L’appello di FREE per un’Italia efficiente e rinnovabile: La risposta di Annalisa Corrado

Lo scorso 19 febbraio, presso l’Hotel Nazionale a Roma, il Coordinamento Free, che raggruppa quasi tutte le associazioni per le rinnovabili, l’efficienza energetica e l’ambiente, ha sottoposto ai singoli candidati di tutte le forze politiche i propri documenti di posizione in tema di rinnovabili elettriche, rinnovabili termiche e mobilità. 

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Non è mancata la risposta convinta, puntuale e dettagliata di Annalisa Corradocandidata capolista per Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale di Vicenza, Schio e Bassano Del Grappa.

Sullo scenario tracciato nei position paper dal Coordinamento FREE, il commento di Annalisa Corrado, da sempre impegnata sui temi energetico ambientali e della sostenibilità.

Il programma di Liberi e Uguali prende le mosse proprio dall’esigenza di saldare i valori della sinistra alla chiave strategica, alla lente d’ingrandimento, alla capacità di comprensione della realtà che vengono dall’ecologia.

Ecologia da troppo tempo messa all’angolo, incastrata, in politica, in una immagine arroccata e conservativa, sempre più marginalizzata e resa mero accessorio.

Anche se si tratta di un progetto politico nuovo, il programma ecologista di Liberi e Uguali viene da lontano. Viene da un percorso partecipato con le associazioni ambientaliste e con le associazioni di categoria, di cui posso essere testimone diretta.

L’ascolto delle migliori energie ed esperienze del Paese, ciascuno con il proprio ruolo e con le proprie istganze, è una delle portanti del lavoro fatto.

In quest’ottica, abbiamo reso fulcro del programma molte delle battaglie fatte assieme:

a partire dallo sblocco dei sistemi di distribuzione chiusi e dal potenziamento delle forme di auto-consumo, auto-produzione, scambio intelligente, dalla fiscalità rivista in chiave ambientale (applicando il principio di “chi inquina paghi”), passando dalla semplificazione autorizzativa e stabilizzazione normativa e del quadro incentivante per FER elettriche, termiche ed efficienza energetica, fino alla ri-allocazione dei 16 miliardi di € che ogni anno lo Stato italiano dedica ad attività dannose per l’ambiente, a favore della decarbonizzazione dell’economia entro il 2050.

Si parte dall’idea che la SEN sia decisamente troppo poco ambiziosa, fin dagli obiettivi che si è posta. Emblematici quelli relativi alla percentuale di energie da fonti rinnovabili al 2030, ben inferiori a quelli che le stesse utilities, ENEL in testa, avevano individuato come auspicabili. Obiettivi che, soprattutto, non sono compatibili con gli scenari da raggiungere entro il 2050, sui quali il nostro Paese si è impegnato con la sottoscrizione degli accordi di Parigi. E’ una SEN che risulta timida sulle rinnovabili, su rigenerazione profonda degli edifici e dei quartieri, sulla rivoluzione che serve al comparto della mobilità e dei trasporti, e ancora troppo sbilanciata sul gas, considerato asse strategico di sviluppo, piuttosto che elemento di transizione verso uno scenario completamente decarbonizzato.

E’ evidente quanto, ancora oggi nel 2018, il settore dell’economia “verde”, non venga considerato come strategico e foriero tanto di rilancio economico/industriale, quanto di benessere diffuso e a portata di tutti (cittadini, Enti Locali, Imprese).

E’ evidente quanto manchi la consapevolezza della necessità di una cabina di regia a livello di governo, che coordini tutti i ministeri competenti (sviluppo economico, ambiente, infrastrutture e trasporti, agricoltura, economia e finanze…) per affrontare davvero in maniera seria e radicale la sfida che ci attende. Punto su cui, per altro, il coordinamento Free stesso è più e più volte tornato.

Negli ultimi lustri, la politica di governo del Paese e dei territori, portata avanti dai principali partiti, ha sostanzialmente fallito la sua funzione strategica e pianificatoria in campo energetico, preparando, tra l’altro, il terreno alla stagione del comitatismo e della sindrome del NIMBY, che nessuno (in particolare, purtroppo, chi sembra più aperto ai temi della sostenibilità) è stato in grado di “illuminare” con il discernimento, con la contestualizzazione delle opere ed il giusto coinvolgimento/rispetto dei territori (basti pensare agli ostacoli che incontrano anche i progetti più innovativi e sostenibili legati a biogas, biometano, geotermia, eolico…).

Le proposte del coordinamento Free, sia per la mobilità, sia per energia termica ed elettrica, sono certamente condivisibili.

E nel dire questo non posso non ricordare come la mia decisione di dedicarmi all’attività politica, sia nata proprio all’interno delle stesse riunioni da cui il coordinamento Free prendeva le mosse, a partire dall’intuizione di alcuni, tra cui l’allora senatore Francesco Ferrante, che ci fosse la necessità di costruire un fronte comune forte e coeso, capace di interloquire con istituzioni fossili e completamente impermeabili all’ascolto delle esigenze di uno dei pezzi più sani (in tutti i sensi) e promettenti dell’economia italiana. In quelle settimane convulse un governo decise, in modo totalmente miope e auto-lesionista, di troncare gli incentivi alle fonti rinnovabili con una mannaia, causando la successiva perdita di decine di migliaia di posti di lavoro qualificati e chiudendo esperienze uniche e virtuose (come quelle della rimozione dell’eternit e la contestuale installazione di impianti fotovoltaici, a volte vere centrali per dimensioni, senza occupare un metro quadro di suolo). In quei giorni convulsi compresi che la politica era assieme problema ed unica soluzione. Ed eccomi qui.

Annalisa Corrado

candidata capolista per Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale di Vicenza, Schio e Bassano Del Grappa

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