Green New Deal della UE: i punti essenziali

E’ stato presentato nei giorni scorsi, in sede della prima sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, il Green New Deal dell’Europa che si propone come elemento forte della nuova Commissione guidata da Ursula Von der Leyen e che prevede il sostegno di un fondo di transizione da 100 miliardi di euro per un piano di investimenti sostenibili e risorse della BEI.

    {tweetme} #greennewdealue #justtransitionfund “Green New Deal della UE: i punti essenziali” {/tweetme}

Un indirizzo politico per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, attraverso la mobilitazione di risorse per modificare i comportamenti di tutte le componenti della società (famiglie e imprese), con l’obiettivo di abbattere il 40% delle emissioni inquinanti europee entro il 2030, per conseguire  un continente climaticamente neutro ed in equilibrio, ad emissione zero nel 2050, potendo così fare da traino alle altre parti del mondo nella svolta verde.

A livello di strumenti, il nuovo il Piano verde è sostenuto dal Fondo di Transizione, il cosiddetto Just Transition Fund, dedicato ad aiutare le aree che saranno economicamente e socialmente più in difficoltà nella fase di transizione economica, il quale sarà dotato di almeno 100 miliardi di euro, con l’Italia che chiede di utilizzarlo in tutti i settori e in tutti Paesi, con un richiamo indiretto alla ambientalizzazione dell’ex Ilva. 

Nella sostanza dal 2021 il fondo sarà finanziato da 7,5 miliardi freschi del bilancio europeo che potranno essere il volano ad investimenti privati che secondo stime potrebbero raggiungere una cifra finale tra i 30 e i 50 miliardi.

Oltre a questo vi sarà anche il Piano per gli investimenti sostenibili, cioè quella parte destinata a finanziare direttamente la transizione tecnologica dell’industria europeaAltri 45 miliardi arriverebbero poi da InvestEu, lo schema per gli investimenti che verrà gestito direttamente dal commissario all’ Economia Paolo Gentiloni. Il resto dei finanziamenti sarà infine messo a disposizione da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti), chiamata direttamente a sostenere il green new deal.

Entrando nel merito dei singoli stati nazionale, i 100 miliardi del fondo di transizione saranno destinati principalmente ai Paesi chiamati a compiere i maggiori sforzi per uscire, come il caso emblematico della Polonia, ancora con una fortissima e prevalente dipendenza dal carbone. I criteri principali che regoleranno la distribuzione del fondo tra i Paesi membri saranno principalmente:

la presenza di emissioni nocive;

l’occupazione nei settori del carbone e della lignite;

la produzione di torba o di scisti bituminosi. 

Verranno inoltre considerati una serie di fattori correttivi, come la relativa prosperità dei singoli Paesi membri, con i fondi che serviranno alla riconversione delle aziende strategiche più inquinanti, per portarle progressivamente ad essere a bilancio neutrale sul clima, come il nostro caso nazionale dell’Ilva. Sul fronte nucleare, con esplicito riferimento alla Francia, questa potrebbe ottenere di finanziare con denaro statale il suo nucleare. Rischio a tale piano è che i principali Paesi più virtuosi possano ostacolare il piano, visto che le risorse sarebbero convogliate principalmente ai paesi dell’Est Europa. Già nel 2021 i singoli governi dovranno inviare a Bruxelles un proprio piano nazionale nel quale dovranno essere indicate le modalità di spesa dei fondi UE, con gli stessi piani che dovranno poi essere approvati dalla Commissione.

Sul piano regolatorio infine, la Commissione Europea presenterà anche una revisione delle regole sugli “aiuti di Stato”, collocata in un’ottica di ampio respiro, che permetterà il finanziamento pubblico nei settori che faranno propria la filosofia del Green deal. Inoltre si inizierà ad elaborare una riforma dei regolamenti alla base del Patto di Stabilità per favorire gli investimenti pubblici sostenibili, permettendo così ai singoli governi di spendere, inserendo criteri dell’ambito per concedere flessibilità su deficit e debito. Oltre a ciò la Commissione lancerà una nuova Strategia per la sostenibilità finanziaria chiamata a favorire l’ingresso nel Green Deal di ulteriori capitali privati .

La Redazione di Ecquologia 

Articoli correlati