Fiume Tevere: una barriera per il recupero della plastica

Quello della plastica è oramai uno degli ambiti più visibili della pressione antropica dell’uomo sugli ecosistemi ed il recupero della plastica dai fiumi, prima che questa raggiunga il mare si appoggia a diversi approcci risolutivi, effettuati tramite barriere di superficie.

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Da alcuni giorni anche il Tevere dispone di una struttura di recupero preventivo della plastica prima che questa raggiunga il mare, grazie ad un progetto della Regione Lazio in collaborazione con il Comune di Fiumicino, dove il fiume della città eterna sfocia in mare.

Una barriera acchiappa plastica che impedisce ai rifiuti galleggianti di raggiungere il mare. E’ il progetto sperimentale presentato questa mattina alla foce del Tevere, a Fiumicino, dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Un’iniziativa che si inserisce tra le azioni promosse per i Contratti di Fiume.

Finanziato da un investimento regionale di 40mila euro, è realizzato dalla Regione Lazio in collaborazione con Castalia Operations Srl, che ha progettato il sistema che intercetta e convoglia in un’area di raccolta i rifiuti trasportati dai corsi d’acqua prima che si riversino in mare, e Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), che si occuperà invece della raccolta dei rifiuti e avvierà a riciclo la plastica recuperabile.

Si tratta di un sistema brevettato da Castalia, costituito da una barriera in polietilene che intrappola e raccoglie la plastica galleggiante, non comportando problemi per le specie vegetali e animali, studiato come strumento selettivo, studiato per ridurre l’input di plastiche trasportate dai fiumi senza alterarne la portata e la velocità delle acque e senza interferire con il passaggio dei pesci e dei detriti fluviali.

Il sistema-barriera è stato attivato sul Tevere il 18 ottobre scorso, a una profondità di due metri su un fondale di cinque ed ha raccolto in poco più di una settimana quattro metri cubi di rifiuti avviabili al riciclaggio. In sostanza la barriera in polietilene intercetta i rifiuti galleggianti, accumulandoli in una specifica area, dalla quale vengono successivamente raccolti attraverso un mezzo nautico compatto, dotato di cestello. Da questo vengono poi depositati in appositi contenitori di stoccaggio, nel formato big-bag. Il sistema completo di raccolta è progettato per una lunga permanenza nel fiume per lungo tempo, rimanendo operativo anche durante i periodi di pioggia ordinaria e senza interferire con la flora e la fauna presente nel fiume.

Preziosa, nella realizzazione della “diga” blocca rifiuti, la collaborazione del Comune di Fiumicino, nella persona di Davide Di Bianco, delegato del Sindaco per la riqualificazione del fiume Tevere, e di Cristiana Avenali, Responsabile dei contratti di Fiume della Regione Lazio, che ha fortemente voluto e lavorato al progetto, insieme ai diversi attori del territoriali ed ai partner tecnici.

Nella foto: Cristiana Avenali in prossimità dell’area di stoccaggio (big-bag)

Gli obiettivi della sperimentazione, già operativa sul fiume Po sono essenzialmente due: 

  • fermare i rifiuti prima che arrivino in mare, dal momento che ben l’80% dei rifiuti che sfociano in mare provengono dai corsi d’acqua;
  • sensibilizzare istituzioni, associazioni e cittadini sulla tematica della plastica, stimolando ognuno a dare il proprio contributo fattivo.

Il programma, che ha come partner il Comune di Fiumicino e la Capitaneria di Porto di Roma, avrà la durata di 2 mesi.

Alla presentazione, a bordo del battello sul Tevere, erano presenti infatti, oltre alla stessa Cristiana Avenali e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, anche i rappresentanti di Capitaneria di Porto, Comune di Fiumicino, Castalia Operation srl, Corepla, insieme a associazioni e enti di ricerca. 

Come ha voluto sottolineare il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, “Finalmente inizia questa sperimentazione rivoluzionaria sul Tevere, che fa parte di una grande strategia che mette al centro delle nostre politiche la tutela e la cura dell’ambiente, questo è il fiume di Roma, dove è nata la civiltà. Non è quindi una parentesi ma parte di un modello di sviluppo che guardi alla salvaguardia del pianeta”.

Anche una delle protagoniste principali di questo progetto come Cristiana Avenali, Responsabile dei contratti di Fiume della Regione Lazio, ha lasciato il suo commento: “C’è voluto molto lavoro, vista la complessità del contesto e i molti soggetti coinvolti con diverse competenze, ma ne valeva la pena vista l’importanza strategica del progetto che  abbiamo presentato: una barriera alla foce del Tevere per la raccolta dei rifiuti galleggianti prima che arrivino in mare o sulle spiagge e si trasformino nelle dighe di spazzatura ormai tristemente famose! Un’azione concreta di pulizia delle acque, una azione di sensibilizzazione per impedire questi continui sversamenti che rappresentano l’80% dei rifiuti che arrivano in mare, e anche la possibilità di cominciare a quantificare la portata di rifiuti del Tevere. Due mesi di sperimentazione per poi decidere come procedere. La plastica raccolta sarà riciclata. L’intervento rientra nelle politiche messe in campo dalla Regione Lazio per i Contratti di Fiume e nella Campagna #CDFLAZIOPLASTICFREE. Un ringraziamento a tutti coloro che collaborano al progetto: Corepla, Castalia, Comune di Fiumicino, capitaneria di Porto e le associazioni Mare Vivo e Legambiente Un nuovo traguardo raggiunto e non ci fermeremo!”  A seguire un breve servizio sul progetto del Tevere de “Il Faro online”

La Redazione di Ecquologia

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