Piccole isole come laboratorio per la transizione energetica in UE: ci sono anche tre perle italiane

Le piccole isole costituiscono per loro stessa natura un ideale laboratorio per testare l’integrazione delle tecnologie pulite legate alle energie rinnovabili, agli accumuli ed alla gestione intelligente integrata, di cui abbiamo parlato altre volte , proprio per le nostre tante piccole perle italiane che costellano il Mediterraneo (vedi vecchio post “Energie in isola….”) (di Sauro Secci).

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A cogliere questa importante peculiarità una importante istituzione comunitaria come lo sportello unico Clean Energy for Eu Islands Secretariat, il quale ha selezionato 26 piccole isole europee per dare pieno supporto lala transizione energetica. Le 26 isole sono state selezionate sulla base del loro potenziale di realizzare processo di transizione di alta qualità con il supporto del Segretariato. Perché nei prossimi anni diventino esempi ispiratori per il maggior numero possibile di isole europee, è stata prestata particolare attenzione alle isole che coprono un’ampia varietà di condizioni geografiche e contestuali.

Tra queste anche tre perle nazionali come Salina, nelle Eolie, Favignana, nelle Egadi e Pantelleria. Si tratta di una serie di importanti vantaggi dei quali le nostre 3 piccole perle potranno avvalersi nel passaggio dai combustibili fossili, dai quali incredibilmente sono ancora dipendenti almeno in parte alle energie pulite, lungo il percorso di autosufficienza energetica, dalla quale potranno derivare anche una riduzione sia dei costi che dei consumi ed una importante rafforzamento della salvaguardia ambientale. Un contesto, quello delle tre isole italiane di grande pregio, dal momento che, mentre Pantelleria è Parco Naturale, Salina con l’intero arcipelago delle isole Eolie è un autentico gioiello inserito nel patrimonio Unesco e che dovrebbe rafforzare I progetti già in corso per la riduzione della dipendenza da fonti inquinanti come il gasolio e per lo sviluppo di energie rinnovabili come solare, eolico, maremotrice o anche, dove possibile, geotermico e mini idrolelettrico.

La prima fase vedrà impegnata proprio l’isola italiana di Salina, nelle Eolie, indimenticabile location del film di Massimo Troisi “Il Postino”, insieme alle Isole Aran (Irlanda), all’arcipelago di arcipelago di Cres-Lošinj (Croazia), Sifnos (Grecia),, Culatra (Portogallo) e La Palma (Spagna), le quali pubblicheranno e svilupperanno programmi di transizione energetica entro l’estate 2019. Le altre 20 isole selezionate, attueranno il progetto entro l’estate del 2020 e tra queste ci saranno anche Favignana e Pantelleria (Italia); Hyar, Brač e  Korčula (Croazia); Kökar (Finlandia), Nuova Caledonia e Marie-Galante (Francia); Creta e Samo (Grecia); Cape Clear (Irlanda); Azzorre (Portogallo); Ibiza, Mallorca, Minorca e A Illa de Arousa (Spagna); Gotland e Öland (Svezia); Orkney e Isolle Scozzesi off-grid (Regno Unito).

Proprio Salina, l’isola resa famosa dal film di Troisi, presenta ogni anno un consumo di 1.800 tonnellate di gasolio e gpl, corrispondente ad oltre il 70% del consumo energetico dell’isola ed emissioni di carbonio che ammontano a quasi 6.000 tonnellate di CO2 all’anno e con un patrimonio edilizio costruito prevalentemente prima del 1960, il quale, sebbene caratterizzi con il suo stile il fascino dell’isola, presenta un rendimento energetico davvero scadente, con elevate bollette elettriche per gli abitanti dell’isola. Anche il trasporto pubblico nella perla eoliana, gestito da una società di proprietà dei tre Comuni, è coperto da minibus alimentati a diesel, che emettono circa 135 tonnellate di CO2 all’anno. Stesso discorso vale ovviamente anche per il carburante delle auto, importato a Salina via nave come l’acqua potabile.

Link progetto “Clean energy projects on Europe’s islands” (sito Clean Energy for Eu Islands Secretariat) 

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