Il Governo rende illegale canapa industriale e cannabis light

Con un blitz notturno nelle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, la maggioranza ha approvato un emendamento che equipara la canapa industriale a quella stupefacente, inserendola all’interno del Testo unico sugli stupefacenti. Mentre tutti gli organi di informazione parlano di una modifica che vieta la cannabis light, una lettura attenta del testo e le considerazioni degli esperti rivelano una portata assai più ampia. L’emendamento rende infatti illegale tutta la produzione di canapa industriale, riguardando la produzione di infiorescenze in generale. È un dato di fatto incontrovertibile che qualsiasi pianta di canapa, anche ad uso industriale per fibra o seme, produce comunque fiori. (IL TESTO DELL’EMENDAMENTO)

La Normativa Attuale e le Modifiche

La legislazione italiana attuale, che risale al 2016, consente la coltivazione di canapa per scopi industriali, purché il contenuto di THC – la sostanza psicoattiva presente nella pianta – non superi lo 0,2%. La nuova normativa, invece, proibisce il commercio, la lavorazione e l’esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa. Ciò colpirà diversi ambiti, dalla cosmesi all’erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo. I negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis light, sorti come funghi negli ultimi anni, sarebbero costretti a chiudere. Inoltre, le tabaccherie, che attualmente offrono alcuni di questi prodotti, non potrebbero più includerli nel loro assortimento.

Dettagli dell’Emendamento

Nel testo dell’emendamento non si fa menzione della concentrazione di THC, ma si vieta la lavorazione di tutte le piante di canapa che producono infiorescenze. Dopo l’approvazione della misura in Commissione, si attende ora il passaggio in Parlamento, con il doppio passaggio alla Camera e al Senato, previsto probabilmente per fine agosto o settembre. Se l’emendamento diventerà legge, l’Italia sarà l’unico paese in Europa a rendere illegale la coltivazione della canapa.

Giacomo Bulleri, avvocato esperto nel settore della canapa, ha commentato il provvedimento sottolineando che: «Nonostante l’opposizione di tutte le associazioni nazionali agricole, e non solo quelle della canapa, che erano unite nel condannare il provvedimento che è illogico sia sotto un profilo giuridico che scientifico, succede che per la volontà ideologica di limitare questa pianta, si va a bloccare tutta la filiera, vietando la produzione e la lavorazione del fiore – ed è impossibile, anche per chi fa fibra, evitare che la pianta fiorisca – fermando un intero settore agricolo e la libera impresa».

Reazioni e Proteste

Coldiretti, CIA e Confagricoltori, le principali associazioni per l’agricoltura in Italia, si sono opposte fermamente all’emendamento. Nella notte – con il favore delle tenebre, come hanno commentato le opposizioni – è stato approvato l’emendamento sulla canapa contenuto del Ddl Sicurezza che era stato precedentemente accantonato. A fine maggio, anche Canapa Sativa Italia (CSI) – associazione che riunisce gli operatori del settore – ha promosso un’azione collettiva contro l’emendamento davanti alla Commissione Europea, contestandolo poiché potrebbe violare il diritto dell’UE in materia di libera concorrenza e circolazione delle merci. CSI ha evidenziato l’assenza di una consultazione con il sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche (TRIS), passaggio obbligatorio per normative che influenzano il mercato unico europeo.

Giacomo Bulleri ha sottolineato ulteriormente: “Il mondo agricolo con le principali associazioni (CIA, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, oltre a quelle della canapa industriale come Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia), si era esposto dicendo che la canapa industriale è un prodotto agricolo, che viene pagata la Pac e che la legge contrasta contro ogni norma comunitaria sulla canapa, e questa legge va a colpire destinazioni d’uso che con la cannabis light non c’entrano nulla”. Questo evidenzia l’enormità di ciò che sta accadendo.

Beppe Croce, presidente di Federcanapa parla di “Un provvedimento assurdo e irresponsabile che non demolisce solo il mercato della cannabis light, ma tutto il comparto industriale dei cosmetici, integratori, aromi, preparati erboristici derivabili dagli straordinari principi attivi non stupefacenti del fiore di canapa industriale (in cui il Thc è presente in quantità irrilevanti). Speriamo ancora che questo emendamento, che a settembre deve passare ancora il vaglio di Camera e Senato, non diventi legge. In caso contrario il governo Italiano si troverà a mal partito con la magistratura italiana ed europea e, beffa maggiore, non potrà impedire che il nostro mercato venga invaso da prodotti realizzati legittimamente in altri Paesi di Europa.”

Le Conseguenze del Blocco in Italia

L’impatto economico di questa decisione sarà significativo perché si tratta di un mercato in piena espansione in Italia. Attualmente, circa 800 aziende coltivano cannabis light nel nostro paese e 1.500 si occupano della sua trasformazione, generando un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e coinvolgendo circa 11.000 posti di lavoro. Secondo Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting (Marijuana Policy Group di Denver), il mercato della cannabis light in Italia nel 2021 era valutato circa 44 milioni di euro all’anno e sarebbe potuto crescere fino a 400-500 milioni con una regolamentazione adeguata, inserendosi in un mercato europeo potenziale di 36 miliardi di euro. Il prodotto coltivato in Italia, è infatti molto richiesto anche all’estero, con esportazioni verso Germania, Belgio, Olanda e Francia.

Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, ha commentato così l’approvazione alla Camera dei Deputati dell’emendamento che rende illegale la cannabis light:

“L’approvazione notturna dell’emendamento al disegno di legge “Sicurezza” che vieta le infiorescenze di canapa in Italia è un atto insensato. Solo un Governo in preda alla furia ideologica poteva pensare di vietare dei fiori a prescindere che questi contengano o meno THC, il principio attivo psicoattivo della cannabis. Esso è presente in quantità irrilevanti nelle infiorescenze di cannabis light che invece spesso contengono altri principi attivi, come il CBD, che non hanno effetti psicotropi e nessun effetto collaterale significativo, come riferito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a seguito di una revisione scientifica durata 2 anni.”

Conseguenze Potenziali

“Il Governo Meloni mette fuori legge oltre 11.000 lavoratori, migliaia di aziende, centinaia di negozi. E regala alle narcomafie nuovi clienti: la cannabis light, secondo gli studi disponibili, ha avuto in questi anni un forte effetto sostitutivo della cannabis illegale. Insomma, come al solito, l’intervento repressivo provocherà più danni di quelli che finge di prevenire. La destra ha voluto confermare di voler usare il diritto penale come strumento di propaganda.”

Bulleri ha aggiunto: “Se avessero voluto vietare solo la cannabis light, si sarebbe potuto scrivere un testo ad hoc, ma qui si limita a prescindere una pianta, del tutto legale in Europa. Per ora non bisogna andare nel panico: nel momento in cui sarà legge dello Stato, mi auguro che verrà valutato se un provvedimento del genere sia conforme a livello nazionale e comunitario, cosa che al momento escludo”.

Intervento dell’Unione Europea

Dandone per scontata ormai l’approvazione, l’augurio è che possa intervenire l’Unione Europea, in virtù delle normative di libero scambio di prodotti esplicitamente coltivabili e vendibili all’interno del mercato unico. Ma anche la Magistratura potrebbe valutare i rilievi di proporzionalità e irragionevolezza di una norma che rende punibile con pene sino a 6 anni di carcere la coltivazione e il possesso di prodotti senza alcuna capacità drogante.

Le Strade Future

Mattia Cusani di CSI ha precisato che: “Noi ci siamo concentrati sulla sospensiva, sia per la mancata notifica al Tris (un provvedimento che impatta sulla libera circolazione delle merci nel mercato unico europeo deve essere notificata al sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche (Tris)), sia per l’eventuale intervento del Tar, che non entrerebbe nel merito, ma potrebbe sospenderlo in funzione della violazione di una normativa comunitaria”.

Per approfondire

https://ecquologia.com/produzione-di-fibra-di-canapa-in-italia-una-vocazione-dimenticata/

Redazione

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