Nanotecnologie e produzione di energia mettono in evidenza la “positività” della neve

Uno dei fenomeni atmosferici più belli e affascinanti come la neve, che ha visto proprio in questi giorni un’appendice primaverile, possiede anche grandi attitudini energetiche, essendo naturalmente carica positivamente, potendo così rilasciare elettroni. E’ su questa attitudini fondamentale della neve che si è mosso un team di ricercatori dell’Università della California, i quali sono riusciti a realizzare il primo nanogeneratore triboelettrico alimentato proprio dalla neve.

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I risultati della ricerca californiana, con un materiale in grado di produrre energia elettrica entrando in contatto con la neve sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Nano Energy (vedi link in calce all’articolo).

In sostanza questo primo nanogeneratore triboelettrico messo a punto dal team di ricerca della UCLA, viene alimentato dalla neve, la quale possiede la capacità di generare cariche elettriche attraverso elettricità statica e di produrre energia attraverso lo scambio di elettroni.

Il nuovo materiale sintetico messo a punto nei laboratori dello UCLA è particolarmente economico, essendo realizzabile in piccole dimensioni attraverso processi di stampa 3D e possiede una flessibilità come quella di un foglio di plastica. Si tratta di un composto di atomi di silicone e ossigeno, combinati con carbonio, idrogeno e altri elementi, il quale viene caricato negativamente e, quando la neve entra in contatto con la superficie in silicone, si produce una carica che viene catturata dal dispositivo e convertita in elettricità.

Come precisa il professor Richard Kaner, membro del California NanoSystem Institute della UCLA ed uno dei principali autori della nuova ricerca L’elettricità statica nasce dall’interazione di un materiale che cattura elettroni con un altro che li rilascia e separando le cariche creiamo elettricità praticamente dal nulla”.

Non certo casuale la scelta del composto siliconico, scaturita dopo numerosi test effettuati su diversi altri materiali, come fogli di alluminio e Teflon, con il nuovo dispositivo prodotto dall’Istituto di ricerca californiano che potrebbe trovare immediati ambiti applicativi negli sport invernali, per l’alimentazione di sistemi di monitoraggio delle performance degli atleti e molte altre applicazioni dal momento che nel periodo invernale è pari a circa il 30% la superficie terrestre coperta dal manto nevoso, il quale, depositandosi, impedisce il normale funzionamento dei moduli fotovoltaici. Proprio per quest’ultimo aspetto legato alla mancata produzione fotovoltaica, il nuovo materiale messo a punto dal team di ricerca californiano, che potrebbe essere integrato nei pannelli fotovoltaici, potendo così garantire la continuità della generazione elettrica fotovoltaica in presenza di neve.

Link articolo “All printable snow-based triboelectric nanogenerator “ rivista Nano Energy 

Sauro Secci 

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