Inquinamento marittimo: Un nuovo studio IMO su costi e benefici di un’area ECA nel Mediterraneo

E’ stato proprio nella scorsa edizione 2017 di Ecofuturo festival che un intervento di Sauro Secci, della Associazione Giga no Profit, nel suo intervento “Fuori il Gasolio dal Mediterraneo” (vedi video in calce al post), aveva fatto un quadro della situazione, con particolare riferimento ad alcune città portuali del nostro paese, sulla assoluta priorità di inserimento del Mediterraneo tra le aree ECA (Emission Control Area), viste le numerose criticità esistenti. Proprio su questo specifico argomento è arrivato un nuovo studio promosso dall’IMO (International Maritime Organization), finalizzato a valutare proprio l’opportunità di designare il Mediterraneo come Area di Controllo delle Emissioni. (ECA), con l’auspicio è che si possa ulteriormente dimostrare la urgente necessità di un intervento a protezione del Mar Mediterraneo e delle popolazioni che vi si affacciano. Rilanciamo l’articolo originale da “Speziapolis” di Daniela Patrucco.

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Difficile tuttavia non pensare a un’azione dilatoria, considerando che lo studio sarà presentato a metà del 2019, che dal 1° gennaio 2020 è già prevista la riduzione delle emissioni di SOx a livello internazionale e che aree di controllo delle emissioni sono già state istituite e sono vigenti in altre aree dell’Europa e degli Stati Uniti.

LO STUDIO

Il Regional Marine Pollution Emergency Response Centre for the Mediterranean Sea (REMPEC) nell’ambito della convenzione sulla prevenzione dell’inquinamento dell’IMO (MARPOL ) Allegato VI sta coordinando uno studio tecnico e di fattibilità per esaminare la possibilità di designare il Mar Mediterraneo, o parte di esso, come Area di Controllo delle Emissioni (ECA) di ossidi di zolfo (SOx).

Si tratta di un nuovo studio volto a valutare i benefici, i costi e la fattibilità dell’attuazione di un’area di controllo delle emissioni (ECA) per limitare gli ossidi di zolfo (SOx) emessi dalle navi nel Mediterraneo e prenderà in considerazione, tra le altre cose, i potenziali benefici per la salute delle persone che vivono intorno al Mediterraneo e le implicazioni di costo per gli armatori.

Un’iniziativa interessante ma curiosa se costituisce un prerequisito per una decisione chiaramente necessaria e che, già in vigore in altre parti del mondo, è evidentemente sostenibile sia in termini di costi per gli armatori (sempre gli stessi che scalano i diversi porti del mondo) che di benefici per la salute dell’ambiente e delle persone (che dovrebbe avere lo stesso valore in ogni parte del pianeta).

Attualmente ci sono quattro SOx-ECA designate in tutto il mondo: l’area del Mar Baltico; la zona del Mare del Nord; l’area nordamericana (che copre aree costiere al largo degli Stati Uniti e del Canada); e l’area del Mar dei Caraibi degli Stati Uniti (attorno a Porto Rico e alle Isole Vergini degli Stati Uniti). Negli ECAS, il limite per lo zolfo nell’olio combustibile utilizzato a bordo delle navi è dello 0,10% massa/massa (m/m), mentre al di fuori di queste zone il limite è attualmente del 3,5% m/m, con l’eccezione dei traghetti (e in Italia per le navi da crociera ) che utilizzano carburante con limite del 1,5% m/m. Tale limite scenderà per tutti a 0,50% m/m dal 1 Gennaio 2020.

Un consorzio internazionale guidato da Energy & Environmental Research Associates (EERA) ha firmato (a giugno) il contratto con REMPEC per lo studio, da finalizzare entro la primavera del 2019 e che sarà presentato al comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’IMO (MEPC). Il finanziamento proviene dal Fondo fiduciario del Mediterraneo, dal programma di cooperazione tecnica integrata dell’IMO e da un contributo volontario del governo italiano.

REMPEC è amministrato dall’IMO in collaborazione con il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Obiettivi principali dell’IMO sono contribuire alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento causato dalle navi, combattere l’inquinamento in caso di emergenza e assistere le parti contraenti della Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo a rispettare gli obblighi previsti dalla Convenzione e i suoi protocolli.

MEDITERRANEO PULITO: UNA QUESTIONE DI EQUITÀ PER I CITTADINI EUROPEI E ITALIANI

La richiesta di creare una zona ECA, libera da emissioni di SOx e NOx, è stata avanzata fin dal 2015 da un gruppo europeo di associazioni ambientaliste (guidate dalla tedesca NABU e che vede l’Italia rappresentata dalla Onlus Cittadini per l’Aria) che conduce campagne di misurazioni puntuali delle emissioni navali nei diversi porti.

A Civitavecchia il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione della Regione Lazio ha misurato le concentrazioni medie annue al suolo di PM10 (µg/m3) nel territorio del comprensorio, e realizzato un modello di dispersione relativo alle emissioni dovute allo stazionamento delle navi nel porto di Civitavecchia

Lo studio del DEP Lazio, scaricabile a seguire, ha rilevato che la residenza entro 500 metri dal perimetro del porto sia associata ad incrementi di rischio di mortalità per tumore al polmone (+31%) e eccessi di rischio per mortalità per malattie neurologiche del 51% superiore rispetto ai residenti in altre zone.

Link Studio DEP Lazio “Effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla mortalità della popolazione residente nell’area di Civitavecchia”

Link studio DEP Lazio Progetto “Ambiente e Biomonitoraggio nell’area di Civitavecchia”

Ecofuturo 2017 – Intervento Sauro Secci (ass. Giga no profit) “Fuori il gasolio dal Mediterraneo

Articolo originale Speziapolis (Daniela Patrucco)

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