È già tardi

Siamo in ritardo considerando gli effetti che lo sconsiderato inquinamento prodotto sta causando. Influenzando, con emissioni ancora troppo legate alle fonti fossili, cambiamenti climatici sempre più evidenti.

Rispetto al “non ci sono più le mezze stagioni” che noi e i nostri genitori ripetiamo ad ogni avvicendamento, forse i nostri nipoti neanche avranno memoria delle sfumature della primavera e dell’autunno. Con salti del termometro da 0° a 25° e viceversa, fioriture “impazzite”, difficoltà in agricoltura sempre più crescenti, siccità…

Eppure mutamenti così profondi, che ancora la nostra generazione è in grado di avvertire, abbiamo il dovere di contrastarli. Invece che opporci lamentandoci o bloccando le iniziative europee e nazionali che finalmente pongono come obiettivo la lotta al cambiamento climatico, appoggiando e promuovendo queste iniziative che ricercano una drastica riduzione dell’inquinamento, della spesa per i consumi energetici e della dipendenza dalle fonti fossili che si traduce anche in autonomia e indipendenza dagli stati che detengono giacimenti.

Indipendenza energetica. Strana ma bella definizione, pensando che fino a poco più di un secolo e mezzo fa combattevamo per l’indipendenza e l’affermazione della nazione. Oggi l’indipendenza economica e politica, e la diminuzione anche di molti conflitti, passa da qui. Per farla non dobbiamo imbracciare l’artiglieria. Ma piuttosto abbracciare le direttive europee con le armi che la tecnologia, dopo questi quasi due secoli passati, ci mette a disposizione. Le pompe di calore, il fotovoltaico, le batterie di accumulo, l’eolico, la geotermia…

La direttiva UE sulle CASE GREEN, pone degli obiettivi che parte della politica ha accolto con opposizione critica, senza una dovuta analisi. Quello che a prima vista è dipinto come un salto difficile e troppo dispendioso da compiere, in realtà è tanto più semplice. E spesso non così oneroso. Proprio per lo stato vetusto del patrimonio immobiliare italiano. Proveremo a illustrare con un esempio specifico come si possa portare un appartamento, anche in maniera indipendente, da una classe bassa fino a rispettare gli obiettivi minimi richiesti dalla direttiva, finanche a superarli.

Come accennato, la maggior parte del patrimonio italiano, costruito per la stragrande maggioranza tra il 1946 e il 1990, è frutto di una poderosa spinta del dopoguerra. Per logiche conseguenze adottava sistemi costruttivi in economia. Questa necessità poi però purtroppo ci ha reso maestri nel risparmio in fase costruttiva. Ed ha necessitato di interventi d’obbligo normativo per elevare gli standard costruttivi. E ora necessiterebbe di interventi come il SuperBonus, che reputo di gran successo sotto tutti gli aspetti. Invece che bloccarlo, andrebbe migliorato e reso strutturale soprattutto alla luce delle richieste della UE.

Eravamo diventati primi della classe per crescita del PIL, grazie al traino che l’edilizia in doppia cifra creava in tutti gli altri settori, esempio da proporre agli altri stati europei. E sicuramente anche ispiratori di questa direttiva Case Green che non solo ora critichiamo, ma che stiamo ostacolando avendo di fatto sancito, con discutibilissimo orgoglio espresso dal Ministro del MEF, lo stop dei bonus edilizi.

Torniamo ai numeri. Prometto, pochi.

Energy Performance of Building Directive. Meglio conosciuta come Direttiva Europea Case Green, è stata approvata dall’Europarlamento il 14 marzo 2023.

Entro giugno 2023 ci sarà un negoziato con gli Stati Membri e la redazione del testo definitivo.

OBIETTIVI:

  • riqualificazione energetica del 15% degli immobili meno sostenibili in Europa
  • ridurre del 55% le emissioni nocive rispetto ai valori del 1990
  • raggiungere le emissioni zero entro il 2050

COME:

EDIFICI ESISTENTI RESIDENZIALI

  • entro il 2030 tutti in classe energetica E (circa 6,1 milioni di edifici in Italia)
  • entro il 2033 tutti in classe energetica D (altri 1,7 milioni circa)

NUOVI EDIFICI

  • entro il 2026 – emissione zero per gli edifici della Pubblica Amministrazione
  • entro il 2028 – emissione zero per tutti gli altri edifici (obbligo di APE classe A, B, C)

EDIFICI ESISTENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

  • entro il 2027 tutti in classe energetica E
  • entro il 2030 tutti in classe energetica D

ECCEZIONI:

edifici storici, seconde case, case indipendenti sotto i 50 mq, case popolari, edifici di culto e di proprietà delle forze armate, edifici agricoli non residenziali, siti industriali.

IMPIANTI SOLARI OBBLIGATORI

  • dal 2027 per i nuovi edifici pubblici e non residenziali esistenti
  • dal 2028 per tutti gli edifici pubblici e non residenziali in ristrutturazione
  • e dal 2030 per tutti i nuovi edifici residenziali.

Dalla pubblicazione di questi obiettivi della direttiva europea, abbiamo assistito ad una reazione quasi isterica, e direi immotivata viste anche le premesse fatte sull’andamento del clima, dove i numeri di immobili destinatari e di euro necessari sono stati sciorinati con intenti intimidatori.

Per indicare come sia non eccessivamente gravoso fare un doppio salto di classe proprio per la bassissima classe energetica di partenza, prendiamo come esempio un appartamento di un edificio di Roma della fine degli anni ’50 e gli interventi che il nostro amico, nonché convinto ambientalista, Dario Tamburrano già Eurodeputato, fra i cinque europarlamentari più influenti in materia di politiche energetiche nella scorsa legislatura, ha effettuato o che potrebbe effettuare:

SITUAZIONE ANTE

classe energetica

Come vediamo l’unità immobiliare rientrava per tipologia costruttiva, secondo la classificazione nazionale dal D.M. Requisiti Minimi, in classe F.

Nonostante delle mura perimetrali di buona fattura, (con stratigrafia partendo dall’esterno di intonaco, forato 10 cm, camera d’aria 15 cm per metà casa e 5 cm per l’altra metà, forato da 8 cm e intonaco), soffriva il posizionamento dei soffitti per 2/3 verso lastrico solare. Posizione che pone l’unità immobiliare con molta dispersione verso l’esterno.

Un primo intervento effettuato di insufflaggio delle pareti perimetrali, grazie alla competenza e professionalità della Smartedil.it, che ha utilizzato isolante naturale in fibra di cellulosa dei nostri amici di ISOLARE.IT, unito ad un buon isolamento dei soffitti effettuato con struttura in cartongesso e lana di vetro isolante di 12 cm per i 2/3 di area verso il lastrico solare, e di 8 cm per la restante superficie verso altra unità abitativa riscaldata, porta la prestazione della casa in classe energetica C. Con un notevole miglioramento del confort abitativo e riduzione dei consumi:

classe energetica

Come possiamo vedere, questo intervento ha un rientro di poco più di10 anni dal risparmio calcolato dai benefici raggiungibili con tale importante isolamento della struttura disperdente. In linea quindi con le detrazioni decennali fin poco tempo fa attuabili con i bonus edilizi di riqualificazione energetica.

Un’altra valutazione effettuata, anche se a noi poco gradita dato che cerchiamo nelle raccomandazioni di abbandonare completamente le fonti fossili e dato che l’UE ha deciso lo stop alla vendita delle caldaie a gas, è stata quella di valutare uno scenario collettivo che oltre all’isolamento delle pareti tenesse in considerazione la sostituzione della vecchia caldaia a gas con una più recente a condensazione (opportunamente tarata per condensare) e l’installazione di valvole termostatiche ai termosifoni, raggiungendo così facendo la ragguardevole classe energetica A1!

classe energetica

In circa 12 anni, grazie a un altro significativo abbassamento dei consumi, porteremmo l’unità immobiliare in fascia A. Elevando così di molto il valore dell’immobile rispettando in misura abbondante la direttiva europea.

Il comportamento più virtuoso che però consigliamo come dichiarato, è quello del totale abbandono delle fonti fossili con l’installazione di una pompa di calore. Già come unico intervento permetterebbe un quadruplo salto di classe energetica da F a B:

classe energetica

E che invece, considerato all’interno di un intervento complessivo, unito cioè all’isolamento delle pareti e alla installazione di valvole termostatiche porterebbe l’unità immobiliare in classe A3:

In conclusione, quello che vorremmo porre all’attenzione è che, nell’urgenza di interventi necessari per il raggiungimento di importanti obiettivi, e certamente ponendo in chiaro che ogni edificio ha una sua storia che va appunto studiata e degli interventi che vanno calcolati in base alle condizioni costruttive, agli impianti installati e all’ubicazione in fascia climatica, non dobbiamo farci prendere dal panico e anzi accogliere direttive virtuose come queste.

Da anni EcoFuturo è aperto al dialogo accogliendo le tecnologie e le ecoinnovazioni e pronto con studi come questi a rispondere alle richieste degli amici che ci seguono.

Non è più tempo di indugiare… è già tardi.

Dario De Rosa

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Redazione

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