Ecofuturo 2014 – 28/7 – Una nuova era per la depurazione: con Gturbo e Gpower adesso basta “speculazioni di merda”!

L’altra storia della giornata “un po’ puzzolente” di lunedì, mi si passi la licenza poetica, è dedicata ad un altro straordinario brevetto tutto italiano che trasforma la depurazione dei reflui civili biologici in una attività compatibile con il paesaggio, le narici umane,  e con i bilanci pubblici da noi sostenuti.


Ranieri De Ferrante e Max Piccoli, i due straordinari ed appassionati ideatori del brevetto, hanno deciso di far prendere l’”embolia ai fanghi”,  confinandoli in un pozzo profondo 60 m al posto delle grandi vasche e irrorandoli semplicemente di aria fino a farli gonfiare e spingendoli a scoppiare uno ad uno, durante la risalita rapida (non sono bombe speriamo non nasca un comitato contro), potendosi così ridurre sia in volume che in quantità.

Ovviamente è un po’ più complesso di come lo racconto ma la sostanza è proprio questa. Strabiliante anche in termini di occupazione di spazio il depuratore GTurbo, di ben 20 volte inferiore rispetto agli spazi occupati dai depuratori tradizionali, con la assoluta assenza di maleodoranze, dato che la superficie di liquami a contatto con l’aria è poco più grande di una vasca Jacuzzi, non avendo, inoltre, quantitativi critici se non all’eccesso per cui funzionerà bene tutto l’anno, consentendo l’immediato riutilizzo delle acque depurate dato che potrà essere collocato anche direttamente nei parchi pubblici oppure nelle aree industriali o come abbiamo visto se vi fa più trendly, dentro ad un golf club .

Il risparmio per le casse pubbliche é presto detto, calcolando che per ogni 100.000 abitanti si spendono per lo smaltimento dei fanghi di depurazione almeno 1 milione di euro e che la tecnologia garantisce un risparmio del 75% sui fanghi prodotti si possono conseguire risparmi pari a 700.000 euro ogni 100.000 abitanti che moltiplicati per gli abitanti italiani fanno ben 420 milioni di euro di risparmio ogni anno.

Tutto ciò senza considerare, ancora una volta, che anche i fanghi vengono movimentati su gomma, e le mitigazioni della tecnologia sono facilmente immaginabili. Inoltre si libera il territorio dai depuratori e gli abitanti-utenti degli stessi dalle maleodoranze.

Oggi si stima inoltre che siano almeno un terzo, i piccoli e medi depuratori italiani che “fanno finta” di funzionare, mentre il funzionamento del GPower è “a prova di incapace”. Il duo De Ferrante-Piccoli, essendosi reso conto che gran parte del territorio italiano ha comunque già i depuratori, ha deciso di inventare il depuratore di fanghi, ideando GTurbo, vale a dire che, con l’aggiunta di un pozzo, i fanghi che proseguiranno a uscire dalle classiche vasche di depurazione e saranno ridotti di tre quarti, facendo un ripassaggio in pozzo e proprio su questa soluzione si sono accordati con una nuova ESCO, la PRAN di Gianluca Ariolache proporrà il Gturbo con formule finanziarie per salvaguardare i patti di stabilità. Anche in questo caso il “si può fare, si può cambiare!” è d’obbligo. “Dal letame rinasceranno i fiori”, come ebbe modo di dire in una sua celeberrima canzone il grande Faber e non i dollari degli speculatori.

Fabio Roggiolani & Sauro Secci

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