Economia circolare: un possibile riutilizzo per le ceneri dell’Etna

REUCET: questo il nome di un progetto per il recupero e riutilizzo delle ceneri vulcaniche dell’Etna, condotto da un team di ricerca dell’Università di Catania che sta studiando un utilizzo delle ceneri in sostituzione di materiali naturali, nell’ottica di un recupero ambientale. (Fonte foto: Università di Catania)

Un contributo importante questo dell’impiego delle migliaia di tonnellate di cenere cadute sui territori dell’area etnea, visto il costo della raccolta, che è a carico delle amministrazioni locali, con centinaia di migliaia di euro di oneri aggiuntivi, ai quali è da aggiungere anche quello dello smaltimento. Il progetto si è posto la domanda se sia possibile trasformare in opportunità quello che è considerato un rifiuto speciale da conferire in discarica, per un costo di circa 120 euro a tonnellata, o negli impianti di recupero di inerti a circa 12 euro a tonnellata,

I ricercatori del progetto REUCET – Recupero e Utilizzo delle Ceneri vulcaniche Etnee, condotto da un team di studiosi dell’Università di Catania e finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica stanno studiando un possibile utilizzo delle ceneri sostituendo materiali naturali, anche nell’ottica di un recupero ambientale. Le ceneri vulcaniche, come prodotti piroclastici sono caratterizzati da un’elevata porosità che li rende particolarmente idonei ad applicazioni in ambito di isolamento termico, con i primi risultati del progetto che indicano un possibile impiego delle ceneri vulcaniche nel confezionamento di malte, intonaci e pannelli isolanti ma anche di materiali ceramici, avendo le stesse caratteristiche dei prodotti ceramici convenzionali. Ma le possibilità di riutilizzo vanno anche oltre al settore dell’edilizia, interessando anche quello delle pavimentazioni stradali.

La cenere è considerata un integratore dei terreni grazie alle sostanze contenute nel materiale lavico. Il problema è però costituito dal grande spessore che si deposita su piante ed ortaggi ed alcuni agricoltori hanno pensato di farne dei gadget da allegare come omaggio nelle spedizioni di frutta. Sono davvero rilevanti infatti i danni arrecati all’agricoltura, a vivai di piante e fiori, coltivazioni di ortaggi ed agrumeti. Oltretutto poi la pulizia dei canali di scolo e delle strade rurali sono un costo aggiuntivo a carico degli agricoltori locali. 

Da più parti si evidenzia la necessità di intervenire sul quadro normativo vigente sia per prevedere adeguate risorse economiche sia per destinare dei fondi alla valorizzazione delle ceneri vulcaniche. Proprio la Coldiretti, in particolare, a rilevato come si sia di fronte a cambiamenti del vulcano che richiedono “un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc“.

Redazione

Articoli correlati