Silvano Focardi: Il Clima che cambia, un libro per la svolta ecologica

Scorrere il curriculum di Silvano Focardi è come girare tutto il mondo passando dal mare come avveniva prima dell’invenzione degli aerei.

Una vita in Università certo, ad insegnare Ecologia, ma sempre in movimento alla ricerca di evidenze scientifiche. Per non fare della parola ecologia una filosofia ma una scienza.

Che il clima cambia, che gli animali si estinguono o che le civiltà scompaiono è di dominio pubblico ormai, ma poco si conosce dei motivi che hanno provocato tutto questo.

Ed ecco che, nelle 100 pagine dell’agile volumetto, Focardi ripercorre le centinaia di milioni di anni con cui, grazie alla fotosintesi, si è fissato l’eccesso di CO2 in atmosfera nelle profondità della terra, liberando ossigeno e creando le condizioni allo sviluppo della vita animale ed umana, per chiarire, a prova di negazionista, che esistiamo in virtù di questa lentissimo ma strabiliante stoccaggio nelle conchiglie, come nel carbone, nel gas e nel petrolio, della CO2 che formava l’atmosfera terrestre.

Periodi di produzione e decomposizione in cui la CO2 si espandeva e si ritraeva determinando ere glaciali ed interglaciali fino all’equilibrio che ha consentito l’esistenza della vita sul pianeta.

Focardi ha cercato, partendo dall’acqua, le ragioni della scienza ecologica, anzi dal vapore acqueo negli ultimi 160.000 anni restato sostanzialmente stabile nella troposfera, e ripercorso il progressivo avvicinamento al nostro secolo dove la scoperta dei combustibili fossili accumulati ha rimesso in circolo una enorme quantità di CO2 in atmosfera. L’avvenimento che sta producendo il riscaldamento globale catastrofico del pianeta.

Analizza i pinguini, o gli ice fish oppure El Niño e le acciughe del Perù, passando per la scomparsa di civiltà recenti e fiorentissime come i Maya o come i Maori dell’Isola di Pasqua, per poi passare, analizzando la crescita inarrestabile della popolazione terrestre dovuta alla civiltà del petrolio, al rischio di estinzione dell’umanità in quest’isola planetaria chiamata Terra.

Due pagine finali scrivono, invece di un epitaffio sulla tomba dell’umanità, un messaggio di speranza ed un appello all’azione per uno sviluppo sostenibile che fermi l’aggressione alle risorse e la scoperta di nuovi giacimenti per passare all’era dell’ecologia.

Un’era dove si impari che tutto sulla terra è un tesoro da eternalizzare usandolo per la vita, energie rinnovabili, agricoltura biologica e che stocca di nuovo CO2 invece di emetterne, ripiantumazione delle foreste e rinaturalizzazione delle pianure e diffusione di economia circolare, sia di beni che di energia, con l’efficienza energetica.

Dalla devastazione della terra e dei mari alla ricongiunzione anche tecnologica con i loro bioritmi scoprendo che le meraviglie di madre terra o del creato non sono semplicemente i paesaggi, ma il contenuto di tutto quanto riempie di colori ed immagini il paesaggio stesso e che per salvarlo occorrerà un mondo in cui pale, pannelli, centrali geotermiche o di biometano, idroelettriche o mareali siano la nostra compagnia in ogni angolo della terra per almeno un secolo per poi progressivamente miniaturizzarsi e scomparire nella terra salvata all’umanità.

Un libro che si legge tutto di un fiato, divertente, intrigante e pieno di amore per l’acqua e il suo ecosistema. Un punto di vista dal mare del futuro possibile che richiede per essere tale, senza pagare troppi e giganteschi danni e lutti, l’azione urgente e rapida di ognuno di noi e dei governi di tutto il pianeta.

Recensione a cura di Fabio Roggiolani

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Silvano Focardi

Biografia dell’autore

Silvano Focardi è stato professore ordinario di Ecologia presso l’Università di Siena, Università presso la quale ha ricoperto i ruoli di Rettore, Preside di Facoltà e Direttore di Dipartimento. È stato Presidente dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM) e ha svolto la funzione di Legale Rappresentante (Presidente) della Stazione Zoologica di Napoli. Laureato in Scienze Biologiche nel 1970, ha ricevuto la Laurea honoris causa in “Ciencias ambientales” presso l’Universidad de Concepcion (Chile) nel 2005. È stato coordinatore dell’Ecologia nel PNRA (Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide) ed ha partecipato alle prime spedizioni scientifiche italiane.

Dall’anno 2005 è componente del Comitato Tecnico di Magistratura del Magistrato alle Acque di Venezia quale esperto per i problemi ambientali legati alla realizzazione del MOSE, il sistema di dighe a protezione di Venezia. È autore di più di 500 pubblicazioni su riviste scientifiche di rilevanza internazionale su temi di ricerca inerenti l’inquinamento ambientale in Italia e in alcune aree del pianeta, in particolare in Antartide e in America latina.

https://ecquologia.com/ecologia-sociale-e-clima-intervista-a-karl-ludwig-schibel/

Immagine dell’articolo Antonios Ntoumas da Pixabay

Redazione

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