TPL e bus elettrici: Europa pronta alla svolta

La mobilità elettrica vede indubbiamente nei percorsi urbani e del trasporto pubblico un ambito già attuabile di intervento, con una offerta di autobus elettrici già oggi matura. Davvero emblematico al riguardo quello che sta già avvenendo in Cina, dove ogni cinque settimane 9.500 autobus elettrici (e-bus) nuovi entrano in servizio. Ad evidenziare come il mercato europeo possa seguire questa traccia l’organizzazione Transport & Environment (T&E), con un suo nuovo studio, confida come questo importante segmento della mobilità sia pronto al grande salto anche in Europa.

       {tweetme} #ebus #tplelettrico “TPL e bus elettrici: Europa pronta alla migrazione” {/tweetme} 

Si tratta di un nuovo rapporto, quello T&E, che mette in evidenza i primi segni di una svolta di questo mercato anche in Europa, dove nel 2017 il numero di ordini per nuovi autobus elettrici (e-bus) è più che raddoppiato passando dai 400 del 2016 agli oltre 1.000, con una stima per l’anno in corso che vede un mercato che potrà raggiungere una quota del 9%, segnando la transizione da tecnologia di nicchia al mainstream e l’inizio di una curva di assorbimento ripida.

Ma si tratta di una strada in salita. Secondo il report, infatti, ci sono due principali ostacoli all’elettrificazione degli autobus in Europa ancora da risolvere: il costo iniziale più elevato (fino al doppio del prezzo di un autobus diesel), aspetto che ne rende difficile l’acquisto senza un incentivo o un aiuto finanziario, con particolare riferimento alle città meno abbienti (coincidenti spesso con una più scadente qualità dell’aria) e l’assenza di un efficace supporto politico, necessario per stimolare sia la domanda che l’offerta, incrementando così le economie di scala con la conseguente riduzione del costo degli e-bus.

Un aiuto sostanziale all’intero comparto potrebbe derivare dall’applicazione dell’emanando regolamento UE sulle emissioni dei veicoli pesanti. Si tratta di un nuovo regolamento in gestazione presso la Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVi) che sostiene l’introduzione di una quota obbligatoria di mezzi elettrici per i produttori delle flotte di bus immessi sul mercato, quota individuata nel 50% entro il 2025 e nel 75% entro il 2030. Come sostiene uno degli analisti di T&E, tra gli autori dello studio, Lucien Mathieu, “per le città alle prese con il più alto costo di capitale degli autobus a emissioni zero una sovvenzione potrebbe essere resa disponibile attraverso il nuovo bilancio UE dal 2020. Per ridurre ulteriormente il prezzo di acquisto degli autobus elettrici, abbiamo bisogno un obiettivo ‘emissioni zero’ nelle vendite dei nuovi mezzi”.

Secondo la stessa T&E i bus elettrici e quelli diesel sarebbero già alla pari in termini di costo totale, il cosiddetto TCO, se nel dato totale si includono esternalità importanti come le maggiori spese sanitarie legate all’inquinamento atmosferico e acustico tipiche dei mezzi diesel. Se a questi poi si aggiungessero anche le emissioni climalteranti di CO2 il TCO dei bus elettrici sarebbe decisamente inferiore.

Scarica lo studio di T&E

Sauro Secci 

Articoli correlati