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Ecodragaggi: lo speciale di Smart City

Come trasformare i sedimenti che soffocano i laghi in risorsa. Riascoltiamo le 2 puntate che il programma Smart City – Voci e luoghi dell’innovazione di Radio 24 ha dedicato agli ecodragaggi. Intervista di Maurizio Melis a Fabio Roggiolani, cofondatore di EcoFuturo Festival.

Ci sono più di 4 miliardi di metri cubi di sedimenti depositati nei bacini idrici italiani

In certi casi occupano una parte considerevole del volume di laghi e bacini idroelettrici. Causando problemi di natura ecologica, una minore disponibilità di acqua per l’irrigazione. Ed una minore capacità dei bacini idro-elettrici (quelli chiusi dalle dighe, per capirsi) di immagazzinare e produrre energia.

Allo stesso tempo questi sedimenti, accumulatisi a causa dell’erosione dovuta all’agricoltura intensiva, sono composti in grandissima parte da sabbie e limi che sarebbero utilissimi in edilizia e in agricoltura. Ma raccoglierli era ritenuto impraticabile. Perché il dragaggio avrebbe sollevato una tale nuvola di detriti (plume, in gergo tecnico) da distruggere tutti gli ecosistemi a valle.

Il sistema degli ecodragaggi Fincantieri-Decomar

Il nuovo sistema di dragaggio messo a punto in Italia da Fincantieri-Decomar, che permette di dragare il fondo di un bacino senza sollevare nemmeno una nuvoletta di sabbia, ha finalmente aperto la strada a questo scenario.

Questa nuova tecnologia di dragaggio è a bassissimo impatto ambientale. E permetterà nei prossimi anni di iniziare a rimuovere gli oltre 4 miliardi di metri cubi di sedimenti che nel corso di decenni si sono accumulati nei bacini idrici del Paese causando non solo un danno ecologico, ma anche una riduzione della disponibilità di acqua per l’agricoltura e per la produzione di energia elettrica. Parliamo di circa 25% su scala nazionale.

Come abbiamo visto, questi sedimenti sono composti in grandissima parte da sabbie e limi che sarebbero utilissimi in edilizia e in agricoltura; e possono perciò rappresentare una importante risorsa una volta estratti e separati nelle diverse componenti, cosa che la tecnologia DECOMAR fa.

Ora, intorno a questa tecnologia sta nascendo un progetto con protagonista uno dei bacini italiani più colpiti dall’Interrimento: il lago di Chiusi. Lago che si vuole riportare in vita con l’eco-dragaggio e con altre attività volte a ridurre le pratiche agricole maggiormente responsabili dell’erosione e, di conseguenza, dell’interrimento del lago.

Cover Photo by Fringer Cat on Unsplash

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Redazione

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