Le reti del futuro saranno democratiche solo se lo vogliamo

Le reti del futuro saranno democratiche solo se lo vogliamo. Articolo a cura di Andrea Degl’Innocenti, giornalista ambientale, socio fondatore di Italia che Cambia

Una forma che più di ogni altra plasma e caratterizza la società contemporanea è quella della rete o network. Reti di attivisti e attiviste, social network, reti neurali artificiali. Chiamiamo networking l’attività di relazionarci con altre persone e quante volte avrete sentito frasi come «dovremmo metterci in rete»

Come scrive il sociologo Manuel Castell, probabilmente il primo studioso ad occuparsene in ambito sociale: «Le reti costituiscono la nuova morfologia sociale delle nostre società e la diffusione della logica del networking modifica sostanzialmente il funzionamento e gli esiti nei processi di produzione, esperienza, potere e cultura. Mentre la forma di organizzazione sociale in rete è esistita in altri tempi e spazi, il nuovo paradigma della tecnologia dell’informazione fornisce le basi per la sua espansione pervasiva in tutta la struttura sociale». 

È normale aver strutturato molti aspetti delle nostre società immaginandole come delle reti. Per esempio, in sociologia il concetto di rete sociale ha rimpiazzato (pur con molte differenze) quello di comunità e nelle neuroscienze gli esperti rappresentano le connessioni cerebrali come delle reti neurali e così via.

Nel campo dell’innovazione tecnologica legata alla transizione ecologica abbiamo strutturato e ripensato le infrastrutture del domani: nell’ingegneria delle reti elettriche e delle telecomunicazioni si è fatto strada il concetto di smart grid (griglia intelligente) rete in grado di gestire in modo efficiente e decentralizzato la produzione e la distribuzione di energia elettrica… Continua a leggere gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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