Geotermia: La regione Toscana scommette sui cicli binari

Ad appena pochi giorni dal grande convegno sulla buona geotermia di Abbadia San Salvatore della settimana scorsa, arrivano significativi impegni da parte della regione Toscana per ridare finalmente un volto nuovo alla geotermia, proprio nei luoghi dove questa poliedrica fonte energetica è nata oltre un secolo fa. A seguire l’articolo del quotidiano “Il Tirreno”, nel quale viene esplicitata la risposta della Regione Toscana alle valutazioni formulate dai comitati antigeotermici


I conti dei comitati antigeotermici sono giusti: la Regione Toscana ha deliberato di aggiungere a quelli già autorizzati altri 225 Megawatt di potenza ricavati dalla geotermia, sebbene ne fossero necessari solo 113 «ma le lobby geotermiche non c’entrano». La Regione risponde così al comitato Difensori Toscana in testa, seguito da altri gruppi ambientalisti che avevano chiesto conto sulle politiche energetiche.

Le decisioni prese rientrano nelle politiche energetiche regionali – spiega la Regione – e la fonte geotermica è più efficiente delle altre rinnovabili.

«È vero che il Paer calcola in 113 Mw la distanza tra l’energia prodotta da fonte geotermica e il trend obiettivo del burden sharing nazionale. Ma lo stesso Paer – sottolineano dalla Regione – chiarisce con precisione, anche con tabelle, gli obiettivi per ciascuna fonte rinnovabile per raggiungere il 16,5 per cento, sulla base della situazione di partenza aggiornata, e quale differenza vi è tra questi obiettivi ed i trend previsti dal burden sharing».

E se per alcune fonti, come il solare, le previsioni sono oltre cinque volte la previsione nazionale, altre fonti, come le biomasse, hanno trend inferiori rispetto a quelli previsti a livello nazionale. In questo quadro, «la stima del burden sharing toscano al 2020 per quanto riguarda la geotermia prevede il raggiungimento di 631 Mw totali», specifica la Regione. Che aggiunge: «Come riporta il Paer, 150 Mw di questo totale sono da prevedersi all’interno dello sviluppo dei permessi di ricerca. Esattamente lo stesso dato, 150 Mw, presente nella legge che introduce la moratoria (legge regionale 17 del 2015). Nessuna incongruenza, quindi, anzi una perfetta rispondenza tra programmazione e normazione. Il decreto produce, a solo scopo indicativo i trend di crescita per ogni fonte rinnovabile che, se raggiunti, potrebbero consentire di centrare l’obiettivo».

La Regione fa presente pure che il mancato raggiungimento della quota burden sharing al 2020 o anche di uno degli obiettivi intermedi biennali a partire dal 2017, comporta la nomina, da parte del Consiglio dei ministri, di un apposito commissario che dovrà coprire il deficit riscontrato.

Quanto al fotovoltaico, non c’è alcuna previsione di diminuzione. La nota della Regione, poi, fornisce il medesimo specchietto dei comitati da dove si evince che «al 2020 la geotermia in Toscana avrà un incremento di potenza per gli impianti geotermoelettrici così articolata: 15 Mw dalla realizzazione di impianti pilota; 40 Mw dalla centrale di Bagnore 4; 20 Mw dalla centrale di Monterotondo 2; 150 Mw dalla realizzazione delle nuove centrali connesse ai permessi di ricerca vigenti. (f.b.)

Fonte: Il Tirreno

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