Efficienza energetica trainante, ma solo per il mercato immobiliare di pregio

Il settore immobiliare è di fronte ad un cambio di paradigma, nel quale l’efficienza energetica rappresenta un elemento fondamentale ed irrinunciabile per rifondare completamente quel settore edilizio, sino ad oggi vorace solamente di nuovo suolo.


Un cambio di visione che sta trovando non poche difficoltà proprio nel settore immobiliare e della compravendita di edifici di ogni genere (vedi post “Efficienza energetica in ambito immobiliare: non è ancora percepita in tutto il suo valore“). Una evoluzione ed una riconversione, quella del settore immobiliare verso l’efficienza energetica, che potrebbe dare risposte oltremodo importanti, specialmente nel social housing e nella edilizia popolare, in cui si rilevano sempre maggiori situazioni di disagio di molti nuclei familiari che trovano sempre più fatica ad onorare prestiti e mutui per l’acquisizione dell’alloggio (vedi post “Efficienza energetica e abitazioni a basso reddito: sinergia irrinunciabile per combattere l’”Energy Poverty”). Qualcosa sta decisamente cambiando su questo fronte, in termini di sensibilità, anche se limitata purtroppo a chi, negli ultimi tempi, ha acquistato un un immobile di pregio, visto che questa fascia di acquirenti sta mostrando un particolare e crescente interesse per la certificazione energetica dell’edificio. A fare un quadro aggiornato della situazione una recente indagine realizzata dall’Enea in collaborazione con I-Com (Istituto per la Competitività) e Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari). Dalla indagine emerge che nel 2014 le compravendite di immobili di pregio di classe A+ e A sono state il 10% del totale, con una crescita del 4% rispetto ai dati registrati nel 2013. L’elaborazione di ENEA, non ha fatto emergere purtroppo solo dati positivi, vista la conferma che il mercato immobiliare italiano è ancora dominato da edifici con una classe energetica bassa. Nell’indagine, elaborata sulla base dei dati forniti da oltre mille agenti immobiliari, è stato possibile tracciare un quadro dello stock immobiliare italiano che conferma come ancora la maggior parte degli edifici in Italia sono vetusti e di scarsa o scarsissima qualità energetica. L’auspicio del team di elaborazione è che la maggiore importanza attribuita dagli acquirenti all’efficienza energetica nel segmento degli immobili di pregio di fascia alta, si possa propagare velocemente anche alle altre categorie edilizie più popolari, favorendo un più fiorte orientamento verso l’efficienza energetica dell’intero mercato immobiliare. Anche nell’ambito degli edifici di pregio però, le note positive arrivano unicamente dalle vendite di nuovi immobili di alta qualità energetica, mentre segnano ancora il passo, regredendo ulteriormente, le compravendite di edifici ristrutturati di pregio, dove invece l’efficienza energetica non sembra ancora assumere un particolare rilievo. Venendo alle cifre, chi ha comprato una casa nuova nel 2014 ha preferito nel 49% dei casi edifici di classe A+, A e B, con un incremento del 9% rispetto al 2013. Relativamente agli immobili ristrutturati invece la percentuale di acquirenti che ha preferito edifici riqualificati è di appena il 6%, dimezzata rispetto al 2013. Sono ancora i redattori dello studio poi, a richiamare sulle azioni a sostegno della ulteriore valorizzazione dello strumento della certificazione energetica, che favorisca stabilmente l’acquisto di immobili efficienti, rilevando l’improtanza della adozione di standard a livello nazionale, evitando la confusione generata dal continuo ed instabile cambio normativo sull’efficienza energetica degli edifici.

Sauro Secci

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