Hunini, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Idrogeno liquido: salpata la prima nave per il trasporto

Idrogeno liquido. Un progetto pilota, lanciato dalle nipponiche Kawasaki e Iwatani nel 2019, ha dato origine alla Suiso Frontier. Parliamo di una nave cargo da 8.000 t di stazza con una capacità di carico di 1.250 m3 di idrogeno liquefatto a -253°C. Il 24 dicembre SUISO FRONTIER, il primo vettore al mondo di idrogeno liquefatto, è salpato da Kobe, in Giappone. Ed ha iniziato ufficialmente il suo viaggio inaugurale in Australia.

Il primo viaggio della SUISO FRONTIER – VIDEO

Si tratta della prima nave porta idrogeno liquido al mondo, proponendosi come elemento fondamentale per la creazione di filiere globali transoceaniche dell’H2. In Australia acquisirà il primo carico di idrogeno, proveniente da un impianto sperimentale di gassificazione della lignite collocato a Loy Yang.

Un battesimo del mare che permette ai due paesi coinvolti di collocarsi all’avanguardia nello sviluppo di supply chain globali dell’idrogeno. Saranno così i principali esportatori a livello mondiale. Protagoniste di tutto questo sono la Kawasaki Heavy Industries, armatore della Suiso Frontier insieme a Iwatani, Shell ed Electric Power Development. Insieme hanno dato origine al consorzio Hydrogen Energy Supply-chain Technology Research Association (HySTRA). Kawasaki e Iwatani hanno avviato anche altri progetti sperimentali in Australia. Tra questi quello che coinvolge anche l’australiana Fortescue per l’individuazione di un business model per la fornitura di idrogeno liquido rinnovabile.

Le caratteristiche tecniche della nave e del progetto

Idrogeno liquido
Il 24 dicembre SUISO FRONTIER, il primo vettore al mondo di idrogeno liquefatto, è salpato da Kobe, in Giappone, per iniziare ufficialmente il suo viaggio inaugurale in Australia

La Suiso Frontier trasporterà il vettore energetico in forma liquefatta, con una temperatura costante di trasporto di -253°C. A questi livelli, l’idrogeno occupa appena 1/800 del volume che occupa in forma gassosa. La capienza della nave cargo, che ha una stazza di 8.000 t, è garantita da una cisterna da 1.250 m3. Un progetto pilota che il Giappone ha supportato con 362 milioni di dollari.

Il progetto del sito produttivo di idrogeno Loy Yang è guidato dalla giapponese Kawasaki insieme alla solita Iwatani, Marubeni, Sumitomo e a AGL Energy, gestore della miniera di lignite. Ed è stato lanciato a marzo con la produzione di circa 70 kg al giorno di idrogeno blu. Ovvero H2 ottenuto dalla combustione di fonti fossili (nello specifico lignite) con recupero di CO2. L’anidride carbonica prodotta nel processo viene catturata e stoccata sottoterra. La scelta del sito produttivo pilota è caduta sulla lignite per i costi. Con le stime di inizio 2021 che ipotizzavano che usare questo tipo di carbone fosse 3 volte più economico dell’impiego di elettrolizzatori per produrre idrogeno verde dall’acqua.

La Redazione di Ecquologia

(Fonte immagine copertina: crediti: wikimedia commons)

Redazione

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