Ecobonus 65% 2018: emendamento di ammissione per i microcogeneratori

Semaforo verde anche per la microcogenerazione distribuita per l’accesso all’ecobonus al 65%, previsto da un emendamento alla legge finanziaria 2018, riformulato e approvato dalla commissione Bilancio del Senato.

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Un settore fondamentale quello della microcogenerazione, con generazione simultanea di energia elettrica e calore, capace di dare grandi risposte in termini di efficienza energetica sopratutto dei complessi condominiali, essenza prevalente dell’edilizia in ambito urbano.  Secondo il nuovo emendamento appena approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, l’ecobonus al 65% verrà applicato per tutto il 2018 anche all’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un importo massimo detraibile di 100mila euro. Si tratta di un emendamento delle Autonomie alla manovra 2018, riformulato e approvato dalla commissione Bilancio del Senato, che potrà essere utilizzato come ecobonus, per la posa in opera di micro-cogeneratori che comportino un risparmio di energia primaria pari ad almeno il 20%.

La nuova norma va a modificare l’articolo 3 della Legge di Bilancio 2018, prevedendo testualmente che “per l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, sostenute dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro. Per poter beneficiare della suddetta detrazione gli interventi in oggetto devono condurre a un risparmio di energia primaria pari almeno al 20 per cento”.

Il nuovo emendamento prevde che vengano incrementate le risorse del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili in corso di gestione, che diventano 327,8 milioni di euro per l’anno 2019, 325,4 milioni di euro per l’anno 2020 e 326,7 a decorrere dall’anno 2021.

Un elemento importante, in continua evoluzione grazie anche alla completa definizione del quadro normativo legato al biometano e dove la tecnologia di derivazione automobilistica ha radici storiche profonde proprio nel nostro paese (vedi post “Volkswagen, la “microcogenerazione a stormo” e quel Totem Fiat“) in una offerta tecnologica che ha trovato recentemente, valide soluzioni anche in Italia, grazie, per esempio, alla linea TANDEM di AsjaGen (link sito).

Ricordiamo che la produzione simultanea nello stesso impianto di entrambe le forme di energia elettrica e termica, permette una forte riduzione dei costi di combustibile rispetto alla produzione delle stesse quantità di energia in due impianti separati. Il combustibile usato per il funzionamento del microcogeneratore può essere gasmetano o biometano. La microcogenerazione permette anche di recuperare il calore prodotto durante la produzione di elettricità e reimpiegarlo come energia termica.

Con un impianto di microcogenerazione l’abitazione o l’ambiente di lavoro possono dotarsi di un’alternativa efficace al normale impianto di riscaldamento, oltre a garantirsi una fornitura indipendente di energia elettrica, conseguendo così un risparmio energetico e quindi economico, con grandi mitigazioni ambientali, con particolare riferimento alle sempre più alte criticità tipiche dei contesti urbani, con una significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di inquinanti.

Sauro Secci

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