Superbonus: serve la proroga! La voce delle imprese

Attualmente le scadenze per usufruire del Superbonus sono le seguenti: 30 giugno 2022 per gli immobili unifamiliari (con l’opzione di una proroga di altri 6 mesi nei casi in cui saranno stati effettuati interventi pari ad almeno il 60% del progetto entro la metà del 2022), mentre per i condomini la scadenza corrisponde al 31 dicembre 2022. Scadenze contestate da tante associazioni di categoria, di cui riportiamo alcune posizioni e proposte. Fortunatamente la proroga del Superbonus sembrerebbe nell’aria. Fa parte, infatti, delle ipotesi che sta valutando l’esecutivo del presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme a un rinvio delle scadenze – ed eventuali modifiche – di Ecobonus, Sismabonus, Bonus ristrutturazioni e Bonus Facciate. Come Redazione di Ecquologia e rete di Ecofuturo Festival continueremo a insistere in questa direzione.

La posizione di Confartigianato nelle parole del presidente della sezione di Vicenza Gianluca Cavion: Le imprese artigiane sono stracariche di lavoro grazie a questa novità normativa. Quello che non va sono i tempi dettati dalla legge. La scadenza sta infatti scatenando effetti deleteri. C’è una speculazione in atto: i costi dei materiali sono schizzati verso l’alto in modo sconsiderato. Il legno, solo per fare un esempio, è passato da 400 euro al metro cubo a 1400. E si possono citare acciaio, plastiche, isolanti. In più le aziende e le maestranze sono quelle, non possono raddoppiare la capacità di lavoro. E di certo pur avendo molti lavori non vanno ad assumere altra gente sapendo che comunque tutto finisce tra 9 mesi. In più si è perso un anno su 2 perché le procedure definitive da seguire ad esempio in caso di irregolarità da sanare in Comune, presentando la Cila, sono uscite solo un mese fa“.

Una soluzione però c’è, ed è semplice: Chiediamo di prorogare per almeno 2 anni il meccanismo del Superbonus. È il minimo. Il discorso è semplice: aver concentrato il Superbonus in una dozzina di mesi ha spinto chi ha le materie prime essenziali per i cantieri a far schizzare in alto i prezzi, vista l’enorme domanda e la necessità di fare presto. Non solo: ha favorito i “colossi” che hanno spalle grosse per ottenere prezzi minori sulle materie prime e intervengono in modo standard sui condomìni. Ma ha sfavorito gli artigiani che devono confezionare “abiti sartoriali” per ogni singola villetta o casa. Tra l’altro col rischio di perdere la possibilità di eliminare barriere architettoniche a favore di persone disabili che invece rischia di andare perduta. Confartiganato però è pronta premere su Roma e sui partiti. Perché per cambiare tutto basterebbe ripetere quello che il premier Mario Draghi, allora capo della Bce, fece nel 2012: bastò il suo annuncio che avrebbe fatto “qualsiasi cosa fosse necessaria per difendere l’euro” (“whaterver it takes”) per invertire il trend dei mercati finanziari che stavano attaccando la moneta Ue. Adesso, spiega Cavion, basterebbe che già nei prossimi giorni Draghi o il ministro Franco annunciassero che con la Legge di bilancio 2022 lo Stato prorogherà il Superbonus per disinnescare subito la speculazione sui prezzi delle materie prime e per tranquillizzare anche clienti e imprese sulla possibilità di organizzare con calma i cantieri, invece di assistere all’attuale clima che porta a guerre a chi si “accaparra” le aziende.

Di fondo, conclude Cavion, occorre passare da questa legge a scadenza-sprint «a un sistema strutturale che permetta al settore di crescere, invece di questa situazione che rischia di mettere imprese e clienti perfino in condizione di doverci rimettere di tasca propria per la speculazione sui prezzi che è in corso. I prezzi attuali si sono già mangiati il 10% di quel 110, e forse di più, sia per i singoli componenti di costo sia per il “tetto massimo di spesa” concesso dalla legge per i vari tipi di intervento edilizio. Serve la proroga di Stato. In caso, riducendo gradualmente quel 110%: tempi più lunghi e un po’ di guadagno in meno porterebbero comunque a sostenere l’intero settore edilizio e il patrimonio del Paese.

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Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’ANCEAssociazione Nazionale Costruttori Edili nelle parole del Presidente Gabriele Bua: le materie prime alle stelle creano grande incertezza. Da inizio anno il prezzo del rame è salito del 21,63%, quello dell’alluminio del 35.76%, quello del litio del 98.92%. Un rialzo impressionante dei prezzi sulle materie prime a livello mondiale che preoccupa seriamente i costruttori insieme alla grande carenza di manodopera. Dal 2008, sottolinea Buia, abbiamo perso 600mila addetti e con la crescita degli interventi legati al Superbonus stanno nascendo molte imprese improvvisate, con il rischio di scarsa professionalità e con una ripercussione sugli indicatori di settore che potrebbero peggiorare.

Il nodo cruciale è proprio questo: gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento aumentano, ma se mancano gli esecutori materiali delle opere, il rischio è proprio la nascita di imprese edilizie di scarsa qualità che andrebbero ad annullare il percorso messo in atto anche grazie alle agevolazioni fiscali, di rinnovamento del patrimonio edilizio. Ciò che le associazioni di settore capitanate da Ance, chiedono a gran voce, è la proroga al 2023 delle agevolazioni. In caso contrario, a breve – spiega l’associazione- cominceranno a bloccarsi le nuove iniziative perché non si potrà garantire, in alcun
modo, la conclusione degli interventi. Senza una proroga immediata, è anche difficile prevedere un efficace coinvolgimento del settore bancario nel ruolo di acquirente dei crediti fiscali e soggetto finanziatore delle iniziative. Un tempo più lungo agevolerebbe i produttori ad aumentare la propria offerta e sarebbe sufficiente ad ammortizzare gli investimenti necessari per tale incremento produttivo.

Infine l’appello di Confcommercio, con un comunicato della sezione piemontese: si sta correndo il rischio di vanificare pesantemente il notevole interesse che cittadini ed imprese hanno finora manifestato a favore della misura, per poi optare su altre soluzioni, a partire dal bonus facciate, meno appetibili dal lato dell’agevolazione, ma più accessibili sotto il profilo delle procedure, nonostante siano meno performanti sul versante della riqualificazione del patrimonio edilizio e dell’efficienza energetica.

A risultare penalizzati in modo particolare, secondo Confcommercio, sono stati gli interventi più complessi, a partire dai grandi condomini, per i quali finora l’accesso al Superbonus di fatto è stato impedito. Ecco perché si chiede di prorogare il superbonus fino al 31 dicembre 2025. L’ipotesi allo studio in questi giorni di prorogare la misura al 2023 non è infatti idonea a superare le criticità che hanno determinato questa situazione di stallo. L’esperienza – concludono da Confcommercio – finora registrata attesta che l’incertezza circa la durata dei benefici, insieme alla complessità estrema dell’iter burocratico hanno costituito il freno maggiore per la fruizione della misura.

Fonti articolo: Il Giornale di Vicenza – EconomiaRinnovabili.itQuiFinanza.itLa Voce di Asti

Redazione

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