Ridare il giusto valore al tempo libero

In una società che capitalizza qualsiasi cosa, esistono realtà contro corrente. Per ridare il giusto valore al tempo libero.

Tempo di libertà, un articolo di Rudi Bressa, giornalista scientifico ambientale

Il sottopasso della piccola stazione che uso spesso come punto di partenza per i miei viaggi di lavoro, è un piccolo gioiello. Un murale, o meglio, una vera opera d’arte dove sono rappresentati un lungo treno che viaggia verso Venezia, le ombre dei passeggeri e i luoghi più iconici del territorio. Un’opera che ha preso spazio alle varie scritte inutili e deturpanti, come quelle che troviamo spesso nei luoghi pubblici, e realizzato da una decina di ragazzi tra i 14 e i 19 anni nel 2021. In quei mesi hanno dedicato parte del loro tempo libero per rendere più bello un luogo frequentato da molti residenti e non solo.

Non è l’unico di questi progetti in questa area del Veneto e fa parte del più ampio “Ci sto? Affare fatica!”. Un gioco linguistico per un’iniziativa che punta a stimolare gli adolescenti e valorizzare al meglio il tempo estivo attraverso attività di volontariato, cittadinanza attiva e cura dei beni comuni.

I giovani partecipanti nei mesi di giugno e luglio sono coinvolti in una serie di attività settimanali dedicate alla cura del bene comune. Dalla pulizia del centro storico e delle vie dei quartieri, alla manutenzione dei parchi giochi, alla tinteggiatura di giostre, staccionate, aule di scuole materne, elementari e medie. A ciascun partecipante viene consegnato, a riconoscimento dell’impegno, un “buono fatica” settimanale del valore di 50 euro. Può essere speso in abbigliamento, libri scolastici, cartoleria, libri di lettura e tempo libero. Insomma, un modo per prendersi cura del proprio paese o quartiere e di impiegare il tempo in maniera costruttiva e attiva. Il contrario di quello che ci viene offerto da un certo tipo di mercato che ormai ci vende il tempo libero, come se questo dovesse venire occupato dal consumo. L’experience venduta come unica, irripetibile e irrinunciabile.

In una recente indagine condotta dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzata dall’istituto Demopolis, si legge come gli adolescenti italiani trovano maggiore soddisfazione nei rapporti con gli amici (64%) e nel tempo libero (53%) rispetto alle relazioni familiari (52%) e alla vita scolastica (35%). La famiglia (90%) e l’amicizia (86%) sono valori fondamentali per loro, ma preferiscono trascorrere il tempo con i coetanei piuttosto che con gli adulti. Solo poco più di un quarto degli adolescenti lamenta la distrazione delle figure adulte, mentre oltre la metà degli adulti ammette di essere distratto (52%).

Entrambi concordano sul fatto che «gli adulti non capiscono i ragazzi»: il 54% degli adolescenti e il 45% dei genitori condividono questa opinione. Questi dati rivelano come, nel contesto post-pandemia, il tempo libero e le relazioni tra pari siano diventati elementi cruciali per il benessere degli adolescenti italiani. Durante la pandemia, molte attività ricreative e sociali sono state interrotte, portando a un isolamento significativo. Con il ritorno alla normalità, i giovani hanno riscoperto l’importanza del tempo libero come momento di svago e socializzazione, che è essenziale per il loro equilibrio emotivo e psicologico.

La preferenza per le relazioni con i coetanei piuttosto che con gli adulti può essere vista come una ricerca di comprensione e affinità, elementi che spesso trovano più facilmente tra i pari. Questo non significa che i giovani disprezzino le figure adulte. Piuttosto cercano nel loro gruppo di amici un supporto e una connessione che a volte percepiscono come carenti nel mondo adulto. La pandemia ha accentuato queste dinamiche, spingendo gli adolescenti a valorizzare ancor di più le amicizie come fonte di conforto e stabilità.

Distrazione generazionale

D’altra parte, il dato che oltre la metà degli adulti ammette di essere distratto suggerisce una consapevolezza crescente delle proprie mancanze nel rapporto con i giovani. Questo può rappresentare un’opportunità per migliorare il dialogo intergenerazionale, promuovendo una maggiore attenzione e ascolto reciproco. Tuttavia, il fatto che una significativa percentuale di adolescenti e genitori concordi che «gli adulti non capiscono i ragazzi» indica che c’è ancora molto lavoro da fare per colmare questo divario. Volendo riassumere, nel periodo post-pandemico, il rafforzamento dei legami tra pari e l’importanza del tempo libero sono emersi come fattori determinanti per il benessere degli adolescenti. Allo stesso tempo, migliorare la comprensione e la comunicazione tra generazioni resta una sfida cruciale per supportare pienamente la crescita e lo sviluppo dei giovani.

Negli ultimi anni c’è stata una rinascita delle attività e delle iniziative che prevedono l’associazionismo, la cooperazione. Sia per un aumento della domanda, sia per la volontà di molte persone, non per forza giovani, di riscoprire alcuni valori che sono insiti nell’essere umano. Lo spiega bene Massimo Barbero, attore e uno degli alfieri di Casa degli Alfieri, società teatrale che costituisce una delle poche formazioni italiane ad avere un patrimonio di lavoro d’arte comune di oltre cinquant’anni. «La sensazione è che ci sia un pre-Covid e un post. C’è soprattutto un cambiamento di abitudini».

Monferrato felix

La Casa degli Alfieri è una casa del teatro sulla cima di una collina del Monferrato, costruita rigenerando il rudere di una grande cascina. Qui, tra vigne e boschi abita un gruppo di artisti che da molto tempo conduce un processo di arte comune. Prima una compagnia teatrale e ora una sorta di factory in cui ognuno si impegna a portare il teatro fuori dai suoi binari, dentro la vita.

Nella casa ci sono gli appartamenti, gli uffici, una sala per riunioni e mostre, spazi comuni, una sala per teatro, danza e musica, una foresteria per gli ospiti e un ricco archivio creato da Luciano Nattino, uno dei fondatori. «Oggi è ritornato il pubblico di prima, però c’è molta più curiosità per quel lato esperienziale che sta portando a un rifiorire di iniziative e spettacoli che raccontano luoghi e territori», racconta Barbero. Il teatro, come spiega, inteso come incontro dal vivo, di ritualità e relazione con la comunità, soprattutto ora «che c’è troppa individualità», continua. «Dovremmo ripartire dalla comunità e dalla cooperazione, trovare una relazione e arricchirla attraverso la realtà».

L’opportunità di ritrovarsi in determinati luoghi, meglio ancora se immersi nella natura, riaccende questa voglia di cooperazione. Ecco allora che la casa è aperta, ospitale. Mette a disposizione la sala prove, la foresteria, il giardino, il paesaggio per prove teatrali, seminari residenziali, corsi, incontri. Una situazione particolarmente adatta, oltre che al lavoro teatrale, a tutte quelle pratiche ed esperienze in cui il contatto con la natura, la concentrazione, la possibilità di condividere spazi e convivialità diventano ispiranti.

Ma se da un lato l’aumento dell’offerta risulta essere certamente positiva, dall’altro crea competitività tra le varie realtà. La conferma arriva da Laura Zunica, cofondatrice, presidente e project manager di Terralab, un’associazione di tutela ambientale senza scopo di lucro nata a Milano nel 2019 dall’iniziativa di sette donne. «Quello che abbiamo notato di Milano è che è satura di attività. Quindi è più difficile coinvolgere le persone».

L’associazione, nata per promuovere la sostenibilità sia attraverso il coinvolgimento attivo della comunità sul territorio sia attraverso l’implementazione di iniziative digitali, ha dato vita al suo primo festival “Riverberi”, lo scorso giugno. «È stata un’esperienza bellissima, realizzata grazie anche a realtà giovani, c’è stata tantissima cooperazione, collaborazione e supporto reciproco». Il festival ha visto la partecipazione di tredici associazioni, coinvolte in maniera totalmente gratuita, che hanno portato le loro istanze, le loro attività e i loro progetti a conoscenza delle oltre 2 mila persone che hanno partecipato… CONTINUA A LEGGERE GRATIS L’ARTICOLO SU L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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