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Energia dal mare: ecco le “Fattorie delle Onde”

L’energia delle onde rimane una delle opzioni energetiche pulite meno sfruttate, con un enorme potenziale come parte di una rete energetica verde. La finlandese AW Energy si sta preparando a mettere in campo un impianto su scala ridotta, il Waveroller. Si adagia sul fondo del mare e genera fino a 1 MW.

L’energia delle onde non sembra essere un settore in rapida evoluzione. In questo settore abbiamo riscontrato molte idee interessanti. Da bracci di pompaggio montati su pontili, ai barili telescopici, ai flapper elastici per il fondale marino, solo per citarne alcune. Ma quasi tutte sono rimaste allo stadio progetto pilota/prototipo. E questo è un peccato. L’energia delle onde è superaffidabile, superprevedibile e disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sulle coste di tutto il mondo. Dovrebbe essere uno strumento da integrare nel mix delle energie rinnovabili. Ma si sta sviluppando così lentamente che c’è da chiedersi dove sia l’ostacolo.

L’idea del Waveroller è nata quando un subacqueo ha notato un grande portello su un relitto che si muoveva avanti e indietro con notevole potenza al passaggio delle onde. Si è chiesto se lo stesso effetto di “ondata”, che fa muovere le particelle d’acqua avanti e indietro in forme ellittiche orizzontali vicino alla riva, potesse essere sfruttato per azionare un pistone idraulico e generare elettricità.

L’idea risale al 1993. Ma si è dovuto attendere fino al 1999 per fare un test di funzionamento, poi fino al 2005 prima che venissero installate delle piccole fattorie di prova in Scozia e in Ecuador. Quindi fino al 2016 per ottenere un progetto costruito, assemblato, testato e certificato in tutta Europa. Il primo WaveRoller commerciale, un’unità da 350 kW, è stato collegato alla rete nel 2019, a 800 metri dalla costa portoghese di Peniche. Eccola qui, nuova di zecca, mentre viene trainata e messa in funzione.

Qua sotto invece quando è stata tirata fuori per un’ispezione due anni dopo. Il problema è in parte evidente: l’oceano è un’amante difficile da gestire. Tutto ciò che viene lasciato in mare si rovina a causa della salsedine, viene corroso ed è allegramente colonizzato dai crostacei.

AW Energy non è rimasta delusa da questo risultato. “Siamo lieti di confermare che l’unità e i suoi componenti esterni sono in condizioni eccellenti, basta dare un’occhiata alla foto come prova della durata e della qualità di questo sistema”. Così si legge sulla pagina Facebook dell’azienda nel giorno in cui è stato tirata a riva.

Dal 2020, l’azienda ha lavorato a un progetto sostenuto da finanziamenti dell’UE per adattare il WaveRoller e i pezzi ad esso associati alla produzione in serie e alla distribuzione in gruppi di 10-24 unità WaveRoller. Questi raggruppamenti, chiamati WaveFarms, saranno posizionati sul fondale marino tra gli 8 e i 12 metri di profondità, a non più di 2 km dalla costa.

Ogni WaveRoller ha una potenza di picco di 1 MW. Secondo uno studio del 2023 pubblicato su Renewable Energy, si prevede che ogni WaveRoller produrrà tra i 624 e gli 813 MWh all’anno. In termini di costo livellato dell’energia (LCoE), il WaveRoller risulta di gran lunga il più competitivo tra le cinque tecnologie studiate, con un LCoE di 100-150 dollari/MWh.

Si tratta di una cifra ben lontana da quella dell’eolico offshore, per fare un paragone, che costa circa 82-255 dollari/MWh nel 2022 secondo il DoE statunitense, e che ha goduto di molti anni di sviluppo commerciale per portare i costi in quella fascia.

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Il WaveRoller si trova sul fondo del mare, parzialmente o completamente sommerso, e sfrutta l’effetto di spinta causato dalle onde quando si avvicinano alla riva @ AW Energy

Recentemente l’azienda ha firmato un memorandum d’intesa con una società di energia pulita in Namibia, con l’obiettivo di installare una WaveFarm sulla costa di Swakopmud.

Fonte articolo: WaveRoller sea-floor generator approaches commercial deployment (newatlas.com)

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Redazione

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