Rinnovabili e crollo del prezzo del petrolio: la parità è comunque a portata di mano

Quello del raggiungimento della cosiddetta “Grid parity”, ho parità di griglia, il livello di costo da raggiungere da parte delle rinnovabili per poter procedere con le proprie gambe, in questa corsa verso la de carbonizzazione dei  sistemi disegnando nel contempo un nuovo modello energetico distribuito, finalmente intelligente, democratico e partecipativo, rappresenta un parametro in continua evoluzione, anche perché influenzato dall’intero scacchiere energetico globale.


In questo senso, un peso decisamente rilevante, è quello che sta avendo il crollo del prezzo del greggio su tutti i principali mercati mondiali, che nel giro di pochi mesi ha visto dimezzare la propria quotazione media. Nonostante queste evoluzioni, sembra che i costi di produzione dell’elettricità da fonti rinnovabili, siano oramai competitivi con quelli delle fonti fossili, almeno relativamente a fonti rinnovabili come biomasse, idroelettrico, geotermico ed eolico onshore. In questo contesto, anche il fotovoltaico, che ha visto dimezzare i propri costi tra il 2010 e il 2014, è sempre più concorrenziale soprattutto relativamente ai grandi impianti. Una riduzione dei costi, agevolata proprio dall’Europa, con paesi come Germania, Italia, Spagna ed altri che hanno iniziato questa grande corsa negli ultimi dieci, agevolando la diffusione delle tecnologie verdi , che vede ora spostare questa corsa in paesi come Asia, America Latina, Medio Oriente e Africa, destinati a guidare il mercato mondiale nei prossimi anni, determinando presumibilmente un raddoppio della potenza installata nel 2025. Analisi effettuate con un indicatore oramai ampiamente consolidato e riconosciuto come LCOE (Levelized Cost Of Energy)

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Evoluzione del LCOE per fonte nel periodo 2010-2014 – Elaborazione IRENA

Sulle tendenze evolutiva, vanno concentrandosi le attenzioni degli investitori internazionali, interessati a capire le sorti del mercato delle rinnovabili. Sul tema molto importante la pubblicazione di 3 rapporti, ed esattamente:

Secondo il report  Irena, anche il fotovoltaico si sta avvicinando gradualmente alla parità, soprattutto in regioni dove si ha abbondanza di risorsa ed un basso costo dei finanziamenti, con costi che arrivando a circa  6 centesimi di dollaro al kWh, sfiorando la generazione termoelettrica, che si colloca tra 4,5 e 14 centesimi al kWh, senza considerare ovviamente le estrenalità negative di queste ultime (vedi post “Esternalità negative delle fonti fossili e nuovo indicatore SCC: rinnovabili già adesso più competitive“). Nel biennio 2013-2014, la media ponderata del costo di produzione per i grandi impianti installati nelle Americhe si è collocata intorno a 11-12 centesimi al kWh (vedi diagramma seguente).

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media ponderata del costo di produzione per i grandi impianti – periodo 2013-2014 – Elaborazione IRENA

Per il fotovoltaico domestico, il costo di installazione in Germania si è ridotto di oltre il 70% nle periodo dal 2008 al 2014, passando da 7.200 a 2.200 $/kWp, con una contestuale riduzione del costo di generazione che è ridotto tra il 42 e il 64% in paesi di riferimento come Germania, Italia, Cina e Australia.

Passando all’eolico, gli impianti più efficienti nel mondo riescono a produrre a 5 cent$/kWh, con i costi medi che vanno dai 6 centesimi per progetti in Cina e Asia e i 9 dell’Africa. Più alti risultano invece i costi del solare termodinamico, che si attestano tra i 20 e i 25 cent$/kWh, e l’eolico offshore tra 10 e 17 cent$/kWh.

Proprio questi sono i trend prefigurati nelle stime di Frost & Sullivan, che ipotizza un raddoppio della potenza installata da fonti rinnovabili entro il 2025, passando dai 1.566 GW del 2012 ai 3.203, con un trend medio di crescita del 5,7% all’anno. Un ruolo fondamentale nella nuova potenza installata, avrà il fotovoltaico con il 33,4%, seguito dall’eolico con il 32,7% e dall’idroelettrico con il 25,3%.

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evoluzione contributo solare fotovoltaico ed eolico nel mix energetico mondiale (elaborazione Solar Outlook Report 2015 di Deutch Bank)

Un contesto di sviluppo nel quale l’Europa sembra perdere il treno, con la riduzione degli incentivi nei Paesi Ocse, unita alla riduzione del costo delle tecnologie, che accentuerà lo spostamento dello sviluppo delle rinnovabili in zone caratterizzate da alta crescita, sia demografica che di ricchezza (e quindi di domanda elettrica), con Asia, America Latina, Medio Oriente e Africa che si prefigurano come nuovi fronti trainanti. Dal canto suo Deutsche Bank, nel suo documento, sembra fugare le paure su un effetto del crollo del petrolio sul fotovoltaico, prevedendo un 2015 nel quale la domanda sarà ancora forte, senza essere intaccata dalla concorrenza.

Sauro Secci

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