Inquinamento atmosferico mondiale: nuovo strumento interattivo dell’OMS

Quello della qualità dell’aria è sicuramente l’impatto più significativo delle attività antropiche sulla salute umana e sulla qualità complessiva degli ecosistemi.

Si tratta di un fenomeno il quale, se osservato su aria globale, esige criteri di analisi tendenti ad includere, oltre che l’inquinamento dell’aria esterna, a cui si richiama immediatamente l’immaginario collettivo pensando alle nostre sempre più assediate città (vedi post Inquinamento atmosferico mondiale: città sempre più invivibili“), anche all’inquinamento indoor, che ci fa vedere l’altra faccia del problema che ha connotati particolarmente allarmanti nei paesi sottosviluppati, nei quali si muore ancora prevalentemente, per esempio per gli inadeguati sistemi di preparazione dei cibi (vedi post “Cucinare con la legna nel mondo: 4 milioni di morti all’anno“).

Molto interessante per questo visione decisamente più globale della problematica, un nuovo modello della qualità dell’aria messo a punto dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), secondo il quale il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi dove i livelli della qualità dell’aria non rispettano i limiti fissati dalla stessa OMS. Le informazioni sono presentate attraverso mappe interattive (link sito OMS), le quali mettono in evidenza specifiche aree all’interno dei singoli Paesi che non rispettano i limiti dell’OMS. Tra queste, nell’area europea, spicca la Pianura Padana

Si tratta di mappe interattive che forniscono informazioni sull’esposizione, ponderata in funzione della popolazione, su PM2,5 (particolato sottile di diametro  inferiore  a 2,5 micrometri), per ogni paese. Nella mappa sono indicati anche i dati delle centraline di controllo con monitoraggio di PM10 e di PM2,5 in circa 300 città.

I dati sono stati aggregati e dettagliati per ciascun paese nel nuovo rapporto OMS dal titolo “Ambient air pollution: A global assessment of exposure and burden of disease” scaricabile in calce al post. Come ha precisato la vice direttrice generale dell’OMSFlavia Bustreo, “il nuovo modello dell’Oms mostra i Paesi nei quali si ritrovano delle zone a rischio in materia di inquinamento dell’aria e serve come base per controllare i progressi realizzati nella lotta contro questo fenomeno”. Come accennato l’OMS presenta nell’occasione anche i dati sanitari più dettagliati mai realizzati riguardanti l’inquinamento dell’aria indoor. Le elaborazioni hanno utilizzato un modello basato su dati satellitari, integrato da modellistica meteo-diffusionale del trasporto aereo degli inquinanti e delle centraline a terra in oltre 3.000 siti, sia in ambiti rurali che urbani. Questa grande mole di dati è stata elaborata dall’OMS in collaborazione con l’università britannica di Bath. Secondo il rapporto OMS, “circa 3 milioni di decessi all’anno sono legati all’esposizione all’inquinamento dell’aria esterna. L’inquinamento dell’aria interna può rivelarsi altrettanto mortale. Nel 2012, secondo le stime, 6,5 milioni di decessi (cioè l’11,6% dei decessi nel mondo) erano associati all’inquinamento dell’aria indoor”. Dal rapporto emerge chiaramente come siano ancora una volta i poveri a pagare il prezzo più alto, con circa il 90% dei decessi legati all’inquinamento dell’aria avvengono nei Paesi a basso e medio reddito, con circa 2 decessi su 3 che si registrano nel sud est dell’Asia e nel Pacifico occidentale.

A livello di patologie, all’origine del 94% dei decessi, risultano malattie non trasmissibili, in particolare quelle cardiovascolari, cerebrali o bronco-pneumatiche croniche ostruttive e il cancro ai polmoni con l’inquinamento dell’aria aumenta anche il rischio di infezioni respiratorie acute. La stessa dottoressa Bustreo evidenzia che “L’inquinamento dell’aria continua a pesare fortemente sulla salute delle popolazioni più vulnerabili, cioè le donne, i bambini e le persone anziane. Per essere in buona salute, bisogna respirare aria pura, dal primo all’ultimo respiro”.

A livello di sorgenti, tra le principali fonti di inquinamento dell’aria figurano mezzi di trasporto inefficaci, i combustibili utilizzati dalle famiglie, la combustione dei rifiuti, le centrali termoelettriche a carbone e le attività industriali. Ovviamente non sono solo le attività antropiche ad inquinare l’aria ma anche le “emissioni naturali”, come ad esempio le tempeste di sabbia, che si evidenziano particolarmente nelle regioni vicine a deserti, che possono avere una grande influenza sulla qualità dell’aria.

Il nuovo modello messo a punto dall’Oms ha una risoluzione interessante di 10 per 10 km e, come sottolinea Maria Neira, direttrice del Dipartimento salute pubblica e determinanti sociali e ambientali della salute dell’OMS “Questo nuovo modello costituisce una grande tappa per quel che riguarda la produzione di stime ancora più sicure sul carico mondiale considerevole di oltre 6 milioni di decessi, 1 decesso su 9 nel mondo, dovuti all’esposizione all’inquinamento dell’aria indoor e all’inquinamento dell’aria esterna. Ormai, sempre più città controllano l’inquinamento dell’aria, I dati satellitari sono più complete e sono stati compiuti progressi nella precisione delle stime sanitarie corrispondenti. E’ necessaria urgentemente un’azione rapida  per far fronte all’inquinamento atmosferico. Esistono delle soluzioni, in particolare dei sistemi di trasporto più vivibili, la gestione dei rifiuti solidi, l’utilizzo di stufe e combustibili puliti per le famiglie, così come le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni industriali”.

Soluzioni determinanti in un quadro così compromesso vanno da un sistema di trasporti più sostenibile, ad una miglior gestione dei rifiuti solidi, all’uso di stufe e combustibili meno inquinanti per gli usi domestici, il tutto coniugato ad energie rinnovabili e alla adozione delle migliori tecnologie disponibili nell’ambito delle emissioni industriali.

Sauro Secci

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