DAL NIMBY AL PIMBY. Presentato il primo impianto geotermico a reiniezione totale

Ok nel mio giardino. Questo è stata la novità della conferenza stampa, svoltasi al Senato della Repubblica il 14 gennaio 2020, sulla nuova geotermia a impatto zero: la geotermia binaria. L’occasione è stata quella di presentare il nuovo impianto geotermico binario che sorgerà nel territorio di Abbadia San Salvatore, il comune dell’Amiata che più si è opposto alla vecchia geotermia Flash subendo l’impatto di questa tecnologia realizzata nei comuni limitrofi, senza averne alcun vantaggio sul fronte economico.

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«Parliamo di una nuova geotermia non più inquinante perché non emette alcuna sostanza in atmosfera e di un sindaco quello di Abbadia San Salvatore che si è candidato mettendo nel programma questa nuova centrale ed è stato eletto. Per cui i cittadini hanno capito i vantaggi di questa rinnovabile. – ha detto il Sen. Gianni Girotto – Presidente della Commissione Industria del Senato – Si tratta di sistema che comporta solo benefici per la collettività e che in questo caso non lede il paesaggio. La questione paesaggistica è fondamentale visto che possediamo uno dei paesi più belli del mondo, ma dobbiamo sforzarci di coniugare le fonti rinnovabili, che sono necessarie per vincere le sfide climatiche, con i nostri bellissimi territori».

«Come Giga abbiamo lavorato sulla nuova geotermia per oltre dieci anni per arrivare a questo risultato. – ha detto Fabio Roggiolani – Giga-Ecofuturo – E si è trattato di un risultato che è partito dalla protesta nostra e del Sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi contro la vecchia geotermia che non può e non deve avere futuro. Oggi abbiamo una nuova tecnologia geotermica pulita che è quella del ciclo binario che non intercetta i fluidi, ma il calore. E in questo senso è incredibile che in Italia, patria della geotermia, dopo dieci anni dalla nuova normativa, non ci sia un solo kWh prodotto con questa tecnologia che invece funziona bene all’estero. E ho apprezzato molto il fatto che il Senatore Girotto abbia posto l’accento circa la necessità di coniugare rinnovabili e paesaggio. Come rete di Ecofuturo riprenderemo il dibattito che abbiamo iniziato con il convegno sulla “Bellezza delle rinnovabili” a Firenze nel 2019 e chiediamo al ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini di partecipare a questo dibattito. Perché le rinnovabili vogliamo farle, farle bene e le prassi per il loro inserimento armonico sul territorio possono diventare una leva di sviluppo per le tecnologie sostenibili “Made in Italy».

«È necessario sottolineare che la geotermia è rinnovabile solo se il fluido è reimmesso da dove è partito, se no il sistema geotermico è esattamente come quello dei fossili. Ossia perde l’energia una volta avvenuta l’estrazione. -ha detto G.B. Zorzoli, Presidente Coordinamento Nazionale FREE – La geotermia binaria per cui è la sola geotermia sul serio rinnovabile. Oltre a ciò è necessario che lo sviluppo delle rinnovabili superi la fase degli incentivi per approdare a una congrua Carbon Tax che è ciò che rende competitivi i sistemi energetici rinnovabili.

Entrando nel merito G.B. Zorzoliha evidenziato che le previsioni sulla geotermia assomigliano molto a quelle sul fotovoltaico di venti anni fa con il vantaggio che l’energia geotermica non genera solo elettricità, ma anche calore. «Per questo motivo la geotermia è molto più flessibile e ciò consentirebbe di riscaldare le città specialmente nella Pianura Padana dove i pozzi nel terreno esistono da decenni e sono quelli fatti nei decenni scorsi per l’esplorazione petrolifera e metanifera», ha concluso G.B. Zorzoli.

«La geotermia, in tutte le sue forme, è una delle energie più “democratiche”perché si può sfruttare ovunque. – Giuliano Gabbani, Giga-Ecofuturo – È stato calcolato che i sistemi geotermici potrebbero soddisfare le esigenze energetiche dell’umanità per oltre 4.000 anni».

«Sulla geotermia non si deve ragionare con i vecchi schemi quali “geotermia si, geotermia no” ma su “geotermia come”. – ha ribadito il Sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi – Il calore della terra è una delle fonti più naturali da utilizzare la differenza la fa la modalità di come possa essere utilizzato e questa è la sfida che ci troviamo ad affrontare. Le rinnovabili hanno dei luoghi privilegiati dove poterle produrre e noi siamo certi che l’Amiata sia uno di questi luoghi per la geotermia. Oggi dopo trenta anni di lotte contro quelli che sono stati interventi con la geotermia di tipo Flash pesanti, e io sono tra coloro che si opposero anche alla logica dei rimborsi per gli enti locali, nonostante avessimo impianti Flash a poche centinaia di metri dai nostri confini comunali, È ora di valutare le vere rinnovabili per i vantaggi che possono portare anche sul fronte dell’economia circolare». La nuova centrale, infatti, fornirà calore sia per alcuni processi di trasformazione del legno, sia per colture idroponiche. E l’impatto sul paesaggio sarà quasi nullo visto che l’impianto sorgerà nell’area industriale del comune amiatino. «È necessario rinnovare il proprio modo di ragionare sull’energia, anche sulle rinnovabili», ha concluso Tondi.

Ora la parola passa al processo di Valutazione Ambientale che è allo stadio delle osservazioni, concluso il quale inizierà la sua realizzazione. Da Nimby al Pimby, quindi da “no nel mio cortile” a “per favore nel mio cortile“. E nei prossimi giorni la rete di Giga/Ecofuturo renderà noti i comuni che hanno deciso di dire Sì alle rinnovabili.

Sergio Ferraris – Giornalista scientifico e Direttore QualEnergia

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