Un impianto di rigenerazione di batterie di auto elettriche sulle ceneri di Fukushima

In prossimità di un luogo simbolo delle tragedie energetiche del Giappone e del mondo, come il sito della centrale di Fukushima, sta nascendo un nuovo complesso che allungherà la vita delle batterie al litio montate sulle Nissan Leaf.

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Si tratta di una iniziativa che si colloca in un contesto caratterizzato da un mercato dei minerali che sta facendo registrare una impennata dei prezzi di litio e cobalto, con il settore automotive mondiale che si trova ad affrontare il fine vita della prima generazione di batterie delle auto elettriche. Una fase che vede problematiche di ordine diverso, a partire dal recupero dei metalli, ancora tecnologicamente indietro. Su questa base sono diverse le aziende che hanno avviato dei programmi di ri-uso, che prevedono una seconda vita per le batterie al litio esauste delle automobili, dirottandole nei sistemi di accumulo stazionario, dove possono assolvere ancora egregiamente al loro ruolo. Infatti le batterie rimosse dalle auto non sono completamente esauste, avendo perso appena il 20-25 per cento della loro capacità di ricarica, rendendosi inutili per i mezzi di trasporto ma essendo ancora valide nei dispositivi di energy storage di ogni taglia, dal livello domestico a quello di servizi di rete.

Altro aspetto importante che impatta direttamente sulle tasche degli utenti, è costituito dal fatto che, nonostante il calo dei prezzi raggiunto negli ultimi anni, le batterie al litio rappresentano ancora un quinto del costo di ciascun veicolo elettrico e sostituirle costituisce ancora una spesa non indifferente.

Per dare risposte alla problematica si è costituita una jont venture tra Nissan e Sumitomo, la 4R Energy Corporation, che realizzerà in Giappone, proprio a 5 km a nord dall’ex impiantonucleare di Fukushima, un nuovo stabilimento per la rigenerazione di batterie di auto elettriche. Si tratterà di un impianto che potrà gestire le vecchie batterie delle Nissan Leaf, ad oggi l’auto elettrica più venduta al mondo, riassemblando i moduli in nuove unità. I dispositivi rigenerati nel nuovo stabilimento saranno venduti a circa 2.850 dollari, corrispondenti a circa la metà del prezzo delle batterie nuove.

In sede di inaugurazione del nuovo insediamento, avvenuto nei giorni scorsi a Namie, nella prefettura di Fukushima, il commento del CEO di 4R Eiji Makino, secondo il quale “Riutilizzando le batterie esauste delle auto elettriche, aumenteremo il valore (residuo) degli EV e rendendoli più accessibili” .

La Sumitomo ha messo a punto un processo che analizza tutti i 48 moduli che compongono ogni batteria della Lefa in sole quattro ore, con quelli con capacità residue superiori all’80% che vengono destinati al comparto di ricambio, e gli altri che vengono riassemblati e venduti come batterie per carrelli elevatori e applicazioni a basso consumo energetico come i lampioni (vedi post “Auto elettrica e seconda vita delle batterie: l’idea di Nissan per l’illuminazione pubblica“). L’impianto dovrebbe essere in grado di elaborare 2.250 pacchi batteria l’anno restituendo indietro “alcune centinaia” di unità.

Sauro Secci

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