Il superbonus che fa il bonus anche alle casse dello Stato

Solo pochi giorni fa avevamo dato conto circa i dati di uno specifico studio di Nomisma sui benefici effetti del Superbonus 110% (vedi articolo). Ora direttamente dal sito governativo diamo conto dei risultati cui è pervenuto uno nuovo specifico studio sull’impatto del superbonus 100%. Non prima della premessa sullo studio stesso di Fabio Roggiolani.

Si tratta di uno studio commissionato dal Governo Conte che è stato pubblicato due mesi dopo la nascita del governo Draghi. Conferma che a fronte di un investimento da parte dello Stato di un miliardo (ovviamente base statistica: i miliardi sono molto di più) l’impatto sulla economia è 5 volte maggiore. Ovvero si creano 5 miliardi di PIL. Mentre quello sulle casse dello stato è 5 volte minore.

Questo lo studio confermato poi in misura minore dalle analisi ex post di ANCE l’associazione dei costruttori e, in misura maggiore, da quello di Nomisma citato in premessa, sempre basati sulle analisi dei dati reali.

Se non vi è ancora chiaro a fronte dei 40 miliardi l’impegno reale dello stato diventa 8 miliardi o meno, ampiamente sotto il valore stanziato. Mentre sul Pil del paese si scarica per 160  miliardi o più.

Il continuo boicottaggio di Draghi verso questo provvedimento è la dimostrazione plateale che anche il governo dei migliori operava con opzioni ideologiche. Per partito preso e non con l’analisi dei dati reali.

Una serie di mozioni parlamentari trasversali alle forze politiche e una chiara presa di posizione dei 5 stelle di Conte, Fraccaro e Girotto  avrebbero imposto a qualsiasi governo di adeguarsi come espressione del parlamento. Ma il governo ha pensato bene di minare il provvedimento. Ed oggi migliaia di imprese grazie a questi comportamenti rischiano il collasso.

Ecofuturo chiederà a tutte le forze politiche cosa faranno del superbonus proponendo loro una soluzione per il futuro senza caldaie a metano e solo incentivando insieme al resto solo le pompe di calore. Risolvendo però immediatamente la cessione del credito di chi  lo ha in pancia avendo creduto alla serietà delle istituzioni e non pensando che un bancario scambiato per un genio manomettesse il patto scritto dal governo del paese con imprese e cittadini.

Fabio Roggiolani

<Estratto dal sito governativo>

L’analisi è compiuta da Open Economics e Luiss Business School utilizzando un modello computazionale di equilibrio economico generale basato sulla Matrice di Contabilità Sociale italiana aggiornata al 2020. Il lavoro mira a stimare il valore aggiunto complessivo prodotto dall’incremento di spesa per i lavori di ristrutturazione, l’incremento del valore patrimoniale degli immobili, la quantificazione dell’efficientamento energetico generato, la riduzione del costo delle bollette e le conseguenze di regime sull’intero sistema economico.

Tra i risultati principali di questa analisi emerge che, a fronte di un aumento della spesa per edilizia abitativa pari a 8,75 miliardi nel triennio 2020-2022, si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo per il Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento. E un ulteriore incremento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi a fronte di un impatto netto attualizzato sul disavanzo pubblico pari a -811 milioni di euro.

Analisi d’impatto economico ex ante del provvedimento superbonus 110% a cura della Luiss Business School e OpenEconomics

Leggi anche: Superbonus: lo scaricabarile sul blocco dei crediti

Redazione

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