Dissesto idrogeologico: oltre 10.000 sfollati in Italia nel 2014 secondo il CNR

La problematica del dissesto idrogeologico, legata alla atavica mancanza di politiche di prevenzione e pianificazione degli interventi, in uno dei paesi più vulnerabili come il nostro, presenta un conto ogni anno sempre più salato. Una problematica che ho già trattato più volte nel blog ed anche recentemente per dar conto della messa a sistema di una grande mole di informazioni territoriali, raccolte nel sito “DissestoItalia” (vedi post “DissestoItalia: l’inchiesta di Ance, Architetti, Geologi e Legambiente diventa anche un sito“).


Su questa sempre più cruciale priorità per il nostro paese, arriva lapubblicazione del “Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni” per l’anno 2014, curato dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche(Irpi-CNR) di Perugia e disponibile sul sito Polaris (link sito) e scaricabile in calce al post. Un bilancio puntuale ed un autentico bollettino di guerra nel 2014 in Italia, dove, dal 1 gennaio e il 31 dicembre 2014 si sono registrati, a causa di frane e inondazioni, 33 morti e 46 feriti con oltre 10.000 persone hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro abitazioni. Una serie di eventi che hanno colpito 220 comuni disseminati in 19 delle 20 regioni italiane. L’analisi del report individua come regioni più colpite quelle dell’area Nord-Ovest e in parte del centro.


Venendo alla analisi dei dati su bade regionale. La Liguria si colloca al primo posto tra le regioni martoriate a livello di eventi meteorici, collocati nei mesi di gennaio, ottobre e novembre, provocando cinque morti in 34 comuni e 71 località. A Seguire abbiamo il Piemonte, che ha visto 48 località colpite e due vittime, la Lombardia, con 42 località e sei vittime, l’Emilia-Romagna, con 28 località interessate e un morto, e la Toscana, con 35 località colpite e 5 morti. A livello comunale, quello più colpito risulta Genova, con oltre 20 località che contano vittime e sfollati. Ma il comune che registra il più alto numero di vittime nel 2014 è stato quello di Refrontolo, in Veneto, con la piena del torrente Lierza a Molinetto della Croda che ha provocato ben quattro morti e 20 feriti”.
Secondo Fausto Guzzetti dell’Irpi-CNR, “i dati raccolti nel 2014 confermano purtroppo quanto siano diffuse le condizioni di rischio per la popolazione e contribuiscono a comprendere come esse aumentino o diminuiscano in funzione dei cambiamenti climatici ma anche di quelli ambientali e sociali”.
Ripassando cronologicamente in rassegna il 2014 appena trascorso, il rapporto rileva i mesi di ottobre e novembre come quelli a più alta criticità, con novembre che ha fatto registrare, tra Liguria, Piemonte e Lombardia, il pesante bilancio di nove morti, due feriti e oltre 3.000 sfollati. All’interno del rapporto, sono contenute anche mappe e statistiche sugli eventi calamitosi che hanno provocato danni alla popolazione sia nei cinque (2009-2013) che nei cinquanta anni precedenti.


Tra il 1964 e il 2013 sono state ben 1.989 le persone morte, di cui 1291 a causa di frane e 698 a causa di inondazioni (698), facendo registrare una media di circa 40 morti all’anno, 72 i dispersi e 2.561 feriti. Sempre nell’arco dell’ultimo mezzo secolo sono stati interessati con vittime e sfollati 2.031 comuni, pari a circa il 25% dei comuni italiani. Negli ultimi 5 anni, tra il 2009 ed il 2013, gli eventi geo-idrologici sono stati la causa di 162 morti, con una media di 32 morti all’anno, 7 dispersi, 331 feriti e oltre 45.000 sfollati e senzatetto. Nel 2009 si contano ben 50 persone decedute, 6 dispersi e 171 feriti, in particolare a causa di frane superficiali, colate di detrito e inondazioni che si verificarono nella parte orientale della provincia di Messina, con 31 morti, 6 dispersi e 122 feriti. Anche il 2011 è stato un anno particolarmente duro con il rapporto che presenta un bilancio di 43 morti e 30 feriti, molti dei quali registrati durante l’evento verificatosi nell’area dello Spezzino e della Lunigiana che provocò 13 morti, 2 feriti e almeno 900 sfollati, seguito pochi giorni dopo, in una data che evoca altri grandi disastri storici come il 4 novembre, dall’esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano e dalla piena dei torrenti Sturla, Scrivia ed Entella, causando gravissimi danni e sei vittime a Genova. Nel 2010 si sono contati 27 morti e 55 feriti, nel 2012 15 morti e 23 feriti e nel 2013 27 morti, 1 disperso e 52 feriti.

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Mortalità per frane ed alluvione 1964 – 2013

Un sito davvero ricco di mappe e statistiche il Polaris di Irpi-Cnr, capace di fornire dati aggiornati sugli eventi di frana ed inondazione che hanno causato danni diretti alla popolazione, informazioni di sintesi sui maggiori eventi meteo-climatici, descrizioni dei danni registrati completi della geo-localizzazione delle località colpite, oltre ad una interessante sezione divulgativa “sei preparato?”, contenente consigli sui modelli comportamentali da adottare prima, durante e dopo un’alluvione. Si tratta di dati messi a sistema, strutturati e resi pubblici, nell’intento di contribuire a un’efficace informazione ai cittadini e per soddisfare le richieste di notizie da parte di media, amministratori e cittadini. Davvero un opera di grande rilievo, anche come supporto alle decisioni per azioni di pianificazione e di intervento divenute irrinunciabili e sempre più prioritaria, per cercare di invertire una pericolosissima tendenza, costituita unicamente da interventi in emergenza.

Sauro Secci

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