Mobilità elettrica e conversione di auto convenzionali: l’esempio di Bologna

Nell’evolutivo contesto della mobilità elettrica un ruolo importante è indubbiamente quello legato alle possibilità di riconversione ad elettrico di auto endotermiche convenzionali, attraverso operazioni di retrofit, anche con kit di riconversione open source, davvero significativo nei nuovi scenari di economia circolare.

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Molte sono già le esperienze in corso in Italia ed una delle più recenti è quella in corso a Bologna, dove un  team di professori e ricercatori dell’Università di Bologna ha dato vita al progetto “TIME” acronimo di “Tecnologia Integrata per la Mobilità Elettrica (link sito progetto).

Il team bolognese ha realizzato un prototipo riconvertito ad elettrico di una vecchia Panda del 2003 svuotata del vecchio motore ed attualizzata negli interni, dandogli una nuova seconda vita a trazione elettrica. La realizzazione di operazioni “retrofit”, convertendo ad elettrico auto usate a benzina o gasolio, permette la creazione di un mercato di auto ecologiche perfettamente funzionanti e dai costi decisamente inferiori rispetto alle nuove auto elettriche di serie, dando un contributo sostanziale alla diffusione di massa della mobilità elettrica e rafforzando il contributo alla riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti.

Una possibilità introdotta dal DM 219/2015 “Regolamento recante sistema di riqualificazione elettrica destinato ad equipaggiare autovetture M ed N1“, entrato in vigore a gennaio 2016, decisamente frenata però dalle notevoli difficoltà di realizzazione ed omologazione di questo tipo di mezzi. Obiettivo del progetto emiliano, finanziato dalla Regione con quasi un milione di euro di fondi europei, era arrivare alla realizzazione di un kit completo e omologato che consentisse a officine certificate di convertire le auto usate (definite “donatori”), rimettendole in vendita dopo l'”elettrificazione” con prezzi inferiori rispetto aa quelli che in media sono necessari per l’acquisto di un’auto elettrica nuova. Il nuovo prototipo messo a punto sarà presentato alla fine dell’estate.

Uno dei focus del team di ricerca di Alma Mater (Centro di ricerca industriale in meccanica avanzata e del Centro di ricerca industriale Ict, gli stessi che lavorano all’auto elettrica di Onda Solare) è stata la realizzazione di un sistema di facile integrazione nella carrozzeria svuotata dal motore endotermico dell’auto oggetto di retrofit, con il coinvolgimento di alcune aziende del territorio che hanno messo a punto la componentistica di retrofit come Bergami, Tbe, Metal Tig e Sea. Ora la prossima tappa è la ricerca di un partner che sappia gestire la fase commerciale dell’operazione.

Secondo le stime del team di ricerca, si tratta di un sistema che consente il risparmio di circa 13 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera, rispetto a un automobilista che acquista due auto nuove in 14 anni e di quasi 6 tonnellate di CO2 rispetto a chi acquista prima un’auto termica passando sucecssivamente ad un’auto elettrica.

Fonte: Università di Bologna – Presentazione progetto Time Professor Claudio Rossi

Come ha spiegato il coordinatore del progetto Claudio Rossi, “Il nostro obiettivo è re-immettere sul mercato oggetti funzionanti con un costo minore. Recuperiamo e convertiamo ciò che è dannoso per l’ambiente, un’auto vecchia e inquinante, conservando ciò che è ancora valido, risparmiando anche lo sforzo energetico per produrre un’auto nuova. Dopo tutto perché buttare via ciò che può ancora durare?“.

A seguire un video di presentazione del progetto TIME dell’Università di Bologna

ed un video nel quale il coordinatore Claudio Rossi (CIRI MAM) presenta più dettagliatamente il  progetto di ricerca industriale.

La Redazione di Ecquologia

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