È boom del biogas: le centrali tagliano il traguardo delle 50

MANTOVA. L’inaugurazione di ieri della nuova centrale a biogas a Commessaggio (1 Mw, alimentazione a mais, liquami e bietole) fa tagliare un ipotetico traguardo: quello dei 50 impianti provinciali energetici che puntano sui prodotti agricoli


i. Un obiettivo raggiunto in soli sei anni di rincorsa sostenuta dal vento in poppa degli incentivi statali alle energie rinnovabili, ma che già da questi mesi dovrebbe rallentare. Lo stop ai contributi scatterà infatti a fine anno. Chi non sarà riuscito a quella data ad allacciarsi alla rete nazionale, perderà la gara degli incentivi, rischiando così di compromettere l’economicità dell’impianto.

Si sono bruciate le tappe

Il traguardo delle 50 centrali, secondo una stima fatta nel 2011 da Agire, l’agenzia provinciale che si occupa di energie rinnovabili, si doveva raggiungere alla fine di quest’anno o ad inizio 2013. Ma la stretta del governo Monti sulle energie rinnovabili ha agito da acceleratore. Basti pensare che al 31 dicembre del 2010 gli impianti in esercizio nel Mantovano erano solo 20, perlopiù di dimensioni medio piccole, in grado di generare circa 15 Megawatt totali e in grado di coprire appena il 3% dei consumi d’energia della nostra provincia stimati, per il 2010, in 3.813 Gigawattora.

Il boom del 2011

Nell’anno appena trascorso, si è registrata una vera e propria corsa. Sedici gli impianti che si sono sottoposti alla trafila burocratica delle conferenze dei servizi per ottenere l’autorizzazione provinciale e accendere l’impianto. Di fatto, la produzione, se tutti taglieranno il traguardo, potrebbe raddoppiare con un ulteriore potenza di 17.5 Megawatt .

Si coprirà il 9% dei consumi

Se ci sarà infine semaforo verde per gli altri 12 impianti alimentati da fonti rinnovabili, anch’essi in fila per farsi autorizzare, si raggiungerà un totale di 8.9% del fabbisogno provinciale soddisfatto solo dai biogas. Da ricordare che oggi i 22 impianti già accesi e funzionanti generano 129mila Mwh l’anno mentre per il fotovoltaico l’analoga produzione (142.178 Mwh/anno) viene ottenuta con ben 3.458 impianti solari.

Il peso dell’energia verde

Il totale delle centrali a biogas accese copre appena lo 0.48% del totale nazionale delle fonti rinnovabili e contribuisce allo 0.35% dell’energia verde prodotta. Gli impianti già installati assommano al 3.4% del fabbisogno provinciale che sale al 7.11% con l’apporto del fotovoltaico.

Mantova resta “polo fossile”

Un dato significativo, in quanto proprio la nostra provincia è, di fatto, il polo di produzione energetica da combustibili fossili della Lombardia. Con le sue quattro centrali in esercizio, Mantova produceva secondo i dati del 2007 e rimasti sostanzialmente inalterati, il 44% della produzione lombarda, ovvero l’8% di quella italiana. Proprio per contrastare questa dipendenza da petrolio e soprattutto metano, la Provincia aveva varato già dal 2006 un proprio piano energetico che puntava al risparmio ed alla produzione da fonti rinnovabili (fotovoltaico e biomasse). Ma mentre nel settore del solare i dati sono in linea con quelli lombardi, Mantova e la vicina Cremona risultano al top della produzione da fonti agricole.

Agricoltori fra i due fuochi

Il motivo è evidente. il calo dei guadagni agricoli rende allettante la filiera agroenergetica. Una centrale “media” costa circa 4-5 milioni, ma è un investimento che oggi pareggia rapidamente in 6-7 anni. Lo Stato paga infatti 28 cent per kilowatt, come sostegno alla green economy , quasi il doppio dei 15 cent del costo base dell’energia elettrica. E incentiva la produzione: più energia si fa, più si guadagna facendo schizzare il volume d’affari dei biogas mantovano a oltre 300 milioni di euro. Ma per alimentare 50 centrali servirebbero nell’ipotesi massima (ma difficilmente realizzabile) circa 10mila ettari, ovvero il 5% del terreno agricolo provinciale con ricadute negative sui costi dei terreni e degli affitti e rischi di monocoltura.

Le linee di tendenza

Il decreto sulle rinnovabili staccherà dal 2013 la spina ai super incentivi varati per far recuperare velocemente all’italia il gap sulla produzione di energia verde allineando i contributi ai livelli europei e funzionando come deterrente per gli interessi speculativi. Saranno premiati gli impianti piccoli (300 Kw, un terzo di quelli attuali) alimentati a scarti mentre le Regioni, cosa chiesta a gran voce alla Lombardia, dovranno pianificare la presenza di centrali provincia per provincia.

FONTE : La Gazzetta di Mantova – Redazione web

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