centrale nucleare di Penly

Crepa in un reattore nucleare francese

Una crepa sul reattore 1 è stata scoperta nella centrale nucleare di Penly in Francia. Si tratta di un esempio di “corrosione da stress”. Crepa che ha una dimensione molto importante, visto che è di 23 mm per uno spessore totale di 27.

Problemi simili hanno già causato lo scorso anno il blocco di più reattori. Tanto che l’Autorità per la sicurezza nucleare di Parigi, ha chiesto con una certa urgenza alla società di “rivedere la sua strategia” per risolvere il problema e riparare i suoi impianti nucleari. Edf da fine 2021 ha infatti dovuto chiudere 16 dei 56 reattori francesi. E nel 2023 prevede di ripararne 10. Il portale francese Coinnasance des Energies ha ricordato che “queste importanti riparazioni hanno contribuito alla caduta della produzione di elettricità nucleare nel 2022 al suo livello storico più basso, nel bel mezzo della crisi energetica, e ad ampliare le perdite del gruppo“. Ben 17,9 miliardi di euro nel 2022.

Il commento di Marco Bella, già Deputato , Prof. Universitario di Chimica Organica a Sapienza e divulgatore scientifico

Un reattore nucleare è un apparato molto complesso ed è sicuro quando i sistemi di emergenza (che sono più di uno) funzionano tutti.

Quando si parla di nucleare, vengono in mente gli incidenti di Chernobyl e Fukushima. Ma pochi ricordano l’incidente di Three Mile Island, negli USA nel 1979, che pur non avendo causato alcuna vittima è stato classificato al grado 5 della scala INES. Chernobyl e Fukushima erano di grado 7, il più alto possibile.

La catena di eventi che portò alla fusione parziale del nocciolo del reattore iniziò 11 ore prima dell’incidente, con una pulizia di routine di un filtro in una conduttura che portava acqua nel sistema di raffreddamento secondario. Teniamo presente che in caso di emergenza all’interno dei reattori ci sono delle barre che interrompono la reazione. Ma comunque il calore residuo, anche se è solo il 6%, è sufficiente per causare un incidente serio. È successo sia a Three Mile Island che a Fukushima.

A Three Mile Island il reattore aveva una struttura di contenimento (a differenza di Chernobyl) e ci fu un rilascio di radioattività minimo nell’ambiente. Le conseguenze di questo incidente però furono drammatiche per l’industria nucleare statunitense. Il progetto di una cinquantina di nuovi reattori in costruzione fu cancellato e quelli rimasti furono completati in tempi lunghissimi. Solo nel 2013 è stata avviata la costruzione di altri quattro reattori. Di questi due (Virgil Summer) sono stati cancellati dopo aver speso 9 miliardi di dollari di denaro pubblico.

I nuclearisti estremisti ovviamente raccontano solo che “è partito un reattore negli Stati Uniti, che bello” tralasciando tutto il resto delle informazioni. Ed evitando di dire che è il primo costruito interamente dopo il 1979, cioè negli ultimi 44 anni. E che tanto per cambiare i costi sono passati da 14 a 28 miliardi di dollari per i due reattori.

Torniamo a Penly-1. Quel reattore di Penly da 1300 MW non produrrà energia elettrica per un pò, aggravando la crisi energetica francese. Infatti, la Francia ha una flotta di reattori numerosa ma piuttosto vecchia. E la scorsa estate sedici dei suoi 56 reattori (tra cui anche Penly-1) erano stati fermati per manutenzione. Questo ha causato che nel mezzo della crisi del gas russo la Francia da esportatore di energia elettrica è stata costretta a importarla dalla Germania.

Come successo per Three Mile Island, e ribadendo che per fortuna la gravità del problema a Penly-1 non è nemmeno paragonabile, le conseguenze potrebbero essere più ampie. Ad esempio, portando a controlli più estesi e manutenzione anche ad altri reattori, e quindi al loro spegnimento non programmato. In ogni caso, questo incidente aggraverà la crisi della società EDF che gestisce i reattori francesi, in perdita di 17 miliardi solo nel 2022.

Questo problema evidenza anche quanto una rete elettrica concentrata in alcuni grandi punti sia fragile rispetto a una rete diffusa. Se in un parco eolico c’è una torre eolica che per qualche motivo non funziona bene, si toglie dal sistema quella singola torre. Ma la produzione rimane quasi costante. Idem se c’è un problema con un pannello fotovoltaico. Un problema serio in una qualsiasi parte di un reattore ne provoca invece lo spegnimento in toto e la produzione di energia cala a zero.

È vero che quando si parla di nucleare la maggioranza dei mezzi di informazione tendono a enfatizzare i problemi. Ma è anche vero che la complessità dei reattori nucleari porta inevitabilmente a problemi seri. E questa volta, il problema serio c’è eccome.

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Redazione

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