) 5-07217

Con riferimento alla questione posta dagli onorevoli interroganti, si rappresenta quanto segue.

  • Si premette che il bilancio energetico nazionale sarà basato su una quota sempre crescente di energie rinnovabili. Anche grazie alle misure del PNRR. Pur se una quota di fonti fossili sarà necessaria nella transizione per garantire sicurezza e stabilità al sistema.
  • Nel PNRR nell’ambito della missione 2 ed in particolare nella componente 2 «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» per quanto concerne il vettore idrogeno, sono previste linee di finanziamento volte a promuoverne la produzione, la distribuzione, gli usi finali e lo stoccaggio. Nel PNRR non sono previste misure con riferimento alla cattura e allo stoccaggio di CO2.
  • Per quanto riguarda l’istanza del 31 maggio 2021 presentata da ENI agli uffici competenti del Ministero della transizione ecologica, relativamente al programma sperimentale CCS, denominato «PCMW CCS» nell’ambito della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare «A.C26.EA». Si precisa innanzitutto che con la Direttiva 2009/31/CE, inserita nel «Pacchetto Clima-Energia», l’Unione Europea ha inteso fornire gli strumenti necessari per avviare progetti sperimentali, attraverso tecnologie sicure ed economicamente sostenibili, favorendo la realizzazione di impianti termoelettrici dotati di tecnologie di cattura e stoccaggio geologico della CO2.
  • La Direttiva è stata recepita in Italia con il decreto legislativo n. 162 del 2011.
  • Con il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, è stato rivisto e aggiornato il predetto decreto legislativo. Segnatamente con la modifica dell’articolo 7 viene ribadita l’idoneità dei siti di giacimenti di idrocarburi esauriti per svolgere programmi sperimentali di stoccaggio geologico di CO2 da parte dei titolari delle relative concessioni di coltivazione.
  • Atteso che l’istanza dell’ENI, così come presentata dalla società, va comunque processata secondo quanto previsto dalla normativa vigente, si rappresenta che il 14 settembre scorso è stato avviato il relativo procedimento con contestuale richiesta di parere da parte del Comitato ETS che risulta essere imprescindibile. E preventivo ai fini del prosieguo in conferenza dei servizi.
  • Nel rappresentare che negli ultimi anni sono in fase di sperimentazione sistemi di stoccaggio sotterraneo di CO2 da parte di diversi paesi, si specifica che eventuali progetti di stoccaggio di CO2 seguiranno ogni fase prevista, al fine di giungere all’autorizzazione.
  • Inoltre, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, l’articolo 153 della Legge di bilancio 2022 ha previsto l’istituzione di un Fondo per il sostegno alla transizione industriale, con una dotazione di 150 milioni di euro, per favorire l’adeguamento del sistema produttivo alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
  • Detto Fondo è volto a sostenere le imprese, attraverso agevolazioni, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per investimenti per efficientamento energetico, per riutilizzo di materie prime e riciclate per impieghi produttivi e per la cattura, il sequestro e riutilizzo della CO2.
  • Qualora questa disposizione fosse contenuta nella versione approvata della Legge di bilancio, il sostegno o meno di progetti di CCS sarà demandato ad una ulteriore disposizione attuativa. Il cui soggetto proponente è il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il MEF e questo Ministero.

Foto di copertina: Manifestazione a Ravenna del 12 maggio 2021, credit RavennaeDintorni.it


Redazione

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